Capitolo 7

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Per l'ennesima volta mi ritrovo ad essere svegliata dalle urla di Liz

"maronn mi è la parte della giornata che odio di più" mi lamento

"DAI RAGAZZE AVETE IL CORSO DI LETTERATURA"

" nun vaco cchiu' a scuola ppe nun studiàr e me fannò studiàr ca' dint" dice Silvia facendo ridere me e Natidza.

Non ho ancora parlato con loro del biglietto,lo farò più tardi.

"allora ragazzi oggi parliamo di poesia" inizia la professoressa

"professorè pòzzo chiamàr a casa nun me sentò bbene" dice pirucchio facendo ridere tutti

"Pirù tu nu steje buon ma co a cap" gli risponde Edoardo che è seduto dietro di me

"ragazzi smettetela perfavore"

La lezione continua ed è abbastanza interessante. Poi ad un certo punto sento delle cose arrivarmi nei capelli,mi ci passo la mano e trovo tanti pezzettini di carta. Mi volto verso Edoardo fulminandolo con lo sguardo

"c re?" chiede col suo solito ghigno

"ca si nu scass cazz" rispondo e lui ride "non so cosa ci trovi di divertente"

"signorina come si chiama?" mi chiede la professoressa

"Elisa Di Salvo..pcché?"

"mi vuole ripetere cosa ho appena detto?" rimango in silenzio,offendendo Edoardo in tutte le lingue che conosco dato che è stato lui a distrarmi

"non ero attenta" ammetto

"scusi professorè sono stato io a distrarla"

Cosa? Edoardo Conte si è appena preso le sue responsabilità?

L'insegnante ci lancia un'occhiataccia per poi tornare a spiegare,ma ormai ho perso il filo logico del discorso.

"ti sei davvero preso le tue responsabilità?" chiedo a Edoardo voltandomi di nuovo verso di lui

"hai visto principè faccio progressi" mi fa l'occhiolino facendomi ridere

"bene voi due potete accomodarvi fuori" ci indica ancora una volta la prof

"ma non stavamo facendo niente" dico in nostra difesa

"state parlando dall'inizio della lezione...siete pregati di uscire dall'aula"

Così,due minuti dopo ci troviamo seduti per terra nel corridoio

"neànch a scuola me cacciavàn ra' classè" sbuffa Edoardo

"non ci credo neanche se me lo dimostri"

Lui fa finta di pensarci per qualche secondo "nah infatti non è vero" scoppiamo entrambi a ridere.

"te piace o mar?" mi chiede dopo pochi secondi di silenzio

"tantissimo pcché?"

"vieni" si alza

"Edoà ma c sta facenn"

"vieni con me fidati" mi porge la mano

"e mi dovrei fidare di te?"

"dammi un'opportunità" continua fissando i suoi occhi nei miei

"se finirò di nuovo in isolamento per colpa tua sta vota t'accir" gli afferro la mano alzandomi e lui ride

"vieni ma non fare rumore"

Mi trascina in un posto del carcere,dal quale c'era una bellissima vista del mare. Rimango ferma a fissare il panorama

"allor? te piac?" chiede Edoardo

"è bellissimo" lo guardo sorridendo per poi prestare nuovamente la mia attenzione al mare "mi manca andare a camminare sulla spiaggia con Carmine dopo che avevamo litigato con nostra mamma" sorrido malinconica

"ci tieni tanto a tuo fratello eh?" mi poggia la mano sulla schiena facendomi venire i brividi.

perché ho reagito così al suo tocco?

"isso e a vit mij" spiego

"Eduà,Elì ma c stat facenn ca?" ci chiama Beppe

"niente Bè volevo farle prendere un pò d'aria con questo bellissimo panorama" spiega Edoardo

"entrate prima che vi vede qualcuno"

Durante il tragitto per andare in cortile

"Edo" lui si volta verso di me "grazie per avermi fatto vedere quello" gli sorrido

"e di chè piccrè" mi fa l'occhiolino.

Arrivo in cortile e mi avvicino a Carmine

"e o chiattil?" chiedo

"è andato a suonare il piano...senti ma pcché stiv cu Edoardo?"

"siamo stati cacciati dalla classe entrambi perché non eravamo attenti" spiego

"o saje ca nu è gent p te?"

"o maronn Cà comm si pesant..o sacc,aggia sta ca dintr ppe nu sacc e tiemp quando tu e il chiattillo uscirete mi ritroverò di nuovo sola maggia fa qualch amico"

"si ma non ti fidare,ricordati che è migliore amico di Ciro"

"tranquill fratellò" lo abbraccio forte e sparendo un pò tra le sue braccia,data la loro possenza.

Arrivata la sera torno in camera con Silvia e Natidza,trovando un altro bigliettino sul letto

"c re Elì?" mi chiede la rossa

Non le rispondo,mi fermo solo a fissare quel pezzo di carta che splendeva sulle mie coperte scure

"allor?" chiede Silvia

"ieri sera ho ricevuto un bigliettino,pensavo fosse qualcosa di brutto e invece" lo presi dalla tasca porgendolo a loro

"azz Elì me si ca' aie fatto innamoràr qualcùn ca'" ride Nad

"ma tanto non mi interessa,non credo più nell'amore"
"vabbuò ma quello lo vuoi aprire,siamo curiose"

Così prendo in mano il nuovo bigliettino

≪resto a guardare ogni giorno il mare,perché mi ricorda i tuoi occhi≫

"Elì chiss è iuto propr" dice Silvia facendoci ridere.

Quello spiraglio di luce-Edoardo ConteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora