Capitolo 40

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"Elisa.."

La sua voce,è lui..

"E-Edo?" chiedo con voce tremante

Lui riesce ad alzare di poco la testa e ne ho la conferma

è lui

"EDOARDO" inizio ad urlare sbattendo il cancello

Non riesco a frenare le lacrime

"APRIT STO SFACCIM RE CANCIEL" continuo a gridare con tutta me stessa

"pccré staje ca esc ij" mi dice il comandante mentre apre il cancello

Non lo sto a sentire ed esco dall'edificio correndo verso Edoardo. Lo prendo tra le braccia sedendomi per terra

"Eduà...te preg" dico con voce tremante

Vederlo così mi provoca un forte senso di vuoto e di preoccupazione

"pccrè..." sospira "so felic ca gli ultimi uocch ca ver song e tuj" dice con le poche forze che ha

"ma c ric Eduà" continuo a piangere ininterrottamente "COMANDÀ CHIAMAT RI SOCCORS"

Sono fuori controllo,lui non può morire

"agg lassat a Carmela,il bambino non è mio" sussurra accennando un sorriso

Ricambio per poi accarezzargli il volto

"Elisa..." sbatte gli occhi "ricordati che ti amo"

"no Eduà nun t'adda permettr...ij teng bisuogn e te..." continuo a piangere "noi abbiamo bisogno di te"

"c staje ricenn" aggrotta le sopracciglia

"io...sono incinta" dico tremando

Sul suo volto si fa spazio un sorriso ma successivamente chiude gli occhi

"no Eduà scitat..." gli muovo la testa dandogli dei colpetti sul volto "EDOARDO NUN ME LASSÀ..." urlo piangendo "io ti amo" mi esce come un sussurro ma Edoardo non si sveglia..

"signorina lo lasci a noi" sento una voce dietro di me

Non mi ero neanche accorta che fossero arrivati i soccorsi..

Così lascio che i medici portino Edoardo in barella sull'ambulanza,ma non lo lascio solo,incrocio la mia mano alla sua stringendola forte

"Elisa non puoi andare con loro" arriva il comandante

"stat pazzian comandà ij nun o lasc sul"

"ci sono io con lui"

"no comandà nun esist"

Lui fa cenno a qualcuno dietro di me e poco dopo vengo portata via con la forza

"LASSATM" continuo a dimenarmi ma Carmine mi tiene forte,facendomi girare di fronte a lui

"Elì" mi prende il viso tra le mani

Crollo,non reggo più. Scoppio a piangere nuovamente tra le sue braccia.

"nun può murì Cà"

"resisterà pccrè stat quiet" mi accarezza i capelli. Rientriamo nell'IPM e Rosa viene verso di me e mi abbraccia forte

"è stat a famiglia tuj" dice guardandomi negli occhi

"o sacc Rò...t giur ca m vendic ij stess"

Passo la nottata totalmente in bianco,non riesco a chiudere occhio. Ogni volta che ci provo rivedo l'immagine di Edoardo morente tra le mie braccia..

Quello spiraglio di luce-Edoardo ConteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora