Capitolo 39

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É passato un mese da quando ho scoperto di essere incinta,non l'ho ancora detto a nessuno,solo Silvia e Naditza sono al corrente di questa cosa. Non ho detto nulla nemmeno a Carmine e a Rosa.

Questa gravidanza mi fa paura,ma soprattutto non so cosa fare.

Ora sono in cortile,da sola seduta su una panchina che fumo una sigaretta.

Lo so,non dovrei fumare...infatti ho diminuito ma ogni tanto ne sento la necessità...

"Eduà beat a te che ogg vaje for" sento dire da Totò

"finalment me tolg nu pes" risponde lui

Povera Carmela,invece che sentirsi in colpa lui mi sento io in difetto,nonostante non sapessi della loro relazione e del bambino ...

Ora odio Edoardo per quello che mi ha fatto,mi sono fidata di lui,gli ho dato il mio cuore in mano,sono persino incinta di lui...

Oggi è il mio compleanno,compio 17 anni. Ma non l'ho detto a nessuno,non sono in vena di festeggiamenti e non voglio stare al centro dell'attenzione

"ELISA" urla Lino

"ue Linù c re success?" chiedo

"in sala comune subito"

"maronn mij e c re success mo" sospiro per poi alzarmi e raggiungere la sala comune.

"Linù ca nun ce sta nisciun"

"SORPRESA" tutti i miei amici spuntano fuori facendomi sobbalzare

"ma sit iut pazz" dico ridendo

"buon compleanno sorellina" Carmine si avvicina per poi stringermi forte tra le sue braccia

"grazie Cà"

"auguri amoo" si avvicinano Nad,Silvia e Rosa ad abbracciarmi

"c sta succedend ca dintr" entrano Edoardo,Milos e Pirucchio

"è il compleanno di Elisa e le abbiamo fatto una sorpresa" spiega Rosa

"ah...io non sapevo fosse il tuo compleanno" dice Edoardo rivolgendosi a me,ricevendo come risposta solo un'occhiataccia

"Non lo sapevamo neanche noi,ce l'ha detto Carmine" risponde Rosa al posto mio

"se lo avessi saputo ti avrei fatto un regalo o qualcosa" lo interrompo

"nun teng bisuogn e nient" lo guardo per l'ultima volta per poi andare da Carmine. Pino,come sempre,mette la musica e iniziamo a scatenarci

"Elì buon compleanno" si avvicina Mimmo sorridendo per poi abbracciarmi

"grazie Mì"

"se potesse farlo,Edoardo probabilmente mi starebbe uccidendo in questo momento" ridacchia

"pcché?" chiedo confusa

"m sta uardann mal...ma mal mal mal"

Mi volto verso l'interessato e lo vedo poggiato al muro con lo sguardo fisso su di noi

"c cazz tiene a uardà" mi rivolto verso il mio amico

"è gelus Elì se ver da luntan"

"a me m n fott propr..c dove pensà prim" faccio spallucce

"Eduà staje ca?" arriva il comandante

"si comandà sto ca"

"vattin,è arrivata l'ora del permesso...ricordati,domani sera alle 9 qui"

"va buon comandà"

Il suo sguardo poi si posa su di me e,incrociando i suoi occhi verdi,ricordo della creatura che porto dentro di me,lui è suo padre...

Quello spiraglio di luce-Edoardo ConteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora