Capitolo 28

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attenzione:questo capitolo contiene scene esplicite!


"Cà" entro nella cella di mio fratello prima di uscire dall'IPM

"pccré..te ne stai andando?" annuisco

"vien ca" si avvicina stringendomi a lui

"teng paur Cà,ij nun vogl esser comm a lor ma nun vogl murì" ammetto con la preoccupazione che sta invadendo il mio corpo

"parlane con mamma,magari ess a differenz e Enzo capisc e t'aiuta" mi accarezza la spalla

"nun o sacc"

Arriva poi Filippo,anche lui ha avuto il permesso per questi due giorni

"allora? sei pronta?"

"nsomma chiattì...ca dintr stong chiù bon e for" ammetto facendo ridere entrambi i ragazzi che ho davanti

"vabbuò ij me ne vach ce verimm Carminù" gli do un bacio sulla guancia

"tu vai aspettami fuori sto arrivando" mi dice Filippo così vado in cortile.

I permessi...l'ultima volta che ne ho avuto uno ho rischiato di morire ma Edoardo mi ha portato a vedere il mare. Dal giorno in cui abbiamo parlato durante il suo isolamento,nessuno dei due ha proferito parola,nè lui provava ad avvicinarsi a me nè io a lui. Ci limitavamo a fare un gioco di sguardi da un tavolo all'altro a mensa,dal pianoforte al biliardino in sala comune e persino in cortile mentre giocavo a pallavolo con le altre,lui si sedeva comodamente sulla sua solita panchina insieme ai suoi amici,con una sigaretta tra le labbra e non faceva altro che fissarmi.

Ad interrompere i miei pensieri è Salvatore Romano

"cert ca si propr frisc" dice con un ghigno sul volto

"o sacc,nun teng bisuogn a me o ric tu" lo guardo severamente

"mi mancherai assai in questi giorni" continua

"tu manc p o cazz" rimango ferma con le braccia incrociate ad osservarlo mentre lui sta ammirando ogni centimetro del mio corpo,e devo dire che questa cosa mi mette alquanto a disagio.

Ad un certo punto sento un braccio avvolgermi la vita. Non c'è neanche bisogno che mi giri per vedere di chi si tratti,dal profumo che si è sparso nell'aria,riesco a capire che è Edoardo. E il suo tocco sulla pelle nuda dei miei fianchi mi provoca brividi in tutto il corpo.

"pcché staje vicin a ess? nun pens ca tinit coccos a ricere" si rivolge in modo minaccioso a Salvatore.

Poi si sente in lontananza la voce del comandante "ROMANO T VUOL A DIRETTRIC"

Così rimaniamo soli,io ed Edoardo che non ha ancora tolto la mano dai miei fianchi.

"stai bene?" mi chiede ed io mi limito ad annuire

"Elì" mi richiama così,a mio discapito,mi stacco dalla sua presa mettendomi di fronte a lui

"c re?" chiedo

"stat accort e se tieni qualche problema vieni da me va buon? tant sto for pur ij in sti journi" mi poggia una mano sulla spalla

"nun te preoccupà" accenno un sorriso.

Ci raggiunge poi Filippo

"Elisa andiamo?"

"si Filì jammuncen" distolgo lo sguardo da quello di Edoardo e,assieme al mio amico,ci dirigiamo fuori dal cancello

"dove stanno i tuoi?" chiedo

"boh,comunque li chiamerò dopo averti accompagnata a casa"

"ma c ric,chiamali scemo nun pensà a me" ridacchio

Quello spiraglio di luce-Edoardo ConteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora