Rivelazioni e Verità - Prima Parte

3 0 0
                                    

Su Underworld, ormai, era calata la notte. Eugeo, dopo aver combattuto duramente con Bercouli, ora si trovava svenuto nella Stanza di Administrator. Mentre il nostro Kirito, raggiunto con Alice la lastra di pietra e sconfitto i Mignon che si erano "animati", si era seduto assieme a lei, per riposarsi un po'. In quella circostanza, però, stando finalmente appoggiato con la schiena su una superficie verticale e il didietro su una orizzontale, doveva essersi appisolato, qualche ora. Questo perché si svegliò di colpo, citando il nome del suo Amico. Come se avesse "percepito" qualcosa. Non rendendosi conto nemmeno lui che si doveva essere un po' addormentato, Sentendosi anche molto irrequieto. In quanto era la prima volta, dopo due anni che era lì, che era senza Eugeo e ciò non lo faceva stare sereno. Poiché abituato ad averlo sempre al suo fianco. Perciò aveva una strana sensazione di "estraneità" nello stare da solo e senza qualcuno che gli "coprisse le spalle" o con cui, comunque, aveva una certa affinità e sincronia nelle battaglie. La Cavaliera che, fino a quel momento, era rimasta in silenzio, per lasciarlo dormire e riposare un po', lo sentì. Domandandogli se ci fosse qualcosa che non andasse, ma lui le rispose di no e che non era nulla di importante. Dicendole che sarebbero stati in grado di riprendere a scalare il muro, una volta che la Luna sarebbe sorta. Aggiungendo che se avessero potuto creare i cunei, non avrebbe dovuto essere un'impresa difficile. Concludendo che, lassù, non sembrava avessero piazzato altri Mignon e che, tralasciando il problema dell'Energia Divina, il pensiero che dovevano scalare quel muro verticale per chissà quanti altri mel, gli faceva girare la testa. Facendogli venire anche un gran fame. La ragazza dai lunghi capelli biondi, ascoltando l'ultima parte del discorso, gli confessò che trovava irresponsabile quel suo lato, in quanto aveva saltato soltanto un paio di pasti. Chiedendogli se, per caso, non fosse un bambino. Il nostro Valoroso Eroe, si conosceva molto bene, poiché, anche la sua Amata e la sua Sorellina, ogni tanto, gli dicevano che era proprio un bambino. Per cui, sentendo quel termine, venne "investito", nuovamente, da un po' di nostalgia. Questo perché anche Midori, la sua amata e adorata Mamma, che aveva lasciato nel Mondo Esterno, glielo menzionava spesso, in modo affettivo e amorevole e un pochino gli mancava. Così come gli mancavano anche Asuna, Suguha e i suoi Amici. Sperando che non si fossero dimenticati o scordati di lui. Visto che pensava di essere lontano da loro già da due anni, quando, invece, nel Mondo Reale, era solo una settimana che era "distante". Solo che non ne era consapevole e credeva diversamente. Tuttavia, senza lasciarsi andare nella malinconia e nostalgia, rispose ad Alice che era proprio così e che, in un certo senso, il problema era che ancora si trovava nel periodo della crescita e dello sviluppo. Perciò, se non mangiava, il suo Livello Vitale calava e che non era come loro Cavalieri Integratori. La Cavaliera, a questo proposito, gli disse che anche a loro veniva fame e che a stomaco vuoto, accadeva lo stesso. Non per niente, un secondo dopo, le borbottò. In quell'istante, arrossì di colpo, pronta a sguainare la Spada per colpirlo. Ciò in caso avesse detto qualcosa o avesse provato a ridere, come stava per fare. Ma Kazuto, agitandosi, le esclamò di aspettare. Confessandole che, in effetti, era colpa sua che aveva pensato male. In quanto, in effetti, anche loro Cavalieri erano degli esseri viventi. Subito dopo, calmandosi leggermente, seppur ancora un po' balbettando, tirò fuori dalla tasca i manju che aveva preso da Cardinal. Dicendo che era una manata dal Cielo, poiché erano ancora in buono stato. Alice se lo guardò perplessa, dicendogli che ora le doveva delle spiegazioni. Lo Spadaccino Nero gli rivelò che era una morale e che, a pensarci bene, ora non dovevano avere un buon sapore. Perciò, con l'Arte Sacra del Fuoco, stava per scaldarli. Tuttavia, la Cavaliera lo fermò subito, esclamandogli se, per caso, non fosse scemo. Perché se avesse fatto così, li avrebbe carbonizzati all'istante. Stavolta, facendo una delle sue solite espressioni da bambino innocente e ingenuo, fu lui a rimanere un po' perplesso, pensando di fare la cosa giusta. La ragazza dai lunghi capelli biondi, però, prendendoglieli dalla mano, iniziò con le Arti Sacre a generare tre Elementi sulle dita, che erano Fuoco, Acqua e Vento e con esse, recitando una Formula, creò un piccolo vortice, con cui li scaldò senza bruciarli. Lo Spriggan appena li vide belli fumanti, non solo rimase meravigliato, ma pregò Alice di dargliene uno. Lei, allora, finse di volerli mangiare tutti e due e Kazuto proprio come se, tutto a un tratto, fosse tornato a essere un bambino piccolo, iniziò a lamentarsi, facendo quasi un piccolo piagnisteo. La ragazza dai lunghi capelli biondi, non sembrava molto apprezzare il suo lato bambinesco e dicendogli, con tono serio, che stava scherzando, gli diede uno dei due dolcetti. Il nostro Valoroso Eroe, tutto contento e felice come un bambino, lo prese. Facendo, di nuovo, una delle sue espressioni dolci, ingenue e innocenti e mangiando con molto gusto e ingordigia, come solo lui sapeva fare. Alice se lo guardò sorridendo, mentre lui, appena finì di mangiare quel manju, gli disse che non sapeva che si potessero scaldare solo con gli Elementi, senza usare alcuno strumento. Rivelandole che sua Sorella Minore Selka, ci sapeva davvero fare in cucina e che quindi, non c'era bisogno delle Arti Sacre. Ciononostante, non fece in tempo a concludere la frase che la Cavaliera lo prese, con entrambe le mani, per il colletto della Veste. Chiedendogli di ripetere ciò che aveva appena detto. Lo Spadaccino Nero, nel vederla, così decisa e sicura, un pochino si intimorì e spaventò. Dicendole che aveva appena detto che aveva una Sorella Minore. Alla ragazza dai lunghi capelli biondi, citando nuovamente la parola finale, tornò alla mente un'immagine di, appunto, una bambina, che era Selka da piccola, rimanendo non poco stupita. Tanto che volle quasi piangere, ma prima che lo potesse fare, Kirito le disse che gliene avrebbe parlato. Anche se non sapeva se, quello che le stava per dire, l'avesse potuto accettare. Rivelandole che, del resto, era ciò che per lui rappresentava la verità. A questo punto, Alice, rannicchiandosi in sé stessa, molta decisa e sicura, gli rispose di parlargliene. Dicendogli che, però, se si fosse accorta che con le sue parole, stava cercando di ingannarla, lo avrebbe ucciso seduta stante. Lo Spriggan, nelle sue ultime parole, notò un'espressione in cui si celava molta determinazione, sicurezza e convinzione. Quindi, ricambiò il suo sguardo, facendo lo stesso e dicendole di fare come credeva. Molto sicuro che non avrebbe potuto mai ingannarla, perché, come le aveva detto, seppur difficile da accettare, era la verità. D'altronde, non aveva motivi di mentire e anche se li avesse avuti, per quale motivo avrebbe dovuto ingannarla, prendendosi gioco di lei, dopo tutto ciò che avevano passato insieme, fino a quel momento? Pertanto, senza esitazione, iniziò col dirle che c'erano degli ordini, nella sua coscienza, a cui non poteva accedere. Poiché erano stati messi lì da qualcun altro. Spiegandole che era l'Administrator, l'Alto Prelato della Chiesa Assiomatica, a rappresentare gli Dei che evocavano i Cavalieri Assiomatici, che scendevano dal Mondo Celeste, a protezione di Ordine Giustizia o, che, almeno, questo era ciò che loro credevano. Detto questo, Kirito, proseguì a parlare.

SAO: Alicization - La Vita di Kirito in Underworld (Con Finale Alternativo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora