Battaglie e Combattimenti Finali - Seconda Parte

4 1 0
                                    

Quando i due ragazzi a terra guarirono e si ripresero, riuscendo nuovamente ad alzarsi e muoversi, Alice andò verso Kirito. Camminandogli incontro, gli domandò chi fosse quella ragazzina. Lui le rispose che era Cardinal e che era l'altro Alto Prelato che, duecento anni prima, aveva combattuto contro l'Administrator, venendo esiliata. Dicendole di fidarsi e di non preoccuparsi, in quanto era loro Alleata e aveva salvato lui e Eugeo, guidandoli fin lì. Concludendo che amava profondamente quel Mondo e che soffriva quella situazione. La Cavaliera, ascoltando le parole dello Spadaccino Nero, capì e disse alla Sapiente che le era debitrice. Poiché, con il suo atto gentile, aveva guarito le sue ferite e, di conseguenza, aveva ottenuto la sua più totale fiducia. Lei si limitò a fare un sorriso e ad annuire con un cenno della testa, dicendole "Bene", senza dire nient'altro. Dopodiché, a mezz'aria, si diresse dalla piccola Carlotta/Charlotte e raccolse il suo corpicino, ormai privo di Vita. Rivolgendole queste parole:

<< Dannata testarda... Ti avevo sollevata dall'incarico. Ringraziandoti e invitandoti a trascorre il resto... della Vita, nel cantuccio e nell'angolo della Biblioteca che preferivi, no? >>.

La bambina le disse quelle cose, commuovendosi e mettendosi quasi a piangere. Stringendola, nella mano, come volerla abbracciare. Mentre era "persa" nei suoi pensieri, Kirito, avvicinandosi a lei, le domandò se anche Carlotta/Charlotte avesse una Fluctlight. Cardinal gli rispose di no. Dicendogli che, prendendo una parola in prestito dal suo Mondo, si poteva dire che, in pratica, era una NPC. Lui, rimanendo quasi stupito, perché sembrava, anche lei, un'Intelligenza Artificiale, in quanto aveva delle Emozioni e dei Sentimenti...

<< Si! Però... Ecco... Resta il fatto che... Se non fosse stato per lei, sarei morto. Mi ha salvato la vita, sacrificando la sua per la mia... Ma perché? Com'è possibile, che... >>. Disse il nostro Valoroso Eroe, non riuscendo a completare il discorso e la frase di senso compiuto che stava cercando di dire.

<< Carlotta/Charlotte ha vissuto per più di duecento anni e ha sempre... Comunicato e conversato con me. Ha continuato... A vegliare su una moltitudine di Esseri Umani. Aveva iniziato a seguirti già due anni orsono. In tutto quel tempo speso insieme, pur... Non possedendo una Fluctlight... Lei... Anche se la vera Natura della sua Intelligenza non era... Costituita che da un accumulo di Dati, Input e Output, al suo interno poteva trovarsi e vigeva, comunque, un vero e proprio Animo... Capace... Alla fine e con il tempo, anche di Amare e provare Amore... Già >>. Raccontò e spiegò la Sapiente, a tratti, trattenendosi dal piangere e dalle lacrime che le volevano sgorgare. Faticando quasi a parlare e con voce leggermente soffocata. Rivolgendosi, subito dopo, alla donna. << Ma questo è qualcosa che tu non riuscirai mai a comprendere! Non sei altro che un guscio vuoto... Administrator! >>. Esclamò la bambina, concludendo anche il suo discorso.

Cardinal, con queste parole, si guardò la Pontefice con un'espressione molto arrabbiata e aggrottata in volto. Anche i ragazzi se la guardarono un po' tutti alla stessa maniera. Facendo sguardi molto decisi e seri, quasi a voler concordare con le parole della Sapiente. Tuttavia, Quinella non si fece intimorire e facendo una breve risata, ricambiò le loro espressioni e sguardi. Dopodiché, rivolgendosi alla bambina le rivelò che, se avesse tormentato a dovere quei ragazzini, sapeva che sarebbe venuta. Emergendo dal suo antro putrido. Lyserith facendo un sospiro e un'esclamazione scocciata, le disse che non si vedevano da decenni. Confessandole che era davvero molto migliorata nell'imitazione degli Esseri Umani. La donna le rispose con un "Ah, davvero?". Dicendole che lo stesso valeva per lei e chiedendole il motivo, per cui si stesse dando tante arie da adulta. Rivelandole che, dinanzi a lei, duecento anni prima, quando la condussero al suo Cospetto, tremava, letteralmente, come una foglia e fin dal profondo. Domandandole, citando il nome "Lyserith", se non fosse vero. Cardinal, quando lo sentì, menzionando il suo vero nome, a sua volta, le esclamò, avvisandola, di non chiamarla così. Poiché il suo nome era "Cardinal" ed era un Programma con il solo scopo di cancellarla. L'Alto Prelato, usando un tono, a dir poco snob, le disse: "Ah, quindi, è così?". Rivelandole che, invece, lei, come ben sapeva, era l'Administrator. Colei che controllava e dominava ciascun Programma di quel Mondo. Subito dopo, con un "Piccoletta", si scusò con lei, per essersi presentata solo ora. Ammettendo che per preparare un'Arte adatta ad accoglierla le aveva, purtroppo, richiesto un po' di tempo. Detto ciò, la donna alzando un pugno in alto, attivò un'Arte Sacra Oscura con la quale ricoprì tutto l'esterno della Cupola della Cattedrale, innalzando una sorta di Barriera. Kirito, si guardò attorno un po' confuso e perplesso, non capendo che cosa avesse fatto la Pontefice. Finché Cardinal, facendo un "Maledetta" di esclamazione, non le chiese se, per caso, non avesse disconnesso l'address. Quinella, allora, le raccontò che, duecento anni prima, era riuscita a scappare e a darsela a gambe, proprio quando stava per ucciderla. Ammettendo che si trattò di un suo errore. Perciò, aveva fatto tesoro dello sbaglio, imparando da esso. Glielo disse facendo "esplodere" una cosa a terra sotto di lei. Aggiungendo che, qualora fosse riuscita a stanarla, avrebbe dovuto "bloccarla" da quella parte. Usando una sorta di "gabbia", dalla quale il topo non fosse sfuggito al gatto, per cacciarlo. Lyserith, sentendo il paragone, a tono, le rispose che, in quella situazione, era difficile stabilire quale delle due fazioni fosse uno il gatto e l'altro il topo. Dicendole che, alla fin fine, loro erano in quattro, mentre lei era da sola. L'Alto Prelato con un "Quattro contro uno?", le rivelò che, il suo calcolo, era giusto un tantino errato. Dicendole che, senza contare lei stessa, ad essere precisi, erano in quattro contro trecento. Cardinal non appena rivide lo Sword Golem alzarsi, non poteva credere ai suoi occhi. In quanto, pensava che, con quel Fulmine, lo avesse steso e messo fuorigioco, ma, invece, era ancora in piedi e in grado di combattere. Lo Spadaccino Nero, quando sentì il numero, non riusciva a crederci. Non riuscendo quasi ad accettare, come fosse possibile che quell'Autonoma fosse composto da trecento armi. La Sapiente, però, aveva mezzo capito... In realtà, non erano trecento armi, bensì persone. Così, impallidendo e facendo un'espressione, a dir poco stupita e sorpresa, le domandò come aveva potuto fare una cosa abominevole, come quella. Chiedendole se, quelle persone, non fossero dei cittadini che avrebbe dovuto proteggere. Eugeo, sentendo il discorso della bambina, non poteva credere a ciò che aveva sentito e sgranando gli occhi per lo stupore, le chiese se non intendesse degli Esseri Umani. Anche Alice, rimase scioccata quanto lui. Domandando se, quel Mostro, non fosse composto da persone. Quinella, come se non avesse sentito oppure fingendo di non sapere nulla, si chiese: "Cittadini da proteggere?". Domandandosi per quale motivo avrebbe dovuto darsi pensiero e preoccupazioni, per questioni tanto banali. Visto che era la Sovrana Assoluta e le bastava che coloro che fossero sotto il suo comando, continuavano a esistere in quel Mondo, secondo il suo Volere. Confessando che se lo avessero fatto sotto Forma Umana o di Spada, la cosa non la tangeva. Lyserith, ascoltandola, si arrabbiò moltissimo e, per l'ennesima volta, la definì una "Maledetta". Alla donna, però, i suoi insulti non sembravano "toccarla". Al contrario, quasi come se non fosse nulla di che, le domandò se non fosse rimasta senza parole di fronte a una piccolezza, come quella, della trasmutazione di Trecento Unità Umane. La bambina si innervosì nuovamente, anche perché quella non si poteva proprio definire una "piccolezza", ma una cosa veramente crudele, se non illegale. Tuttavia, l'Alto Prelato, come se non l'avesse sentita, proseguì a parlare, dicendole che quello era solo un prototipo. Spiegandole che quando avrebbe dovuto creare, in massa, la versione perfezionata, per gestire quel detestabile e odioso Stress Test Finale, le sarebbero servite, più o meno, la metà. Cardinal non riusciva a comprendere che intendesse con "metà", ma lei sciolse i suoi dubbi, rivelandole che intendeva la metà delle ottantamila unità che abitavano e dimoravano quel Mondo. Perciò, circa quarantamila. Credendo che fosse un numero più che sufficiente, sia per combattere e contrastare l'Invasione del Dark Territory, che per invaderlo, lei stessa, a sua volta. Sia la Sapiente, che i ragazzi, non appena finirono di ascoltare il discorso della donna, fecero delle espressioni e degli sguardi scioccati e meravigliati allo stesso tempo. Poiché, creare un Golem di Spade di quella portata, equivaleva a sacrificare un sacco di Esseri Umani, sia tra i Cittadini Comuni, che tra i Nobili. Mettendo, a repentaglio l'intera esistenza di Underworld. In quanto, se fossero stati quasi tutti usati per dare vita a un Automa, non avrebbero potuto accoppiarsi e di conseguenza, riprodursi, per poter evolvere e far progredire il Mondo Umano. Ciononostante, alla Pontefice, questa cosa non sembrava interessare e, rivolgendosi alla nostra Alice, le domandò se fosse soddisfatta della risposta che aveva dato a tutti loro. Dicendole che, in questo modo, anche il suo adorato Mondo Umano sarebbe stato protetto.

SAO: Alicization - La Vita di Kirito in Underworld (Con Finale Alternativo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora