13.

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La sveglia suona ed io emetto un lamento, la mia voglia di alzarmi ed andare a lavorare è pari a zero. Apro lentamente gli occhi, la mia testa è appoggiata sul petto di Louis, sono rannicchiata vicino a lui, che tiene una mano sulla mia schiena.
Cerco di alzarmi lentamente senza svegliarlo, ho gli occhi dannatamente pensanti, ieri sera ho pianto davvero tanto.
Raccolgo i miei capelli in una coda e vado a svegliare Margot, rimaniamo abbracciate sul suo letto per diversi minuti, infine le lascio un delicato bacio sui capelli prima di alzarmi.
-vado a preparare la colazione, tu inizia a scegliere i vestiti, che poi ci cambiamo-
-va bene mamma- mi sorride. Lascio la porta aperta ed esco dalla stanza.
Torno nella mia camera a prendere dei vestiti puliti e vado verso il bagno, lavo la faccia, i denti, mi cambio e pettino i capelli, raccogliendoli poi nuovamente in una coda fatta meglio.
Vado in cucina, prendo dal frigorifero la spremuta d'arancia ed il latte, mettendo quest'ultimo a scaldare per Margot. Sposto il mio pc e tutti i fogli che ho lasciato sul bancone e metto le tovagliette.
Preparo alcune fette di pane tostato con nutella e marmellata e le appoggio nel piatto.
Il mio sguardo si sposta poi verso il divano, notando che è stato sistemato, i fogli ed i cuscini raccolti da terra.
-domani arriveranno ad installare le telecamere-
-Gesù... mi hai fatta spaventare- La voce di Louis mi ha colto di sorpresa, non l'ho nemmeno sentito arrivare. -...comunque non dovevi, ci avrei pensato io- sorrido -grazie per aver sistemato-
-non preoccuparti, davvero. Voglio che tu sia il più al sicuro possibile, soprattutto ora che c'è Margot-
-di nuovo, grazie- vado verso Louis, abbracciandolo e lasciandogli un bacio sulla guancia. Sciolto l'abbraccio torno ai fornelli, spengo il latte e lo verso in una tazza, poggiandola poi sul bancone
-Margot, la colazione è pronta!- dico ad alta voce
-arrivo mamma!- e qualche secondo dopo, mia figlia corre fuori dalla sua stanza.
-ciao Margot- la saluta Louis sorridendo, lei si arrampica sullo sgabello e l'aiuto
-saluta Louis- le dico gentilmente
-ciao- scuote la sua manina, mentre le sue guance diventano rosse
-adesso fai la timida?- dico scherzando.
Tutti e tre facciamo colazione e Louis continua a fare domande a Margot, volendo sapere più cose possibili da lei.
-perchè mi guardi così?- chiedo a Louis
-perchè ancora non mi sembra vero di averti qui difronte a me, dopo tutto questo tempo- fa una pausa bevendo un po' di caffè -sai, quando non sono più riuscito a mettermi in contatto con te sono stato davvero male. Ho temuto il peggio, dopo mia madre e mia sorella, avevo paura di aver perso anche te-
-mi dispiace- poggio la mia mano sopra il suo braccio, per confortarlo.
-finito un concerto, contro il volere dei manager sono partito lo stesso, per tornare qui a Los Angeles, per cercarti... la casa era vuota, al lavoro non mi hanno dato nessuna informazione su di te. Ho provato a rintracciarti anche con il telefono ma avevi cambiato numero- mi dispiace, sono stata egoista, non ho mai pensato a come si sarebbe sentito Louis, a come si sarebbero sentiti i ragazzi o qualunque persona che mi conoscesse.
Probabilmente Louis è quello che è stato peggio di tutti, in quanto il nostro rapporto è diverso da quello che avevo con gli altri. Louis è più che un amico, più che un fratello, è la mia famiglia.
-lo so, sono stata egoista, ho pensato solo a me e nessun altro. Spero tu possa perdonarmi per questo-
-Sun, certo che ti perdono, nonostante la rabbia in questi anni sia cresciuta dentro di me, in quanto ho continuato a ripetermi che non ti avrei mai perdonata per essere andata via, è tutto svanito appena ti ho vista ieri, perchè lo sai, non sono mai riuscito ad essere arrabbiato con te per più di qualche ora- entrambi sorridiamo con le lacrime agli occhi, è vero io e Louis discutevamo un sacco ma le nostre arrabbiature non duravano più di qualche ora, non riuscivamo ad essere arrabbiati l'uno con l'altra per tanto tempo.
-mamma, mi sono cambiata ed ho lavato i denti- Margot corre fra le mie braccia
-bravissima tesoro- le lascio un bacio sulla guancia -adesso anche la mamma finisce di prepararsi e poi usciamo. Vuoi tornare a giocare ancora un po'?- Maggie annuisce e corre nuovamente verso la sua stanza.
-siete meravigliose insieme e dovresti smetterla di pensare negativo, di dire che non sei all'altezza. Sei una madre fantastica, credimi-
-cerco di fare del mio meglio, ma grazie per le parole-
-a che ora torni dal lavoro? Vorrei vederti ancora-
-circa alle sedici e trenta sono a casa-
-scrivimi quando arrivi, così passo qui, va bene?-
-certo-
-vado a salutare Margot- annuisco. Entrambi scendiamo dagli sgabelli, Louis va verso la camera di mia figlia mentre io sistemo la cucina.
Accompagno Louis alla porta e dopo averlo salutato di nuovo, torno in casa finendo di prepararmi prima di uscire di nuovo per portare Margot all'asilo ed andare al lavoro.

Chicago | Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora