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Non scherzavo affatto sulla crisi di panico, Anne sta cercando di calmarmi ma senza risultato.
-non è così che doveva saperlo- dico continuando a fare avanti e indietro -ora lo sapranno anche gli altri ed è tutto un casino. Non sono pronta Anne, non lo sono per niente-
-calmati Lily, per favore-
-non dovevo venire, lo sapevo che era una pessima idea, lo sapevo ma ho accettato, come una stupida- mi appoggio contro la parete, fuori dal camerino di Harry, e mi lascio scivolare, fino a quando il mio sedere non tocca terra, le ginocchia portate al petto. In questo momento vorrei solo avere un cuscino dove soffocare le mie urla, per tutto quello che è successo nelle ultime settimane.
La morte di mia madre, il ritorno di James, il trasferimento a Los Angeles ed ora questo.
Ma alla fine la colpa è solo mia, me lo merito in fondo.
-Lily...- la voce di Harry è inconfondibile, non ho la forza per alzare la testa e guardarlo negli occhi, non ce la faccio -...vieni dentro per favore- scuoto la testa. So che in questo momento mi sto comportando peggio di una bambina ma non mi importa.
-va bene, allora ti porterò di peso- e lo fa veramente. Harry mi solleva da terra mentre sua madre apre la porta del camerino per permetterci di entrare. Cinque anni dopo e sono nuovamente fra le braccia di Harry, subito mi sono lasciata andare contro di lui. Mi adagia sul divanetto di pelle e rimane davanti a me con le braccia incrociate al petto.
-potete lasciarmi solo con lei, per favore?- chiede Harry gentilmente e pochi secondi dopo sia Anne che Gemma escono dal camerino. Nella stanza rimaniamo solo io, lui e Margot che si è addormentata su una poltrona difronte a me.
Harry sbuffa e poi viene a sedersi vicino a me.
-sono contento di sapere che stai bene- mi dice, passando una mano sui miei capelli -stai meglio? Vuoi dell'acqua?- annuisco, in risposta ad entrambe le cose. Harry si alza di nuovo e lo seguo con lo sguardo, mentre va verso il mini frigo e prende una bottiglietta d'acqua che poi mi porge.
-grazie- dico
-allora ce l'hai la voce- alzo lo sguardo su di lui, ci stiamo guardando negli occhi, dopo quasi sei anni. Harry ha gli occhi lucidi mentre io ormai non controllo più le lacrime che scendono da sole.
Non pensavo, invece è proprio lui che si lancia su di me per abbracciarmi, tenendomi stretta e le lacrime aumentano. Ricambio l'abbraccio, chiudo gli occhi per godermi il momento, mentre la mia testa è poggiata sulla sua spalla sinistra.
-mi sei mancata da morire. Sono arrabbiatissimo con te per essertene andata. Ho pensato al peggio. Dimmi solo perchè? Perchè ci hai escluso dalla tua vita?- di nuovo ci guardiamo negli occhi -che cosa ti ho fatto? Eravamo tutti così contenti del tuo trasferimento qui per lavoro, poi da un giorno all'altro non siamo più riusciti a contattarti-
-non avete fatto nulla, la colpa è solo mia e mi dispiace così tanto, credimi. Ho sbagliato e mi pento della decisione che ho preso. Mi pento di avervi escluso da un giorno all'altro-
-mamma...- sposto subito il mio sguardo su Margot che si è svegliata e non riesce a riconoscere dove si trova.
-scusami- dico ad Harry prima di alzarmi dal divanetto e raggiungere mia figlia.
-stai con me, mamma- Margot cerca di abbracciarmi e lo faccio io, tenendola fra le mie braccia
-sono qui amore, non ti lascio. Torna a dormire, tra poco andiamo a casa- le sorrido, spostandole i capelli dal viso. Un paio di secondi dopo e Margot si addormenta di nuovo. La prendo in braccio e torno a sedermi vicino ad Harry.
-è per lei che te ne sei andata?- mi chiede a bassa voce. Annuisco mentre gli occhi si riempiono ancora di lacrime
-non ti avremmo mai giudicata Lily, mai-
-l'ho capito con gli anni. Ma lì per lì ho pensato che andarmene fosse la cosa giusta, avevo paura della vostra reazione. Mi dispiace-
-non dovevi averne-
-ero spaventata dal giudizio di Louis, non volevo rovinare le cose-
-Louis ti vuole bene, si, forse ti avrebbe dato dell'incosciente all'inizio ma poi ti avrebbe supportata ed aiutata. Ti sarebbe stato vicino, come avremmo fatto tutti noi. Per noi eri e sei come una sorella da proteggere e l'abbiamo fatto-
-lo so Harry, non so che altro dire se non di nuovo che mi dispiace da morire. E mi dispiace anche che tu l'abbia scoperto così-
-forse è stato meglio, insomma via il dente, via il dolore- entrambi sorridiamo, poi il nostro sguardo ricade su Margot che si sistema meglio fra le mie braccia.
-è davvero bellissima. Come te d'altronde- Harry accarezza la mia guancia mentre sorrido -vi somigliate molto- io vedo più la somiglianza di Margot con suo padre, rispetto che con me.
Anne bussa alla porta e senza aspettare una risposta entra.
-scusate, non volevo disturbarvi ma è ora di andare- dice. Guardo l'orario sul mio telefono ed è già passata la mezzanotte, si è davvero tardi.
-arriviamo- dice Harry alzandosi dal divanetto, per andare a recuperare tutte le sue cose. Si cambia velocemente indossando dei pantaloni della tuta neri ed una t-shirt bianca molto basica.
-ti accompagnamo a casa- mi dice Anne
-grazie- sorrido. Mi alzo in piedi, sistemando meglio Margot fra le mie braccia e poi seguo Anne ed Harry fuori dal camerino, diretti verso la macchina.

Harry vuole sapere tutto ciò che è successo in questi anni, per questo mi ha invitato a casa sua per fare colazione.
Questa notte ho faticato a chiudere occhio, alla fine con Harry è andata bene ma non so se andrà allo stesso modo con Louis. Sono molto preoccupata. Fortunatamente non ho trovato nessun video di me e Margot sul web, quindi sono un po' più tranquilla, forse non lo sa nessun altro dei ragazzi. Ma ora non posso perdere altro tempo, devo contattare nuovamente Louis e parlargli, per forza. Dopo aver chiesto ad Anne di mentire per tutto questo tempo, non posso chiederlo anche ad Harry.
-sei stata sempre qui a Los Angeles questi anni?-
-no, mi sono trasferita a Chicago. Al lavoro era capitata l'occasione di trasferimento e l'ho colta al volo. Ho vissuto lì fino a qualche settimana fa-
-e ora?-
-ora sono di nuovo qui- dico ridendo -mi hanno offerto una posizione alla Capitol, per sei mesi, e non ho rifiutato. All'inizio non ero molto convinta ma poi sono quasi stata obbligata-
-perchè?-
-James- solo a pronunciare il suo nome, Harry si fa scuro in viso
-che cosa ha fatto quel bastardo? Ti ha fatto ancora del male?- scuoto la testa
-mi ha trovata. Un giorno mi ha mandato una foto che era fuori casa mia, il giorno dopo ha cercato di ritirare Margot dall'asilo. Non sai quanto io fossi spaventata. Quindi ho poi accettato il trasferimento-
-dio... Non capisco come ancora non sia marcito in carcere quel verme-
-l'avevo detto a tua madre il giorno del funerale di Jane. Sapevo che si sarebbe rifatto vivo ma non so come diavolo mi abbia trovata-
-mi dispiace per tua madre, non lo sapevo- la mano di Harry si poggia sulla mia, in segno di conforto
-è okay- dico sorridendo. Rimaniamo per un po' in silenzio, continuando la nostra colazione. Ho sorriso come una stupida quando Harry ha portato a tavola un piatto, solo per me, di pancakes al mirtillo, sono sempre stati i miei preferiti. Non pensavo lo ricordasse...
-Louis abita ancora nella stessa casa qui a Los Angeles o si è trasferito?- chiedo curiosa. Il prossimo con cui devo parlare è Louis, assolutamente.
-sempre la solita. Ora però è in Messico, dovrebbe tornare qui tra un paio di giorni, penso-
-grazie per avermelo detto- sorrido
-ovviamente dobbiamo poi uscire tutti insieme, una volta che avrai parlato con gli altri-
-bhe, sempre che mi perdonino. Non so se Louis lo farà- conosco Louis da tutta la mia vita, ed è proprio lui quello che mi preoccupa più di tutti, lo conosco da più tempo rispetto agli altri, abbiamo un rapporto totalmente diverso e mi sento di averlo deluso tantissimo.
-lo farà, sta tranquilla-

-quando sono tornata dal funerale di mia madre, Anne mi ha lasciato in valigia delle foto, probabilmente le ha prese dalla tua camera- dico ridendo -e mi dispiace averle chiesto di mentire per tutto questo tempo-
-lei lo sapeva?- chiede Harry corrucciando lo sguardo
-si...- io abbasso il mio di sguardo, per poi rialzarlo, guardando gli occhi verdi di Harry -...è stata l'unica a cui ho chiesto aiuto quando ho scoperto di aspettare Margot. Anne è stata fantastica, mi ha supportata ed aiutata. Ed ha mentito a tutti voi, mi dispiace averla messa in questa situazione. Ma è stata anche lei a darmi un ultimatum, dicendomi che quest'anno voleva passare il natale con te, Gemma ed anche me e Margot, che era stanca di tenervi nascosto tutto questo, e l'ho capita. Ho cercato di fare del mio meglio, riguardando le foto ho detto che non potevo più scappare, dovevo affrontare la realtà, quindi anche se non nel modo che immaginavo, eccomi qui-
-sono felice che mia madre ti sia stata accanto, ti voleva e ti vuole molto bene- Harry sorride
-zia Anne?- la voce di Margot risuona in tutta la stanza, facendo girare sia me che Harry nella sua direzione. Una meravigliosa bambina dai capelli biondo cenere, con indosso un vestito azzurro, che corre per il piano terra di Harry alla ricerca di Anne
-sono in cucina tesoro!- risponde Anne dall'altra stanza e mia figlia cambia direzione correndo verso la cucina. Harry ride, il suo sguardo rimane su Margot fino a quando non sparisce oltre la porta della cucina, poi ritorna a me.
-è stato difficile con lei?-
-con Margot dici?- annuisce -un po'. Avevo solo vent'anni, quando c'era Anne era tutto un po' più semplice ma quando ero sola con lei, mi sono sentita spesso inadatta. Una madre incapace-
-non sei una madre incapace, per quel poco che ti ho vista insieme a lei, mi sembri un'ottima madre, davvero. Ti ho guardata ieri, al concerto, nel camerino, quando l'hai presa in braccio-
-cerco di fare del mio meglio- sorrido -spero solo sia fiera di me. Voglio cercare di darle una vita diversa da quella che ho vissuto io, voglio cercare di essere per lei, una madre migliore della mia- seduti sul divano, come se non fossero passati quasi sei anni, Harry mi tira in un abbraccio, lasciando un delicato bacio sulla mia testa mentre qualche lacrima mi riga il viso.

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Hello!
Nuovo capitolo, spero vi piaccia
A presto, Ale x

Chicago | Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora