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Tutto è andato per il meglio, alla fine i genitori di Niall sono stati contenti di questa scoperta, di sapere di avere una nuova nipote e speravano di sentirsi chiamare nonni anche da Margot.
E sinceramente anche io non vedevo l'ora di sentire mia figlia chiamare Niall, papà. Entrambi le stiamo lasciando il suo tempo, lo dirà quando si sentirà pronta, anche se so che un po' Niall ci rimane male quando sente nostra figlia chiamarlo per nome.

Appena arrivata all'asilo, Margot mi corre in contro con un foglio, è un disegno e non vede l'ora di mostrarmelo.
-guarda mamma, oggi ho disegnato papà- papà. Lo aveva appena chiamato papà e sicuramente l'avrebbe detto anche a Niall.
-è bellissimo tesoro!-
-glielo posso regalare?-
-certo che si. Cosa ne dici se andiamo a prendere una bella cornice e glielo regaliamo domani per il suo compleanno?-
-si! È una bella idea, andiamo subito!-
-dove vai?- dico ridendo -prima dobbiamo mettere le scarpe- è talmente esaltata che stava correndo via senza scarpe. Dopo averle indossate usciamo dall'asilo, saliamo in macchina e ci dirigiamo verso Target.
Facciamo un giro ed infine compriamo la cornice, io ho trovato anche delle altre cose che faranno parte del regalo per Niall.
Appena arriviamo a casa, Margot mi chiede subito di poter mettere il disegno nella cornice e così lo facciamo insieme ed infine lo impacchetto.
Facciamo anche un biglietto d'auguri che poi attacco sulla carta.
È solo dopo che Margot è andata a dormire che mi metto ad impacchettare i regali che ho fatto a Niall. Il primo è un quaderno con una copertina di pelle, in cui ho fatto incidere in oro le sue iniziali, ho pensato fosse perfetto per scriverci la sua musica o qualsiasi cosa gli passasse per la testa. Mentre il secondo regalo è semplicemente un braccialetto con la lettera M incisa sopra.
Dopo aver impacchettato tutto, passo al biglietto.

"Buon compleanno!
I trent'anni sono un traguardo importante ed hai raggiunto anche questo.
Sono davvero orgogliosa di tutto quello che stai raggiungendo, passo dopo passo. Perchè davvero, te lo meriti.

Tu sei, senza dubbio, una delle persone più importanti nella mia vita, spero tu lo sappia.

Non posso negare che la nostra relazione è stata complicata, ma nonostante tutto, sono grata per i momenti felici che abbiamo condiviso insieme. Quando penso a te, mi vengono in mente le tue risate, la tua gentilezza e il modo in cui mi facevi sentire quando eravamo insieme. Sono felice di aver avuto l'opportunità di conoscerti e di aver fatto parte della tua vita per un po' di tempo.

Oggi è il tuo giorno speciale e voglio farti i miei auguri più sinceri.
Ti auguro tutto il meglio per il tuo compleanno e per il futuro. Spero che tu realizzi tutti i tuoi sogni e che tu sia sempre felice e soddisfatto della vita che hai.
Ti meriti solo cose belle perchè sei una persona meravigliosa.

Ancora auguri.
Con affetto,
Lily."

Appena metto il biglietto in una busta, il mio cellulare si illumina di fianco a me, avvisandomi dell'arrivo di un messaggio. Mi irrigidisco di colpo quando leggo il nome di James.

James: fammi entrare, dobbiamo parlare

Come mi aveva trovata anche qui? Dannazione. C'è qualcuno che mi segue?

Lily: non abbiamo nulla da dirci

James: apri, ho detto.
Sto cercando di essere gentile,
altrimenti sai come potrebbe finire se non fai ciò che ti dico.

Appoggio nuovamente il telefono sul tavolo e prendo un mattarello dal cassetto, nascondendolo dietro la schiena.
Sapevo che sarebbe tornato, che tutto questo silenzio era strano..
Apro lentamente la porta, dopo aver tolto l'allarme, ma James la spalanca ed entra come una furia in casa mia.
-dimmi che cazzo significa questo- mi lancia dei fogli sul tavolo. Mi siedo, appoggiando dietro di me il mattarello e prendo i fogli iniziando a leggerli mentre James fa avanti e indietro davanti a me.
Sono i documenti della casa di Doncaster e la lettera dell'avvocato, che ha sbagliato completamente il suo lavoro.
La casa doveva essere lasciata a James, invece è stata fatta richiesta perchè io diventassi l'unica proprietaria.
-c'è un errore. Queste carte sono sbagliate, io non ho fatto questa richiesta-
-stronzate- James batte un pugno sul tavolo, facendomi sussultare.
-ti...ti giuro che è la verità- apro il pc vicino a me, mettendomi a cercare la mail che ho inviato tempo fa, in cui facevo la mia richiesta per poi farla leggere al mio patrigno.
-scrivi a quella stronza e dille di sistemare tutto, altrimenti me la prenderò con te-
-la chiamerò domani mattina-
-alzati- il panico si diffonde in tutto il mio corpo -ho detto, alzati- e così lo faccio. James mi tira verso di se per un braccio e fatica a stringere i miei capelli in un pugno visto che ora sono molto più corti.
-ti prego... mia figlia sta dormendo nell'altra stanza-
-vorrà dire che da brava, starai zitta- in questo momento vorrei impormi, dirgli di no, ma sono così tremendamente spaventata dalle conseguenze.
Quindi, come sempre, purtroppo, mi abbandono alle sue violenze ed abusi. Le lacrime scendono da sole, rigandomi il viso. James mi piega contro il tavolo, tenendo la mia testa schiacciata sul legno freddo mentre con l'altra mano mi abbassa i pantaloncini e gli slip. Chiudo gli occhi quando lo sento slacciarsi la cintura e poco dopo il suo membro è contro la mia apertura. Entra in me con una spinta decisa, tanto da farmi schiacciare ancora di più contro il tavolo. Sento le sue unghie conficcate nella mia pelle, sotto alla mia maglietta. Mi porto una mano a coprire la bocca, per cercare di non fare nessun rumore, non voglio che Margot si svegli, non può vedermi in questo modo.
James esce da me, mi fa girare e cadere sulle mie ginocchia per poi infilare il suo membro nella mia bocca, tiene ferma la mia testa mentre esce ed entra velocemente e devo resistere dal non vomitare, per quanto si sta spingendo in profondità.
Mi da uno schiaffo molto forte e dopo essere uscito dalla mia bocca, mi spinge la testa con violenza contro il bordo del tavolo. Fa male.
-non fare la furba con me, oggi sono stato gentile con te. Sistema questa faccenda- James si riprende le sue carte e poi esce di casa sbattendo la porta. Mi sistemo in fretta ma appena mi alzo da terra, mi gira la testa ed un conato di vomito mi fa correre verso il bagno.
Rimango qualche minuto seduta a terra, cercando di riprendere le forze. Mi alzo e tiro l'acqua, mi sposto verso il lavandino e mi guardo allo specchio, notando un piccolo taglio e del sangue scendere dalla mia fronte.
Piango.
Ancora una volta mi James mi ha usata per soddisfare i suoi bisogni. La mia vita sembra un incubo dal quale non riesco a svegliarmi.
Mi lavo i denti e la faccia per poi disinfettare la piccola ferita.
Esco dal bagno andando in camera mia, la testa mi fa malissimo e continua a girare, così come scendono le lacrime lungo il mio viso. Mi sdraio sul letto e mi rannicchio su me stessa.
Vorrei svegliarmi e pensare che sia stato solo un brutto sogno, che non sia mai successo...

Chicago | Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora