Capitolo IV

67 6 0
                                    

Flynn era un diciassettenne semplice. Andava a scuola regolarmente, aveva il suo piccolo gruppetto di amici, voleva diventare un giornalista. Una persona normale con dei sogni normali. Aveva un'ossessione per i suoi ricci corvini che coccolava sempre con i migliori balsami in commercio, ma a parte questo era una persona normale. Senza alcuna abilità deduttiva e senza alcuna intenzione di finire in galera.

«Tu sei fuori di testa» disse a Jade una volta che lei ebbe finito di parlare. La sua migliore amica gli aveva appena spiegato la sua folle teoria sull'omicidio della loro compagna di scuola. «Solo perché ha un taglio sulla spalla non vuol dire che glielo abbia fatto Nadia»

«Allora come se lo è fatto?»

«E io che ne so? Sei tu che l'hai visto mezzo nudo»

Jade sospirò sonoramente e appoggiò la testa sullo schienale del sedile. Erano davanti a casa sua e non avevano smesso di parlare della questione neanche per un istante.

«Magari è caduto mentre andava a correre» continuò Flynn.

«O magari glielo ha fatto Nadia prima di morire. Sai com'è, per difendersi. Insomma, pensaci. Nella stragrande maggioranza dei casi, l'assassino è il fidanzato»

«Cosa cambierebbe se lo scoprissimo?» Flynn la guardò dritto negli occhi.

Mettersi ad indagare su un omicidio era una fesseria. Era il primo a crearsi mille castelli per aria e lo aveva fatto anche per il caso di Nadia, ma indagare era tutt'altra cosa. Quindi se Jade voleva trascinarlo nei meandri più oscuri della mente umana doveva saperne il perché.

«Tu non hai la curiosità di sapere chi è stato?»

Certo che ce l'aveva, ma essere curiosi era totalmente diverso dal voler scavare nella mente di un criminale violento. Guardò gli occhi neri di Jade e notò la supplica che si stava formando sul suo volto.

«Come vorresti fare?» si arrese.

Sul viso di Jade si formò un piccolo sorriso «Ora sì che si ragiona»

Erano nella camera di Jade e avevano passato l'intero pomeriggio a cercare sui social qualche indizio sulla vita privata di Nadia. Non erano molto amici quando era ancora viva e a parte sapere chi fosse il suo fidanzato non sapevano nulla di lei né delle persone che frequentava.

La camera di Jade era abbastanza minimalista, come la sua proprietaria del resto. Le pareti erano pitturate di rosa, un'eredità poco gradita da parte della piccola Jade che a quanto pare amava quel colore. A parte il letto, l'armadio e la scrivania non c'era nulla di particolare in quella stanza. Niente foto o poster, nessuna decorazione che rendesse quella stanza sua. Come se fosse un'ospite pronto per andare via e venire dimenticato.

«Ho cercato nei suoi followers, ma non c'è nulla di strano. A parte che seguiva il padre di Josh, almeno» Flynn le passò il computer per farle vedere quello che le aveva appena detto.

«Che cosa strana»

«Non troppo. A quanto pare la nostra Nadia aveva il pollice facile, seguiva chiunque avesse visto anche solo di sfuggita»

Jade si passò una mano sulla faccia, desolata. Un buco nell'acqua, come tutto quello che avevano analizzato quel pomeriggio. Si stese sul materasso comodo e Flynn la imitò portando con sé il computer.

«Forse è veramente così semplice. Lei era così... abitudinaria. Sempre negli stessi posti. Guarda. Scuola, chiesa, il bar dei Donovan. La sua vita era così banale. Chi mai avrebbe voluto farle del male?»

Mentre scorreva le immagini davanti agli occhi di Jade, si dovette arrendere nel dare ragione al suo migliore amico. Era vero. Nadia Rosbow era banale, come tutti loro del resto. Scuola - casa, casa - scuola e quando poteva andava nel bar dei genitori del suo ragazzo. Nulla di strano. I suoi occhi color dell'ebano si focalizzarono su un particolare.

«Portava sempre la stessa collana» disse mettendosi seduta e prendendo il computer dalle mani di Flynn. Era un dettaglio che poteva andare perso nella moltitudine di foto che tendeva a pubblicare Nadia. Era una collana normalissima, ma la particolarità era il ciondolo. Un piccolo pezzetto intarsiato in oro che raffigurava la lettera S.

«Perché la S

«Credo di poter rispondere a questa domanda» Flynn mise la mano sopra la sua e guidò il cursore fino ad un'altra foto. Jade dovette evitare di pensare alla sensazione strana che le si era formata per tutto il corpo dopo quel tocco leggero. Flynn le aveva messo davanti una piccola Nadia in braccio ad una ragazza dai capelli rossi. Sembrava la fotocopia di quella che poi sarebbe diventata Nadia qualche anno dopo.

La didascalia era un lungo messaggio di amore e nostalgia per la sua mamma. Un nome attirò la sua attenzione. Sarah.

Ecco spiegata la collana.

Sentirono dei passi provenire dal corridoio e la figura di Cordelia affacciarsi alla porta di camera sua.

«Flynn, tesoro, è meglio che tu vada. Tra poco scatterà il coprifuoco. Non voglio che ti succeda nulla»

Flynn fece un segno di assenso e Cordelia li lasciò di nuovo da soli.

«Cosa pensi di fare adesso?» le chiese mentre sistemava le sue cose nello zaino.

Nella mente di Jade fluivano miriadi di idee diverse così velocemente da non riuscire ad acchiapparne nessuna.

Scosse la testa «Non ne ho idea»

Flynn la lasciò da sola con i suoi pensieri. Andò verso la sua scrivania per provare a finire i compiti che aveva ignorato per tutto il pomeriggio. Lo sguardo le cadde sulla finestra di fronte e vide James chino su una fotografia. Forse stava piangendo di nuovo ricordando i vecchi tempi con Nadia. O magari erano i sensi di colpa.

James si alzò dal letto e si tolse la maglietta. Vide i muscoli flettere guidati da quel movimento e notò qualcos'altro. Un grosso livido sul fianco destro. Erano stati lei e Flynn a farglielo o ce lo aveva già da prima come per la ferita sulla spalla? Era inutile porsi tutte quelle domande. Ripensò a quello che le aveva chiesto Flynn prima di andarsene. Le sapeva già cosa doveva fare, il suo inconscio glielo aveva già suggerito e ora era stata finalmente in grado di capirlo.

Doveva parlare con James.

Valley Of Secrets || Rudy PankowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora