Capitolo XII

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Quella mattina, Jade venne svegliata dal profumo di pancakes. Sua madre aveva l'abitudine di prepararli sempre alla mattina di Natale, da ben prima che nascesse lei.

Scosse Nancy e la sua amica mugugnò qualcosa di incomprensibile.

«Svegliati, dormigliona. È Natale!»

Ancora in pigiama, le due ragazze scesero le scale e Jade andò incontro a Cordelia per avvolgerla in un abbraccio. Aveva bisogno del calore di una persona fidata. Se ci pensava, riusciva a sentire ancora l'alito di James sulla sua pelle, il freddo che le gelava le ossa.

L'aveva lasciata da sola in mezzo al bosco, la testa piena di interrogativi.

Fecero colazione in silenzio e poi Nancy la convinse a fare una passeggiata al parco. Quel giorno la città era in fermento. Era scesa la neve durante la notte e i bambini si divertivano a rotolarsi per terra e fare impazzire i genitori.

«A cosa pensi?» le chiese la sua amica mentre guardava con attenzione i bambini che si rincorrevano tra di loro. Beata innocenza.

«Sembra passato un secolo da quando lo facevamo anche noi. Sai, giocare a palle di neve, non avere un pensiero per la testa»

«C'è qualcosa che ti turba? A parte... lo sai»

Jade la guardò con occhi tristi. Voleva dirle tutto. Voleva dirle di quella sera, di quello che pensava le fosse successo, dei dubbi che le aveva innestato nella mente James Donovan, ma dalla sua bocca non uscì nulla.

«Sono felice di averti nella mia vita, Nance»

Passarono la mattinata lì, Nancy controllava costantemente il cellulare e metteva cuoricini a tutti i post sul Natale che si trovava davanti.

«Che tristezza» le passò il telefono per farle capire a cosa si riferiva. Sarah Cameron, una delle amiche di Nadia, aveva pubblicato una foto con la sua amica. Riportava un messaggio strappalacrime su come quello non fosse più natale perché lei non c'era più.

Jade assottigliò lo sguardo «È casa tua»

Nancy annuì «L'hanno scattata il giorno della festa, me lo ricordo. La sua ultima foto, è terrificante anche solo pensarlo»

Jade ingrandì l'immagine e si concentrò su un particolare che aveva attirato la sua attenzione. Avrebbe riconosciuto quella figura ovunque. I ricci scarmigliati, la postura impacciata. Flynn era alla festa. Flynn le aveva mentito.

Dopo un po', Nancy tornò a casa sua per prendere un cambio di vestiti. Jade tornò a casa sua. Vide sul portico il piccolo Matt togliere la neve con una pala più grande di lui.

«Aspetta, ti do una mano» fece qualche gesto con le mani per spiegargli le sue intenzioni. Vedeva spesso James parlare con lui attraverso il linguaggio dei segni, lo trovava interessante e anche... dolce, in un certo senso.

Matthew le lasciò la pala e andò a prenderne un'altra nel giardino sul retro.

«Ottimo! Così facciamo prima» gli sorrise, sperando che seguisse il suo labiale.

Si voltò per spalare meglio e sentì una pallonata ghiacciata colpirle la nuca.

«Ah è così?»

Gli lanciò anche lei una palla di neve e il ragazzino si piegò per prendere ancora una manciata di nuvole cadute dal cielo.

Non si divertiva così tanto da tempi immemori. Continuarono a lanciarsi palle di neve per un po' di tempo, fino a quando non videro la figura di James oltrepassare il cancelletto che divideva la casa dalla strada.

«Cosa state facendo?» disse facendo dei gesti con le mani.

Matthew rispose muovendo velocemente le mani, lei si perse ai primi gesti, ma James era allenato e capì tutto quello che voleva dirgli il fratello.

«Entra dentro casa, si gela qua fuori»

Matt annuì, le fece un piccolo sorriso ed entrò dentro la villetta.

«Cosa vuoi da mio fratello, Greeves?»

«Stavamo solo giocando»

James sbuffò e dell'aria condensata aleggiò davanti la sua bocca «Perché non mi lasci semplicemente in pace?»

«Perché devo sapere la verità» si girò per un'istante e poi tornò a guardarlo fisso negli occhi, mentre si toglieva i guanti sporchi di neve dalle mani «La sera in cui Nadia è morta... Mi è successa una cosa. Devo sapere se hai visto qualcosa, qualche atteggiamento strano. Tutto quello che ti viene in mente»

«Non mi crederesti»

«Provaci, almeno»

James annuì poco convinto «Ho visto il tuo amico, quello ricciolino. Lui... tu eri ubriaca e lui ci stava provando. Anche troppo per i miei gusti. Ho dovuto togliertelo di dosso»

«Ma io e Flynn ci conosciamo da sempre. Non lo farebbe mai»

«Ti avevo detto che non mi avresti creduto. Ora se vuoi scusarmi...» la sorpassò e senza degnarla di un ultimo sguardo, entrò dentro casa.

Jade voleva delle risposte e le voleva subito. Corse verso casa di Flynn e suonò incessantemente il campanello.

Flynn le venne ad aprire. Aveva la faccia assonnata, Jade entrò in casa senza cerimonie.

«Mi hai mentito» Flynn la guardò con la fronte aggrottata «Eri a quella festa e ci hai provato con me. Perché lo hai fatto?»

Vide la realizzazione farsi spazio nella mente del suo amico. Flynn la fece accomodare sul divano in soggiorno e si mise seduto accanto a lei «È vero, ero a quella festa. Ma non sono stato io a provarci con te. Ero ubriaco, tu sei venuta verso di me e abbiamo iniziato a baciarci. Ho dei ricordi confusi, ma quello me lo ricordo e il giorno dopo volevo parlartene, ma tu non ricordavi nulla»

«Perché non me lo hai detto?»

«Perché tu mi piaci veramente, Jade. Mi piaci dalla prima volta che ci siamo visti. Credevo che provassi lo stesso e invece mi hai baciato solo perché eri ubriaca, ero così poco rilevante che nemmeno lo ricordi. Sono stato una merda»

Jade lo guardò con occhi tristi. Era sorpresa, non si aspettava di certo una dichiarazione d'amore. Non da Flynn.

«Come faccio a crederti, Flynn? Lo sai quello che mi è successo. Qualcuno ci ha dovuto separare perché sembravi molesto, lo capisci?»

«Credi che sia stato io a farti del male? Jade, io... non potrei mai. Lo sai questo»

«Io non so più niente»

Uscì da quella casa di corsa. Appena si ritrovò nel salone di casa sua, vide Howard intento a leggere dei documenti sul tavolinetto davanti al divano.

«È successo qualcosa, Jady? Stai piangendo»

E Jade fece qualcosa che non faceva da anni. Andò verso suo padre e si fece abbracciare stretta. Sentiva la barba ispida di Howard graffiarle la pelle del viso, ma non si era mai sentita più protetta.

Valley Of Secrets || Rudy PankowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora