Capitolo XVII

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Si prese di coraggio e aprì lentamente la finestra per non fare rumore. Uscì dalla stanza e la pioggia cominciò a bagnarle i vestiti e ad appiattire la sua folta chioma ramata.

Aveva ancora in mente il messaggio che le aveva mandato. Voleva vederla e lei come una ragazzina qualunque era arrossita e aveva sorriso come un'idiota. Sentiva il peso del suo cellulare nella tasca destra dei suoi pantaloni come il peso delle aspettative che aveva per quella serata.

Oltrepassò il vialetto e vide la sua macchina. La macchina dove si vedevano continuamente di nascosto. Odio e amore. Era un segreto e un posto sicuro al tempo stesso.

Aprì la portiera ed entrò nell'abitacolo. Era fradicia per via della pioggia e delle goccioline continuavano a scendere dai suoi capelli ramati bagnando il sedile.

«Cosa dovevi dirmi?» chiese piccata. Non avrebbe mai dato a nessuno la soddisfazione di essere felice di vederlo. Men che meno alla persona che aveva davanti.

Delicatamente poggiò le punte delle dita sul suo zigomo arrossato dallo schiaffo e lei si perse in quel tocco confortante.

«Non è nulla. Sai com'è fatto mio padre» si guardarono fissi negli occhi per qualche secondo, poi lei sorrise «Portami via di qui»

Le dita si allontanarono dal suo viso per poggiarsi sul volante dell'auto. Guardò per pochi istanti casa sua e vide la luce della camera di suo padre spegnersi, segno che stava andando a dormire. Non si era accorto della sua fuga. Bene.

Vide la strada dove era cresciuta passarle velocemente davanti agli occhi e il peso che aveva sullo stomaco si librò in aria lasciandola godere del panorama che le si stagliava di fronte. Anche solo per qualche ora lei sarebbe stata libera. Libera da suo padre e dai fantasmi che infestavano quella casa. Libera dalla sua vita.

«Quindi cosa vuoi fare?» le aveva chiesto Malcolm. Erano nella stradina che portava al bosco e da lontano si poteva sentire la musica provenire dalla casa di Nancy Miller.

Nadia non lo sapeva. Era troppo giovane e lui era un uomo sposato, con un figlio della sua età. Non doveva farsi illusioni, lo aveva sempre saputo. Stringeva tra le mani l'opuscolo di una clinica abortiva poco fuori città. Malcolm aveva già pensato a tutto.

«Potresti accompagnarmi, almeno?»

L'uomo annuì «Ma certo. Io ci sono per te, ci sarò sempre»

Nadia abbassò lo sguardo. Non gli credeva. Sapeva che una cosa del genere gli avrebbe rovinato la vita e onestamente non ci teneva troppo neanche lei. Era giovane, avrebbe avuto altri figli. Pensò a James e si dispiacque per quello che gli aveva detto. Non si meritava di essere tradito.

Uscì dalla macchina e camminò a piedi per un po' prima di arrivare alla grande villa dei Miller. Nancy era quasi sempre sola in casa, quindi ormai tutta la città aspettava le sue feste. Si versò un bicchiere di birra. Non importava più nulla, quindi perché prendersi cura di quello che le stava crescendo dentro il corpo.

Quel bambino se ne sarebbe andato presto e al posto suo si sarebbe formato un agglomerato di odio e rancore verso se stessa. Quanto era stata stupida a fidarsi di Malcolm Maxwell.

Si toccò delicatamente lo zigomo che suo padre aveva colpito con violenza nemmeno un'ora prima. Sognava di andare via e non tornare mai più. Credeva che Malcolm fosse la sua via di fuga, ma si era sbagliata.

Sarah Cameron la vide da lontano e la portò in mezzo al salone per farla ballare. Si scattarono un paio di foto. Le classiche cose che si fanno ad una festa per non sentire di stare perdendo tempo prezioso nella propria vita.

Si posizionò in un uno spazio isolato. Quella sera non si sentiva per nulla l'anima della festa.

Vide Jade Greeves fissarla insistentemente e aveva iniziato ad avvertire del fastidio nei suoi confronti. Si era forse formato un livido sulla sua guancia? Doveva andare via.

Vide Jade avvicinarsi a dove era lei. Continuava a fissarla, la metteva a disagio. Un ragazzo la spintonò e Nadia prese la palla al balzo.

Andò al piano di sopra e si chiuse nel bagno. Si guardò allo specchio e faticò a riconoscersi. Quella non era lei. Era la sua ombra, una copia sbiadita. Non poteva essere lei.

Restò lì per un po', ignorando le persone che continuavano a bussare alla porta del bagno. Datemi un po' di pace, pensava.

Uscì solo quando sentì dei rumori provenire dal corridoio. Aprì la porta e vide James staccare un ragazzo da Jade Greeves. La sua compagna di classe non sembrava in sé, aveva lo sguardo vacuo e Nadia andò verso di loro.

«Non lo vedi che è ubriaca, amico?»

Da vicino riconobbe il ragazzo. Flynn era il migliore amico di Jade lo sapevano tutti e ora stava facendo lo stronzo con lei.

«Hai bisogno di una mano?» chiese a Jade, ma la ragazza la guardava senza vederla. Rivolse uno sguardo a James, ma lui distolse il suo. Non riusciva nemmeno a guardarla e come dargli torto.

Accompagnò Jade nella camera che sapeva appartenere a Nancy. Loro erano amiche, quindi non le sarebbe importato. La fece distendere sul letto e dopo averla guardata per qualche secondo, se ne andò. Non ne poteva più di quel posto. Di quella città.

Uscì nel giardino e vide una figura che conosceva bene scappare verso il bosco. I bulli avevano preso di nuovo di mira Matthew e ora lo stavano seguendo nella fitta rete boschiva.

Non poteva lasciare quel ragazzino da solo. Corse verso il bosco, non sapeva dove guardare e aveva paura di seguire quell'orda ubriaca di ragazzi dell'ultimo anno. Andò dove sapeva che c'era una piccola casupola di legno che i genitori di Nancy usavano come ripostiglio.

Aprì la porta e trovò Matt raggomitolato a terra, con un taglio sanguinante sulla fronte. Non sapeva come parlargli, quindi fece qualche gesto per fargli capire che era lì per lui.

Matthew si alzò da terra, lo sguardo rabbioso. La spinse via e Nadia riprovò a fargli capire che non voleva fargli del male. Ma il ragazzino non sentiva ragioni. La spintonò di nuovo e Nadia finì a sbattere contro il muro. Matthew prese un oggetto appeso alla parete e Nadia ebbe il tempo di capire cosa fosse. Un martello.

Matthew provò a scagliarglielo addosso, ma Nadia fu più veloce ed uscì dalla casupola. Corse per tutto il bosco. Che cosa era successo a quel ragazzino? Perché la odiava così tanto?

Si girò per controllare se la stava ancora seguendo e non si accorse del ramo che era caduto a terra. Si ritrovò faccia a faccia con il terreno e sentì la testa girarle.

Vide dei piedi arrivare lentamente verso la sua direzione e piano piano la vista si abituò al buio. Vide Matthew scagliare con tutta la forza che aveva in corpo il martello verso di lei. Sentì un dolore atroce alla testa. Se doveva morire voleva che accadesse in fretta, ma così non fu. Vide quel martello abbassarsi verso di lei altre volte, mentre la sua vista veniva appannata dal dolore e dal sangue. Pregò che il prossimo colpo fosse anche l'ultimo e le sue preghiere vennero esaurite.

Un respiro mozzato e Nadia Rosbow non c'era più.

Vicino al punto in cui Nadia si spegneva, Jade Greeves vagava confusa, mentre un'ombra si stagliava sopra di lei.

Valley Of Secrets || Rudy PankowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora