Sabato per Jade voleva dire svegliarsi tardi e non parlare con nessuno fino all'ora di pranzo. Ma quel giorno i suoi piani vennero interrotti da un sonoro bussare alla sua porta.
«Avanti» gridò mentre si metteva il cuscino in faccia per non dover vedere la luce del sole.
«Jady, tesoro, svegliati»
La voce delicata di sua madre la ridestò e Jade si mise seduta sul letto.
«Ho preparato la colazione, se ti va»
Il brontolare del suo stomaco le suggerì che sì, le andava. Scese le scale e addentò un waffle sotto gli occhi contenti di sua madre. Li adorava. L'unica cosa che era rimasta uguale sin da quando era bambina. Un sottile legame con la sua infanzia.
«Tuo padre si è dimenticato le chiavi di casa» disse guardando un messaggio sul telefono «Di nuovo. Arriverò in ritardo alla riunione del comitato»
Cordelia non lavorava, non ne aveva motivo. Era nata nella bambagia e sarebbe morta nella bambagia, poco ma sicuro. Ecco perché i Greeves riuscivano a fare la bella vita nonostante Howard fosse solo un semplice sceriffo. L'unico modo per riempire le sue giornate era occuparsi insieme alle altre casalinghe dei problemi del quartiere e delle varie festività. Natale era alle porte e nemmeno la morte di una ragazzina avrebbe fermato quelle donne di mezza età con la passione per le gonne a ruota.
«Posso portargliele io. Tanto dovevo andare da Flynn»
Il viso di Cordelia si illuminò «Sei il mio piccolo angelo» le diede un bacio sulla fronte e le mise le chiavi di suo padre sul palmo della mano.
Mandò un messaggio a Flynn che si fece trovare subito davanti alla porta di casa sua. Non vivevano troppo distanti, ma ci volevano comunque dieci minuti per arrivare e i piedi di Jade stavano già chiedendo pietà.
Andarono dritti alla centrale di polizia e Jade salutò con un gran sorriso chiunque le rivolgesse anche solo lo sguardo. Erano sguardi di affetto e grazie tante. Quei poliziotti e quelle poliziotte la conoscevano da quando era uno scricciolo che aveva appena imparato a respirare e che aveva visto per la prima volta il mondo con i suoi occhietti neri uguali a quelli di Howard.
«Jade, ciao. Che ci fai qui?» le chiese Stevenson appena la vide nell'atrio della centrale in compagnia del suo miglior amico.
Jade sventolò le chiavi e finse un sorriso innocente. Solo Flynn riconosceva quell'espressione. Jade aveva un piano.
«Mio padre ha dimenticato le chiavi di casa, posso portargliele?»
«Tuo padre è in riunione in questo momento. Posso dargliele io»
Jade ritrasse la mano nello stesso momento in cui Stevenson gli porse la sua.
«Faccio io. Mi ha detto che mi ha lasciato una cosa sulla sua scrivania, ne approfitto per prenderla»
L'agente le fece cenno che poteva andare. Flynn mosse i primi passi per seguirla, ma una grossa mano pelosa lo tenne fermo sul posto.
«Il tuo amico resta qui»
Jade sorrise ancora una volta al poliziotto come se non ci fosse alcun problema. Ovviamente il problema c'era. Quattro mani sarebbero state molto più veloci e invece si ritrovò da sola nell'ufficio di suo padre.
Stava lavorando al caso di Nadia Rosbow quindi doveva avere da qualche parte il suo fascicolo o una copia di questo. Cercò in tutti i cassetti e finalmente trovò quello che stava cercando. Non c'era tempo per leggerlo. Prese il telefono e scattò una foto a tutte le pagine del fascicolo cercando di essere il più precisa possibile e di non farne nessuna sfocata. Sentì dei passi provenire dal corridoio e rimise in fretta il fascicolo nel cassetto dove lo aveva trovato.
Suo padre entrò nella stanza e i suoi occhi si poggiarono subito su di lei. Abisso dentro abisso.
«Stevenson mi ha detto che eri qui»
«Avevi dimenticato le chiavi» le sventolò di nuovo.
Howard annuì. Sembrava stanco, privo di energie.
«Va tutto bene, papà?»
Inaspettatamente Howard la attirò a sé e la tenne stretta per più tempo del solito. Suo padre non era mai stato un tipo incline agli abbracci, ma era quello che stava facendo in quel momento. La stava abbracciando.
«Hai un passaggio per tornare a casa?»
Jade annuì, confusa da tutta questa premura «C'é Flynn con me»
«Bene, sono contento. Ora vai. C'è una bella giornata di sole»
Howard era contento perché c'era Flynn? Cos'era successo a suo padre e chi era quell'alieno davanti a lei?
Appena fu dentro la macchina del suo amico, iniziò a scorrere tutte le foto che aveva fatto. Nadia era stata uccisa con dei colpi alla testa tramite un oggetto contundente riconducibile ad un martello. Non c'era stata violenza sessuale e il cadavere era stato ritrovato in mezzo al bosco, non c'era stata nessuna premura di nasconderlo o dargli una degna sepoltura. Jade sentì la gola chiudersi e le lacrime formarsi ai lati degli occhi. Povera Nadia. Chi mai poteva essere così folle? Sicuramente qualcuno che conosceva. Non poteva essere un passante a caso, quello era un delitto passionale. Qualcuno la voleva morta e la odiava a tal punto da non curarsi di nasconderla. Ma era un'idea stupida. Trovare il corpo voleva dire più possibilità di trovare il colpevole. Perché lasciarlo lì?
Andò alla pagina con il resoconto degli oggetti trovati sulla scena del crimine. I vestiti della vittima, qualche foglia sporca di sangue.
«Manca la collana»
Flynn si girò a guardarla mentre guidava.
«Magari quel giorno non ce l'aveva»
Certo era possibile, ma i libri che aveva letto dicevano tutto il contrario. Non ci sono coincidenze, solo fatti. Nadia non si toglieva mai la collana dal collo e dubitava che fosse cambiato qualcosa proprio nel giorno del suo omicidio.
Arrivarono di fronte casa sua e Jade vide una volante della polizia lasciare il vialetto della casa accanto alla sua. I colleghi di suo padre dovevano essere venuti per interrogare James.
Jade si asciugò la piccola lacrima che era scesa sulla sua guancia contro la sua volontà. La morte di Nadia non doveva rimanere un mistero. Qualcuno doveva pagare.
Nella sua mente, James doveva pagare.
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Valley Of Secrets || Rudy Pankow
غموض / إثارةCosa potrebbe succedere in una cittadina di poco più di duemila anime, dove si conoscono tutti? Niente, avrebbe risposto Jade. Almeno fino al ritrovamento di un cadavere. Tra di loro si aggira un assassino e Jade si ritroverà catapultata nei suoi ro...