Capitolo VII

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Jade e Flynn si conoscevano da sempre o almeno da quando le loro madri erano entrate a far parte del consiglio del quartiere. Cordelia era solita portarla con lei alle riunioni e fu così che i suoi occhi scuri si incontrarono con quelli verdi e pensosi di un bambino di cinque anni. Era un anno più grande di lei, ma questo non impedì loro di giocare nel giardino di una di quelle signore di mezza età mentre queste si dilettavano a parlare dei problemi dei residenti come se ne dipendesse la loro vita e non fosse solo un modo per tenersi impegnate dal nulla che le circondava.

Così i due amici erano cresciuti insieme e avevano unito le loro alleanze. Josh era amico di Flynn e Jade conobbe Nancy in prima media quando i suoi genitori si trasferirono in quella città dimenticata da dio.

Flynn stava disegnando sul suo quaderno. Tratteggiava quelle linee con cura e ossessiva precisione. Dei passi nel corridoio lo fecero fermare. La conosceva talmente bene da riconoscere i suoi passi. Jade entrò nella sua stanza e si sedette sul suo letto.

«Come se fossi a casa tua» la sbeffeggiò Flynn posando la matita sulla scrivania e chiudendo in quaderno.

«Tu sapevi che James e Nadia non stavano più insieme?»

Flynn la guardò confuso «Mi stai dicendo che Nadia non si vedeva più con il suo presunto assassino?»

Jade scosse la testa «Non ha alcun senso. Nadia se n'è andata di casa senza portare nulla questo vuol dire che voleva tornare. La cosa più probabile è che dovesse vedersi con qualcuno che conosceva»

«E chi se non il suo fidanzato» continuò in un sospiro Flynn.

«Ma se non stava più con James, può essere che dovesse incontrarsi con qualcun altro»

«Perché cerchi di trovargli un alibi?» si alzò dalla sedia e fece scontrare i suoi occhi con quelli di Jade «Perché non può essere stato lui? Ha il movente. Quante volte abbiamo sentito di casi di donne che sono state uccise dal partner dopo averlo lasciato? Migliaia, te lo dico io»

Jade sapeva che il suo migliore amico aveva ragione, ma non riusciva a togliersi dalla testa l'espressione che aveva assunto James mentre ne parlava «Chiamala una sensazione. Non credo sia stato lui»

«Attenzione, signor giudice, abbiamo una sensazione»

«Tu non capisci»

«Allora spiegami»

Jade distolse lo sguardo. No, non poteva dirglielo. Né a lui, né a nessun altro. Si alzò dal letto e se ne andò a passo spedito. Flynn provò a seguirla, ma vide solo la porta d'ingresso di casa sua sbattere.

Non ci voleva molto tempo per arrivare a casa sua da quella del suo migliore amico. Jade si sentiva la testa pesante. Non poter parlare liberamente con Flynn era un'agonia. Si erano sempre detti tutto e ora lei doveva mantenere un segreto enorme.

Un pick-up si accostò accanto a lei. Era quello con cui Josh l'aveva riaccompagnata a casa qualche giorno prima, ma invece di sentire la voce del suo amico, ne sentì una più profonda e vecchia.

«Jade, vuoi un passaggio?» il padre di Josh, Malcolm Maxwell, si sporse dal finestrino per farsi vedere meglio.

Finalmente una faccia amica. Fece un sorriso timido ed entrò nel pick-up.

Malcolm doveva essere stato davvero un bel ragazzo quando era giovane e ora manteneva il fascino dell'uomo di mezza età. Quando lo guardava vedeva una versione invecchiata di Josh, uno sguardo nel futuro dove il suo amico tiene con cura una barba leggermente innevata dal tempo.

Arrivarono davanti a casa sua. Jade fece per scendere dall'auto, ma Malcolm la fermò per un braccio.

«Stai attenta, Jade» il suo sguardo era rivolto verso la casa accanto alla sua. Matthew stava uscendo in quel momento con un sacco della spazzatura tra le mani «Non mi fido di quelle persone»

Jade fece un cenno di assenso e uscì dal pick-up. Malcolm se ne andò subito e lei andò spedita nel giardino dei vicini.

Quando i suoi occhi incontrarono quelli chiari del più piccolo dei fratelli Donovan riuscì a vedere un barlume di sorpresa tradire quel viso bambinesco.

«Ciao, Matt» non sapeva il linguaggio dei segni e la sua unica speranza era che il ragazzino seguisse il labiale. Ma non ce ne fu bisogno. Dietro di lei sentì una porta sbattere e la voce di James richiamare suo fratello dentro casa.

Dopo pochi secondi si ritrovò faccia a faccia con la copia più vecchia di qualche anno di Matthew.

«Adesso importuni anche lui?»

Jade distolse lo sguardo poggiandolo sui fiori del suo giardino «Volevo chiedergli se eri in casa in realtà»

«Tuo padre non ti ha detto che non devi parlare con me?»

Jade si avvicinò di qualche passo a lui e James la guardò confuso «Da quanto tempo tu e Nadia non stavate più insieme?»

James fece scorrere gli occhi sul suo viso per poi poggiarsi sulle labbra screpolate «Qualche settimana prima che lei... Prima che finisse come è finita»

«Perché?»

«Mi sembra assurdo che la figlia dello sceriffo non lo sappia»

«Mio padre non parla con me di lavoro»

«E fa bene, cazzo. Dovresti starne fuori» i suoi occhi erano accecati dalla rabbia, ma lei non distolse lo sguardo da quelle iridi acquose.

«Perché sei pericoloso, è questo che intendi? Che sei un assassino?»

«No, e proprio perché non sono stato io ti dico di rimanerne fuori. C'è un pazzo a piede libero» si allontanò da lei e si strofinò gli occhi «Ascolta, io amavo davvero Nadia, ma ci sono cose su cui non si può soprassedere»

«Perché vi siete lasciati?»

James la guardò di nuovo negli occhi. Azzurro e nero si mescolavano in un tripudio di dolore e risentimento. Inghiottì in groppo di saliva e poi parlò «Era incinta» Jade si allontanò istintivamente, James la guardò per pochi secondi e continuò «E non era mio. Per questo l'ho lasciata»

Un altro elemento era entrato nel suo arsenale di indizi. Questo poteva complicare le cose o renderle estremamente più facili. Jade guardò ancora una volta James negli occhi e poi entrò in casa sua, lontana da quelle iridi spaventate. Se non era stato lui, era suo dovere aiutarlo, si disse quella sera.

Valley Of Secrets || Rudy PankowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora