Capitolo XV

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Cos'era successo davvero quella notte?

Jade non ricordava nulla, ma sapeva, ne era certa, che qualcosa era successo. Qualcosa di brutto.

Se si concentrava riusciva a sentire il peso di qualcuno sopra di lei, l'alito pregno di alcol e chissà che altro. Ma l'assenza di un viso rendeva tutto confuso, come fosse stato solo un sogno. Un incubo, per meglio dire.

Guardò ancora una volta il ciondolo che giaceva nella sua mano pallida e solo una cosa le venne in mente.

I Donovan avevano un piccolo ripostiglio in giardino dove sospettava che tenessero tutti gli attrezzi per la manutenzione della casa. Se la sua supposizione era giusta, il martello che aveva posto fine alla vita di Nadia si trovava lì.

Dato l'orario, i signori Donovan sarebbero sicuramente stati al locale e sarebbero rimasti lì fino a tarda sera. Che i due figli avessero seguito il loro esempio era solo una pallida speranza.

Si infilò una tuta nera e la catenina di Nadia nella tasca della felpa. Uscì dalla finestra e si ritrovò nel giardino sul retro di casa sua. Scavalcò la staccionata che divideva i due terreni e vide la cupola in legno adibita a ripostiglio.

Si guardò intorno ed entrò. Si guardò intorno in cerca dell'arma del delitto. Doveva essere lì, non c'era altra spiegazione. La casupola era buia e solo delle sottili lame di luce la illuminavano. Jade vide il martello e avvicinò gli occhi per guardarlo meglio. Non si arrischiava a toccarlo, se quella era l'arma del delitto non potevano certo trovarci le sue impronte sopra. L'acciaio sembrava pulito, ma l'occhio vispo di Jade notò una increspatura bronzea. A guardarla meglio, quello era rosso. Rosso sangue.

Un cigolio la fece voltare e la luce del giorno che iniziava a spegnersi entrò dentro il ripostiglio. Un'ombra le oscurava la visuale del piccolo giardino.

James Donovan.

«Cosa ci fai qui?»

Jade era paralizzata. Non aveva vie di fuga e l'assassino di Nadia era proprio davanti a lei.

«Sei stato tu fin dall'inizio. Era ovvio. Tutte quelle scene. Stai attenta ai tuoi amici, e poi eri tu quello di cui mi dovevo preoccupare»

«Ma di cosa stai parlando?»

Jade indicò il martello poggiato sul tavolinetto in legno «Questa è l'arma del delitto, Donovan. C'è il sangue di Nadia. O vuoi fare finta di non saperne nulla?»

James si avvicinò di scatto a lei. Jade vide nero per un istante. Sentiva la morte chiamarla a sé. Ma James non voleva farle del male, si era avvicinato per guardare il martello, anche lui attento a non toccarlo. Era già l'indiziato principale, non avrebbe messo le sue impronte sull'arma del delitto.

«Sembra sangue, è vero. Come se qualcuno avesse cercato di lavarlo via, ma non ci fosse riuscito. Non mi sembra il nostro martello. Questo ha il manico blu, il nostro è rosso» la guardò dritta negli occhi «Io non c'entro niente, Jade»

L'aveva chiamata per nome. Non Greeves. Psicopatico, voleva usare tutte le tecniche più becere per guadagnarsi la sua fiducia. Non sarebbe caduta nel tranello, non si sarebbe avvicinata a lui solo perché il suo cuore aveva vibrato sentendo uscire il suo nome da quella bocca setosa da cui erano uscite solo bugie.

Jade scappò dal ripostiglio e poi dal giardino. Iniziò a correre per tutta la strada, ma James era dietro di lei. La stava inseguendo, quel folle. Fece per correre in mezzo alla strada, non vedeva nulla. I suoi occhi erano accecati dalla speranza di scappare dall'assassino che aveva terrorizzato Kilburgh. Quella sera avrebbero festeggiato capodanno e Jade aveva intenzione di non fare stare James Donovan all'aria aperta mai più.

Attraversò la strada senza guardare se stesse arrivando qualcuno e per poco una macchina non la mise sotto. E per un breve istante pensò che rimanere schiacciata sull'asfalto sarebbe stato mille volte meglio di dover affrontare James da sola.

Riconobbe la macchina e l'uomo che la guidava. Malcolm Maxwell scese dall'auto e venne a controllare se stava bene. Fisicamente era così, il pick-up non l'aveva neanche sfiorata. Mentalmente non sapeva come rispondere. La visione del padre di Josh e della macchina che l'aveva accompagnata ovunque con alla guida il suo amico l'avevano destabilizzata.

Il paraurti era distrutto, un danno che solo un impatto avrebbe potuto creare. Malcolm sembrò accorgersi dello sguardo scombussolato della ragazza e disse «Ho sbattuto contro un lampione l'altro giorno, dovrei farla riparare»

Ma Jade ricordava che l'auto quella sera era in perfette condizioni, nessuna ammaccatura. Ed era andata a prendere Nancy. Non era con Josh l'appuntamento. Era con Malcolm.

L'uomo notò il suo silenzio «Ti senti bene, Jade? Vuoi un passaggio?» ma James arrivò in tempo a salvarla. Sembrava assurdo anche solo pensarlo.

Il ragazzo che credeva un assassino fino a pochi attimi prima la stava salvando dal suo nuovo sospettato.

«Jade, ti ho cercato dappertutto»

«Vedo che sei in compagnia» constatò con disgusto il padre di Josh «Sicura di non volere un passaggio?»

Jade scosse la testa e Malcolm si rimise alla guida.

«Ho visto la macchina arrivarti addosso stai bene?»

«È stato lui»

«Di che parli?» James la prese per le spalle e la fece voltare verso di lui.

«È stato lui a prendere Nancy, è stato lui a farle del male. E se lo ha fatto a lei...»

James la guardò stralunato «Mi stai dicendo che... Malcolm Maxwell è il padre del bambino»

Pensò a quella volta in cui l'aveva riaccompagnata a casa. Aveva guardato Matthew e James nel portico della villetta e le aveva detto di stare attenta. E se fosse stato lui a mettere il martello nel ripostiglio dei Donovan?

«C'è solo un modo per saperlo. Dobbiamo andare in ospedale»

James le dedicò uno sguardo confuso. Non riusciva a seguirla nei suoi ragionamenti.

Jade appoggiò le mani sulle sue spalle «Non capisci, Donovan? Se Malcolm era l'appuntamento di Nancy, ci sono i messaggi sul suo cellulare che possono confermarlo. Potrebbe farlo Nancy, ma non sappiamo quando si risveglierà e tu non hai tempo da perdere.»

James rimase stupito da quello che aveva appena finito di dirgli Jade. Un piccolo sorriso fece capolino sul suo volto «Quindi non mi credi più un assassino?»

«Non farmene pentire» 

Valley Of Secrets || Rudy PankowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora