25 - Avernus

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Durante il viaggio verso il Lago D'Averno dalla bocca di Alessio non fuoriuscì alcuna parola. Si era limitato ad appoggiare la testa al finestrino dell'automobile che Fabio del futuro aveva preso a suo padre, osservando con attenzione tutti i dettagli della città che scorreva fuori. Aveva pensato al fatto che forse l'avrebbe rivista con occhi differenti, se il piano di Francesco e dei cacciatori fosse fallito, e quindi non voleva perdersi più nulla.

Reagire o provare a scappare non sarebbe servito a nulla. Margherita avrebbe potuto fermarlo con i suoi poteri e Geremia lo avrebbe raggiunto con un solo scatto di corsa. Tutte le sue forse si concentravano sulla speranza che Francesco riuscisse a interrompere il rituale.

Si incamminò lungo la discesa che dava sull'enorme lago, illuminato dalle luci natalizie che i ristoranti lì presenti avevano già acceso. Possibile che nessun essere umano seduto ai tavoli li guardasse e si chiedesse cosa ci facevano quei quattro lì?

Ricordò poi l'incantesimo di occultamento che la strega poteva lanciare su se stessa e gli altri, quindi abbandonò subito quelle domande.

Nel cielo la luna sembrava perfettamente piena, ma sapeva che in realtà mancava ancora qualche centimetro di luce prima di dare inizio all'incantesimo.

I suoi occhi caddero sulla riva del lago e notò la presenza di un cerchio scavato nel terreno. Quando gli fu abbastanza vicino capì che si trattava di una stella a cinque punte chiusa in una circonferenza. Da ogni punta si ergeva poi una lunga torcia spenta. Margherita le accese con un solo gesto e poi guardò la luna.

«È al suo apice» disse, rivolgendosi al Corvo. «Possiamo cominciare.»

Gli occhi vuoti e folli di Fabio furono su Alessio che subito scosse il capo.

«Devi fermarti» lo esortò. «Non hai pensato che tra tutte le vittime del Tramonto potrebbero esserci anche i membri della tua famiglia? Perfino la tua versione umana di questa linea temporale!»

Glielo urlò perché sapeva che suo fratello lo aveva visto rare volte gridare o perdere il controllo, ma anche perché era così arrabbiato all'idea che per fermare un'apocalisse ne voleva mettere un'altra in scena. Lo aveva salvato da una malattia mortale trasformandolo in vampiro, però a quale prezzo? Sarebbe comunque morta una grossa parte di lui nel momento in cui il parassita progenitore sarebbe entrato in simbiosi con lui.

«Axius mi premierà per la missione che avrò compiuto e chiederò la grazia per tutta la mia famiglia» gli spiegò Fabio, soddisfatto. «Non capisci che i vampiri non sono mostri? Il mondo verrà epurato da chi lo è davvero.»

Gli occhi di Alessio furono poi in quelli di Geremia che sotto il bagliore delle fiamme sembravano fatti di bronzo. Non lo aveva mai sentito parlare da quando era andato a Roma per recuperarlo e volle sperare che sotto il suo aspetto minaccioso di fosse un cuore che si stava pentendo delle scelte fatte.

«E tu?» gli domandò sprezzante. «Mille anni di vita passati a obbedire a un folle.»

Non aveva alcuna paura di risultare offensivo, anzi. Evidenziò con cura tutto il disprezzo nella voce e si augurò che arrivasse alle sue orecchie limpido come la luce delle fiamme che illuminava l'ambiente circostante.

«Giulio ti voleva bene davvero e sono sicuro che sperava in una tua presa di coscienza» proseguì Alessio. «Cosa ti hanno fatto gli esseri umani al punto da ridurti a un insulso soldatino di plastica?»

Il volto di Geremia si allargò in un sorriso divertito e schiuse la bocca.

«Ero un povero orfano che per vivere intratteneva gli abitanti del villaggio con musica e canzoni. Quello che voi chiamereste barbone. Un giorno incontrai una ragazzina di nome Matilde abbandonata dai suoi familiari poiché nata con la sindrome di down e cominciai a prendermene cura» raccontò il vampiro con tono fermo, come se non provasse più alcuna emozione nel rituffarsi nel passato. «Una notte dei briganti assalirono me e Matilde per derubarci quei pochi spicci che avevamo con noi e fu forzato ad assistere a tutta la crudeltà che versarono su lei. Successivamente mi lasciarono lì morente con il cadavere di Matilde a pochi passi da me, poi il resto della storia lo conosci già.»

Città di sangue [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora