5 - Mostro

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Sentire la voce di Fabio fu come premere il tasto replay durante la riproduzione di un brano dal cellulare. Nella mente di Alessio riapparve la scena di lui che usciva dal bagno dell'università e rientrava in aula, gli sguardi di tutti gli altri studenti che lo fissavano con espressioni affilate, gli occhi del professore di diritto romano che per un attimo toccarono il cielo e poi tornarono sull'aula.

Lorenzo gli aveva chiesto se andava tutto bene e lui si era limitato a salutarlo con cenno del capo, ipnotizzato com'era da tutto ciò di cui era stato protagonista.

«C'è qualcuno in casa?» ripeté ancora Fabio.

E Alessio era al centro della sua stanza che guardava la porta d'ingresso con palpebre spalancate e fiato sospeso. Voleva parlare, rassicurare suo fratello e fare in modo che non entrasse in camera.

Non seppe dirsi per quale motivo voleva evitare il contatto con lui, ma pensò che doveva avere a che fare con le zanne che erano tornate a spuntare dalle gengive senza nemmeno che se ne accorgesse.

Quel profumo, poi. Era diventato più intenso. Non c'erano solo le note metalliche del sangue. C'era Fabio con il suo bagnoschiuma al pino e lo shampoo di sottomarca perché tanto a detta sua erano tutti uguali. Suo fratello era nell'aria di casa, frammentato in migliaia di piccole particelle che galleggiavano leggiadre.

I suoi passi, rapidi per l'aver capito di non essere solo, arrivarono fuori la porta. Nel piccolo spazio tra il legno e il marmo del pavimento Alessio vide l'ombra di lui e si voltò verso la finestra, le mani sulle zanne che spingevano verso l'alto per farle rientrare in qualche modo nelle gengive.

La porta si aprì e il profumo di sangue lo investì in pieno, insieme al sospiro di sollievo che tirò suo fratello.

«Mio Dio, sei tu» mormorò l'uomo. «Mi sono accorto che era entrato qualcuno perché io giro la chiave sempre due volte quando esco di casa.»

Fabio gli si avvicinò e Alessio chiuse gli occhi pieni di lacrime. Le gengive alla base delle zanne bruciavano come se avessero racchiuso dei tizzoni ardenti e la bocca era colma di saliva. Non aveva mai fatto colazione secondo il suo stomaco che si contorceva e pulsava così tanto da avvertire le vibrazioni anche contro la colonna vertebrale. C'era qualcosa lì che si agitava, un corpo estraneo che era sicuro di non aver mai ospitato dentro di sé, un po' come scoprire di avere un organo in più rispetto a un essere umano qualsiasi.

«Come mai sei qui? Va tutto bene?»

Gli rivolse le due domande velocemente, la voce preoccupata con tanta sincerità che ad Alessio fece venir voglia di urlare. Non doveva essere così buono con lui, visto che fremeva dalla voglia di bere il suo sangue. Ne sentiva l'odore, ne immaginava il gioioso colore rosso che lo caratterizzava, pieno di vita, quella che non vedeva l'ora di accogliere dentro di lui per spegnere le dolorose fiamme che lo stavano bruciando da ore.

Non seppe dirsi perché pensava al sangue. Non gli era mai piaciuto vederlo, nemmeno quello che apparteneva a lui. Ricordava ancora tutte le volte in cui da bambino cadeva dalla bicicletta e si sbucciava le ginocchia. Non era il dolore in sé a farlo piangere, ma la visione del sangue che gli faceva credere di star attraversando qualcosa di molto grave.

Non sarebbe bastato a Fabio, poi, un cerotto per sistemare la situazione. Lui voleva bere tutto il suo sangue, far entrare dentro il suo stomaco quel buon profumo che fino a una sera prima gli avrebbe dato la nausea.

La mano di Fabio atterrò delicatamente sulla sua spalla e il nuovo organo si agitò così tanto da costringerlo a piegarsi in avanti. Voleva uscire, forse. Farsi spazio tra la carne viva e schizzare fuori, perforandogli l'addome.

«Ehi, ma che hai?»

Alessio si nascose il volto demoniaco tra le mani tremanti e singhiozzò. La convinzione di trovarsi dentro a un incubo si era appena allontanata da lui e rideva di quel ragazzo che era nel mondo reale, quello in cui da un giorno all'altro puoi svegliarti stretto nella tua pelle umana e diventare un mostro assetato di sangue.

Città di sangue [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora