13 - Contrattacco

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Geremia abbottonò la camicia e sospirò. L'aria nella macchina era diventata incredibilmente pesante e calda, al punto da rendergli il respiro affannoso. Anche Lucia ansimava ancora, ma per motivi del tutto diversi rispetto a quelli del vampiro.

«Il sesso vampiresco è...»

La giovane vampira era ancora disciolta sul sedile con addosso solo l'intimo, l'espressione sognante al di là del parabrezza alla ricerca delle parole giuste. Geremia sorrise di fronte al buonumore della bionda e aprì la portiera.

L'impatto con l'aria fredda della notte fu violento, eppure lo riportò in vita. Si trovavano nei pressi di una campagna poco fuori Milano e l'odore del terriccio bagnato della pioggia del pomeriggio contribuì ad alimentare il fuoco con cui aveva giocato pochi istanti prima.

Lucia era bella e forte. Aveva scelto di trasformarla proprio per quei motivi, ma soprattutto per la sua sete di elevarsi al di sopra degli umani. Tirò fuori il pacchetto di sigarette dalla tasca e la guardò rivestirsi all'interno dell'abitacolo.

L'aveva osservata a lungo prima di proporla al Corvo, al di sopra del tetto di un grattacielo a City Life. Dalle nove del mattino alle diciotto del pomeriggio lavorava dietro a un computer in un ufficio come tanti. Era di poche parole con le colleghe donne, ma ancor di più con gli uomini e i loro sguardi lascivi. Glielo leggeva dagli occhi azzurri e dalla loro patina di grigia tristezza il modo in cui avrebbe voluto fare tutti a pezzi e lavarsi nel sangue derivante.

Lei odiava la vita che le era stata data. Voleva di più, voleva essere più forte. Ne aveva visti tanti come lei durante il suo millennio di vita, ma non riuscivano a gestire la paura nel vestire i panni di esseri immortali, potenti e assetati di sangue. Gli occhi di Lucia, invece, erano subito brillati quando le aveva mostrato l'altra parte del mondo.

Geremia si portò la sigaretta alle labbra e la accese, aspirando il tossico calore che ormai non poteva più danneggiarlo. Amava il modo in cui fumare lo difendeva da qualsiasi tipo di stress e in quel momento era la ciliegina sulla torta dopo aver fatto sesso con Lucia.

La vampira uscì dall'automobile e si avvicinò a lui con un passo sinuoso e un ghigno furbo sulle labbra.

«Sei pensieroso?» gli chiese, per poi sedersi sul muso della vettura. Portò i suoi occhi azzurri al cielo ancora tinto di piccole tracce di rosso e Geremia si chiese cosa stesse provando nell'essere veramente viva solo da pochi giorni. Ormai lui lo aveva dimenticato.

«Sono solo rilassato» le rispose con sincerità. «Tu piuttosto? Com'è che ti senti a essere una vampira?»

Lucia ridacchiò e spalancò le braccia, gli occhi chiusi rivolti al cielo. «Non mi sono mai sentita così viva!»

Geremia sorrise di fronte alla sua leggerezza. Sapeva bene cosa voleva dire percepire la vita in quel modo, così pieni di energia da sentirsi perennemente in fiamme. Ricordò quanto evitasse di dormire mille anni prima pur di non perdersi nessun secondo della nuova vita.

«Quando verrà il Tramonto ti sentirai ancora meglio» le rivelò. «Camminerai tra le strade senza mai sentirti diversa e vedrai il mondo rinascere nella sua forma migliore.»

«Ma è giusto?» domandò subito Lucia. «Me lo sono chiesta spesso ultimamente. Esistono anche esseri umani dal cuore buono e...»

«Nessun essere umano è buono!» la interruppe Geremia, la voce tagliente di chi non voleva sentire altro.

«Tu eri umano una volta» mormorò Lucia infine.

Il vampiro rimase in silenzio a combattere contro la scura marea di ricordi che minacciò di trascinarlo in abissi che evitava ogni giorno. Era umano una volta, aveva ragione, e non era uno di quelli che andava punito in onore di Axius. Esistevano persone buone, pensò, e lui era uno di loro. Il mondo doveva essere lavato con il sangue di chi aveva sempre seminato del male, era quello che si diceva ogni giorno, ma sapeva che le cose non sarebbero andate in quel modo. Sarebbero morti anche gli innocenti, anche persone come...

Città di sangue [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora