19 - Coraggio

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Cari mamma e papà, ho pensato subito a voi quando ho saputo in cosa potrebbe incombere il mondo intero. Non che tutti gli altri non siano importanti per me, ovviamente ho pensato anche a Fabio e alla sua famiglia, ma mi siete venuti in mente voi all'istante.

Più precisamente è stata una scena di quando eravamo in vacanza alla casa al mare. Era pomeriggio ed eravamo sulla spiaggia. Fabio poco meno di un adolescente e io ancora bambino. Lui che si divertiva a gettarsi tra le onde e io sulla sabbia a creare fossati e castelli.

Se dovessi spiegare la differenza tra noi due forse dovrei raccontare il modo in cui passavamo le giornate al mare io e lui.

Tornando alla scena, mi ero preso una piccola pausa dallo scavare e avevo alzato lo sguardo verso di voi. Eravate sotto l'ombrellone, felici. Non so di cosa stavate parlando, ma stavate sorridendo. Ricordo di aver sorriso a mia volta e di essermi sentito fortunato ad avere una famiglia così bella.

Ecco. Da quando sono salito a Milano ho pensato a voi molto spesso, ma non perché mi mancava avervi con me. Certo, un po' sì, ma i motivi sono ben più macabri di quello che ci si potrebbe aspettare da un normale ragazzo di quasi vent'anni.

C'è stata una sera qui a Milano, quando Fabio era ancora qui ad aiutarmi con il trasloco, che ho passato in discoteca e dei tizi mascherati mi hanno portato via attraverso strani poteri mentali che proprio non sapevo spiegarmi.

Sono stato braccato. Inseguito come una volpe da un branco di cani da caccia e quando mi hanno raggiunto mi hanno fatto ingoiare una strana creatura che altro non è che un parassita.

Da quel momento in poi è cambiato tutto.

Si chiama Ematolagnus e per vivere ha bisogno di nutrirsi di sangue umano. Purtroppo non di quello del suo ospite. Sarebbe stato facile, dopotutto. Non avrei nemmeno avuto il tempo di scrivervi una lettera. Sarei morto e non starei vivendo questo incubo.

L'Ematolagnus mi ha dato una forza sovraumana e l'abilità di non sentire mai la fatica che potrebbe provare un essere umano. Sono diventato veloce come il vento, più agile di un ghepardo. Non esiste ferita che io non possa rigenerare e non esiste malattia da cui io non possa guarire. Sono indistruttibile. Immune perfino al tempo.

Non è tutto, però. Per non ridurmi a un cadavere immortale devo costantemente alimentarlo con del sangue e per farlo mi ha dato delle zanne con cui poter squarciare la pelle degli esseri umani.

Sono un vampiro, se proprio non devo perdermi in convenevoli.

Quando voi sarete anziani io avrò ancora questo aspetto. Il mondo andrà avanti e io resterò sempre indietro, costretto a vivere nell'ombra per non destare sospetti.

Sono come la batteria di un cellulare che non deve mai scendere al di sotto dell'ottanta per cento, altrimenti il parassita al mio interno comincerà ad agitarsi e a spingermi verso il sangue degli innocenti.

Mi nutro con il contenuto delle sacche di plasma rubate agli ospedali, ma ora ho perso il mio "fornitore" e ne restano poche.

Non sono l'unico vampiro al mondo, ma posso dire con fierezza di non far parte di quelli che mirano alla conquista del mondo, condannando voi umani alla schiavitù e all'essere ridotti in cibo.

Vi scrivo questa lettera perché ho da poco scoperto di essere la chiave che potrebbe rompere un antico sigillo che tiene imprigionato il vampiro progenitore. La sua libertà segnerebbe il punto esatto in cui voi umani conoscerete la fine del vostro dominio sulla Terra.

Sto cercando una soluzione, ma se non dovessi trovarla allora non mi resterà che togliermi la vita. Ci sono dei modi che potrebbero portarmi alla morte eterna, quindi posso ancora sventare questo pericolo che incombe su tutti voi.

Città di sangue [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora