Magia Nera

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Giovedì aveva come ultima ora della giornata difesa contro le arti oscure prima di dover salire e raggiungere Piton, ma fu trattenuta in classe dal professor Moody.

"Carter, aspetta", appena tutti furono usciti l'uomo sigillò la porta e Artemisia estrasse la bacchetta che aveva nella manica pronta ad usarla.

"Posa quella bacchetta. Semplicemente non voglio che qualche ragazzino venga a romperci le palle", fece come le era stato detto rimanendo in allerta, dopotutto era davanti ad un mangiamorte. Lo vide bere un sorso dalla borraccia dove teneva la pozione polisucco ma non disse nulla.

Ciò che voleva fare era dirgli che lei sapeva, vedere la reazione e poi magari consegnarlo a Silente, ma sapeva di non poter interferire negli eventi e poi se lui voleva parlarle in privato doveva avere un fine, fine che lei avrebbe scoperto solo se avesse giocato bene.

"Sei appassionata di arti oscure te lo si legge in faccia, ed sei anche discretamente brava", lo ascoltò accuratamente per vedere dove volesse andare a parare. "ho pensato che potessi approfondire alcuni argomenti da questo libro e se ti appassioneranno, e credo di sì, ne riparleremo. Va bene?", non capiva quali fossero le sue intenzioni ma decise di dargli corda: "va bene, grazie". Prese il libro, aveva una grossa copertina marrone scuro e consunta, le pagine erano ingiallite e molto sottili, l'aura che emanava era intensa e sinistra. La percepì distintamente e l'insegnante se ne accorse sorridendo soddisfatto.

Bussarono alla porta e Artemisia fece appena in tempo a ricacciare il libro nello zaino prima che entrasse Piton, nero in volto.

"Carter, eccoti.", "L'ho trattenuta io Piton, non è stata colpa sua", il capocasa di serpeverde lo fulminò con lo sguardo volgendo poi il capo verso la ragazza che velocemente lo raggiunse. "Arrivederci professor Moody"

Piton era arrabbiato, e lo era per un motivo semplice: odiava i ritardi. Ma era arrabbiato soprattutto con sé stesso perché avrebbe dovuto andarsene dopo i primi 2 minuti invece aveva aspettato quella ragazzina e poi l'era andata a prendere fino in classe. In ciò non sarebbe mai accaduto in circostanze normali ma quella ragazza non era normale e neanche la sua storia e Piton si era trovato ad essere più accondiscendete e non era da lui. I suoi pensieri furono interrotti dalla ragazza al suo fianco che però essendo più bassa di lui di molto arrancava leggermente.

"Sono spariti degli ingredienti dal laboratorio" lo informò. Il pomeriggio precedente infatti si era esercitata nel suo laboratorio e aveva notato la mancanza della pelle di girilacco e dei formicaleoni.

"Lo so" rispose lui gelido

Per tutta la durata della loro lezione Artemisia fu pensierosa e fu sgridata più volte da Piton che in quelle condizioni non riusciva a lavorare bene. Voleva confidarsi con lui e dirgli del libro ma in un certo modo ne era gelosa, sapeva che se glielo avesse detto glielo avrebbe sottratto e non era ciò che voleva. Fu più volte sul punto di parlargli ma con il procedere dei minuti e con il professore che si innervosiva sempre di più desistette.

***

Quella sera dopo la lezione di Astronomia Artemisia e i suoi compagni si ritirarono in sala comune a chiacchierare e giocare a scacchi magici. La situazione si fece interessante quando Gabriel sbucò dall'ingresso della sala con un paio di bottiglie di vino elfico che aveva rubato dalle cucine e nel giro di poco finirono a giocare a obbligo o verità con la prima bottiglia vuota.

"Charlotte devi fare per forza obbligo perché hai già fatto due verità, e ti obbligo a dirmi chi ti piace", disse Lidia tutta contenta. Erano giorni che Charlotte parlava di un ragazzo senza voler dire loro chi fosse e ormai erano tutte sulle spine.

"Mclaggen" biascicò imbarazzata, "COSA??" urlò Kathrine "ma è un grifondoro!", "Lo so però è perfetto, è bello, ricco e purosangue. Cosa potrei volere di più?", "un serpeverde bello e ricco", Artemisia sentendo questa affermazione domandò ingenuamente "perché non anche purosangue?", tutti la guardarono stupiti e Gabriel rispose "perché tutti i serpeverde sono purosangue, Salazar non accetta la feccia, giustamente ahahah", ella non disse nulla, sapeva che non fosse vero ma si sentì improvvisamente fuori luogo. Comunque l'imbarazzo sparì grazie a Michael che richiamò tutti al gioco.

Mostrerò alla Vostra Illustre Signoria ciò che una donna può fareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora