Impicci

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Il giorno dopo Artemisia non andò a lezione anche perché nella mattina avrebbe dovuto avere difesa e non voleva incontrare il professor Moody. Si svegliò nell'ufficio di Piton ma di lui non c'era traccia, probabilmente era a lezione. Trasfiguro il pigiama che aveva addosso nella sua divisa e il letto nella poltrona, tornò al dormitorio e si fece una doccia prima di avviarsi verso l'ufficio del preside, voleva parlargli da sola. Lungo in tragitto rifletté sugli eventi della sera prima e sulla meticolosità di Piton. Il preside era intervenuto tempestivamente ma in modo superficiale, invece l'insegnante si era assicurato che lei dimenticasse la formula affinché fosse al sicuro. L'incantesimo di oblivio non era semplice e ricco di complicazioni, Piton invece lo aveva effettuato con assoluta facilità e sicurezza e senza crearle confusioni o eliminare altri ricordi. 

Giunse nell'ufficio del preside dopo aver pronunciato la parola d'ordine e lo trovò intento a scarabocchiare su alcune carte.

"Artemisia, non mi immaginavo di rivederti così presto, prego accomodati" disse abbandonando i fogli per dedicarle la sua attenzione. "Ieri purtroppo ero molto scossa e non sono riuscita a esprimermi a dovere ma oggi dobbiamo parlare di cose serie" disse e le sue parole causarono un'irritazione nello sguardo di Silente

"A cosa ti riferisci di preciso?"

"Devo trovare il modo di restituire il libro al professor Moody, se sospettasse che sono stata qui non sopravviverei a lungo"

Silente, che estrasse da quelle parole il potenziale di liberarsi di quella ragazzina di troppo e di far uscire allo scoperto l'impostore, rimase vago

"E ha già pensato a come fare?"

"Non proprio, immagino che gli possa riportare il libro dicendo che non c'ho capito nulla"

"Potrebbe essere una possibilità, anche se avendoti dato il libro probabilmente era sicuro che saresti riuscita a decifrarlo"

"Sì ma non penso si esporrebbe, magari per paura che la copertura possa saltare lascerebbe correre"

Era ovvio che fosse rischioso affidarsi a un'ipotesi ma la preoccupazione di Silente non era tale da portarlo a dedicarcisi, così le diede il libro e le lasciò libertà nel modo di fare. Forse se fosse stato fortunato avrebbe risolto 2 impicci in un colpo solo.

***

Una volta ottenuto il libro però Artemisia non andò dal professor Moody, si diresse invece verso lo studio di Piton. Per un motivo poco comprensibile era passata dall'odiarlo alcuni mesi prima al fidarsi di lui, dunque se doveva correre un rischio desiderava che lui lo approvasse e fosse informato per aiutarla, perché sapeva che l'avrebbe aiutata.

Bussò sperando che il professore fosse tornato ma non ottenne risposta così in fretta si diresse all'aula. Rumore di coltelli e altri utensili si potevano avvertire da fuori la porta, era il mezzo di una lezione, pensò di fare dietro front e aspettare ma fu proprio questa fortissima tentazione di isolarsi a farla desistere, era l'effetto del libro. Bussò e ricevette un 'avanti' scocciato. Entrò incerta e l'intera classe si girò a vedere chi fosse la folle che aveva osato interrompere. Piton si trovava in mezzo all'aula a controllare i calderoni e dopo aver ringhiato l'ordine di tornare sulle pozioni la fissò serio.

Lei si avvicinò per poter parlare a volume più basso: "scusi il disturbo ma avrei bisogno di un chiarimento sul tema per la settimana prossima, ce l'ho nello zaino"

Sperò che Piton capisse. Lui la guardò negli occhi e lei si sentì vacillare davanti a quei pozzi neri: "come mai non è a lezione?", sapeva perfettamente il perché e questo le fece capire che aveva capito e le stava dando corda: "sta notte sono stata poco bene", "Mh... si sieda, a fine ora guarderò il suo tema"

Mostrerò alla Vostra Illustre Signoria ciò che una donna può fareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora