La persona più importante

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Severus era nel suo studio, seduto su una poltrona, e leggeva ma ogni volta che finiva una pagina si rendeva conto di non aver capito nulla e ricominciava.

Aveva altro per la testa e questo era la discussione con Artemisia. Aveva stampato nella testa l'ultimo sguardo che gli aveva rivolto, e impresse le ultime parole.

Non me lo merito

No, non si meritava tutto quello. Ma soprattutto non meritava di soffrire accanto a un uomo come lui.
Nelle ultime settimane aveva sperato di poter voltare pagina definitivamente, poter avere accanto una persona come lei. Invece la sua natura di spia, incapace di fidarsi, sempre sospettoso, aveva avuto la meglio. E piuttosto che ammettere a sé stesso, che era diventata davvero brava a fingere e mentire, aveva diffidato e l'aveva aggredita come non si meritava.

Si alzò lanciando il libro sulla poltrona e iniziò a vagare per la stanza, senza una meta precisa. L'aveva lasciata andare via da sola e non si era neanche accertato che fosse rientrata, ma se fosse andato da lei ora, probabilmente l'avrebbe affatturato.

Stava decidendo cosa fare quando un bagliore argenteo entrò nella stanza sottoforma di fenice. Il patronus di Silente si fermò davanti a lui e la voce del preside riecheggiò in tutta la stanza

"Severus, vieni a Grimmauld Place il prima possibile. È urgente"

L'animale si dissolse, riportando la stanza alla sua consueta oscurità. Afferrò il mantello e in un attimo fu fuori da Hogwarts.

*

Non si sarebbe mai aspettato, una volta arrivato, di trovarsi davanti ciò che trovò. Silente lo guardava con occhi tristi, mentre lui si sforzava di rimanere composto davanti all'intero Ordine della Fenice.

"Fuori di qui" disse gelido invitando tutti ad uscire dalla stanza.
"Vorrei ricordarti che è casa mia Mocciosus" azzardò Sirius. Piton gli riservò un'occhiata talmente carica di odio che chiunque sarebbe morto all'istante.

Silente da un angolo osservò quel ragazzo che considerava come un figlio, gettarsi su una sedia accanto al letto, e scoppiare a piangere. Piangeva a singhiozzi, uno di quei pianti dei bambini, talmente disperati da far piangere anche le persone intono, e anche gli occhi di Silente si inumidirono.

Piton le prese la mano tra le sue grandi e calde, e il contrasto con il freddo lo fece singhiozzare ancora più forte. Nessuno poteva sentirlo da fuori ma non gli sarebbe importato.

"S-sei così fr-fred-da" disse tra le lacrime. "M-mi spia-ce, mi s-spiace t-t-tanto"

Tenendo sempre la mano stretta nella propria accostò l'altra al suo viso, pallido di morte. L'accarezzò piano, spostandole alcuni capelli dal viso. Sentì i passi di Silente avvicinarsi, ma non si voltò, era troppo distrutto.
"Cos'è successo?"
"Qualcuno stava tentando di smaterializzarsi nella foresta, quando sono arrivato per controllare lei era per terra e una chimera la stava puntando"

La guardava con gli occhi pieni di lacrime. Larghe bende le fasciavano il busto e il braccio, le gambe scoperte era piene di tagli e lividi, il volto era pallido e le occhiaie scure, le labbra livide.
"Si riprenderà, vero Albus?" disse, voltandosi finalmente verso di lui e guardandolo con occhi supplicanti. Silente ebbe un déjà-vu.
Non rispose subito e quando lo fece decise di non mentire: "non lo sappiamo, possiamo solo aspettare che si svegli"
Vide la paura attraversare quegli occhi neri
"Che cosa le avete dato?" si sforzò di chiedere
"dittamo, rimpolpa sangue, rinvigorente, unguenti vari, refrigerante, ossofast..."
Piton di allarmò: "perché anche l'ossofast?"
"Si è rotta la spalla, non so come"

Si mise una mano sul viso, cercando di scacciare via quella terribile sensazione di pesantezza, ma invece quel gesto lo abbatté ancora di più facendolo ricominciare a piangere.
"Guardala Albus" disse indicandola
"È così pallida. È tutta colpa mia, abbiamo discusso e lei se n'è andata. Avrei dovuto seguirla, invece sono stato orgoglioso e l'ho lasciata sola. Se dovesse-"
"Non dirlo neanche" lo interruppe Silente "La colpa non è tua, e si rimetterà". Disse perentorio, stroncando sul nascere qualsiasi altra auto-commiserazione

Mostrerò alla Vostra Illustre Signoria ciò che una donna può fareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora