Pace fatta?

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Si smaterializzarono insieme ad Hogsmade ma aspettarono di entrare nei confini del castello per parlare. Camminavano fianco a fianco, incredibilmente simili: l'espressione controllata, le spalle dritte, il passo silenzioso.

Un tremore la attraversò costringendola a stringersi nel mantello, sentì il braccio di Piton avvolgerla per scaldarla.

"Sono gli effetti della cruciatus, ti darò una pozione appena arriviamo", "Dobbiamo fare rapporto a Silente, si è raccomandato", "Domani è sabato, avremo tutto il tempo".

Arrivarono nell'ufficio dell'insegnante e Artemisia si andò a sedere sul bordo del camino che si era acceso al loro ingresso. Piton le portò una boccetta con un liquido azzurro acceso, la bevve tutta l'un fiato e i tremori si quietarono quasi istantaneamente. Egli si sedette sulla poltrona più vicina a lei. "Il polso?", "Sta bene" rispose con voce flebile portandosi il braccio destro davanti al viso, non osava neanche accostarle lo sguardo a quello sinistro.

"Severus ho ucciso un uomo" disse tremante, dopo minuti di silenzio, immobile. Lui ebbe come un déjà-vu rivedendo sé stesso dopo essersi accorto anni prima di tutti gli sbagli fatti.
"Era un mangiamorte, nessuno lo compiangerà", "Sì ma era comunque una persona e non sarà l'unica" si sentiva sporca, dannata, era così che si sentiva Severus? Come poteva conviverci?

Non poté contraddirla. Il fuoco scoppiettava nel camino proiettando ombre sinistre nella stanza.

"Perché hai usato quell'incantesimo? È di magia molto oscura, lo sai vero?". Lei si morse l'interno della guancia prima di parlare, con una rabbia per sé stessa che faceva male a Piton stesso:

"Non lo so perché l'ho usato. Ero nel mezzo dello scontro e aveva appena cercato di uccidermi. L'hai visto che sguardo aveva? Gli occhi erano assatanati e sorrideva divertito, ho desiderato di cancellarglielo quello sguardo, e le parole sono uscite da sole, pendo di non averlo mai neanche letto sui libri"

Gesticolava mentre parlava, la mente era confusa e le parole le uscivano di getto.

Severus da parte sua era preoccupato, a Villa Malfoy non era sembrata così provata ma ora che palesava il suo malessere si sentiva inutile. Incapace di aiutarla. Non era mai stato d'accordo con quell'idea ma alla fine si era detto che le sarebbe stato vicino, si rendeva conto che era inutile.
"Visto che c'eri potevi ammazzare Bellatrix, sarebbe stata una liberazione per la società"

Artemisia lo guardò confusa ma poi scoppiò a ridere e il riso si alternò ai singhiozzi.
"Che c'è?" chiese Piton offeso. "Nulla ma la tua capacità di consolare è unica" rispose asciugandosi le lacrime.

"Sta zitta, potevo anche lasciarti a piangere", "Come sei antipatico!" disse fingendosi sconcertata e ridendo, sta volta con una risata vera, limpida.
"È una delle mie migliori qualità" le rispose ghignando divertito e ammirandola ridere.
"Ma no dai!" e visto che era a portata di mano gli tirò uno schiaffò leggero sulla gamba ma lui con un gesto veloce le bloccò il polso guardandola con sfida.

Lei rimase immersa nei suoi occhi scuri e la tensione si fece palpabile nella stanza. Severus a sua volta si perse in quegli occhi verdi e in un attimo si getto sulle sue labbra, baciandola. Artemisia si alzò e anche lui fece lo stesso senza interrompere il contatto iniziarono a spogliarsi

"Sei bellissima vestita così" le disse tra i sospiri. Artemisia non rispose, imbarazzata dal complimento e troppo presa per palare.

Gli sfilò la camicia e poi lui la fece voltare per slacciarle il corpetto. "Come diavolo hai fatto ad allacciartelo da sola" disse esasperato dai mille laccetti, "chi te lo dice che me lo sia messo da sola" lo provocò, così lui chiese: "e chi sarebbe stato allora?", "beh sai, Lidia era da me e si è offerta di aiutarmi".

Mostrerò alla Vostra Illustre Signoria ciò che una donna può fareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora