Sarcasmo e sdolcinatezze

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Le settimane passavano e le lezioni continuavano. Artemisia aveva chiesto a Piton di insegnarle a creare dei ricordi e lui l'aveva considerata una richiesta legittima così avevano iniziato ad esercitarsi su quello ma Artemisia si rese subito conto che era un passo davvero difficile da fare. Piton le insegnò l'incanto Patronus per quanto non sembrasse affatto il tipo che da rilevanza a questo tipo di magie. Era un lupo il patronus di Artemisia, un bellissimo lupo argenteo.

Spesso lei e Piton finivano seduti sulle poltrone davanti al camino a leggere o a chiacchierare. Ogni tanto l'insegnante le chiedeva qualcosa della sua vita ma non parlava mai della propria e ogni tanto a quei discorsi accompagnavano un bicchiere di vino.

"A che ha pensato per evocare il patronus?", chiese all'improvviso una sera. Stavano davanti al camino, lui su una poltrona e lei sul bordo in pietra sperando di scaldarsi. Artemisia abbassò il libro sugli utilizzi della belladonna che stava leggendo e guardò Piton interrogativa.

"Le interessa davvero?", "No, ma mi annoio", "Sa è la stessa cosa che penso io quando spiega", gli rispose lei, "Ah sì? Buono a sapersi. Stia attenta durante la prossima lezione di pozioni, potrebbe esplodere il calderone", Artemisia adorava quei botta e risposta e la facevano sempre divertire.

"È un ricordo molto sdolcinato, lo vuole sapere lo stesso?", "Ho cambiato idea, voglio evitarmi di vomitare", "Grazie eh, molto gentile", scoppiò a ridere un po' per l'alcool e un po' per la faccia disgustata di Piton.

Lui la guardò ridere, le guance arrossate e gli occhi lucidi per il vino illuminati dal fuoco del camino. La osservò veramente per la prima volta, gli occhi erano di un verde intenso ma non gli ricordarono gli occhi di Lily, quelli di Carter erano più scuri e profondi, in un certo senso erano più intriganti, il taglio era leggermente allungato ma in alcune espressioni diventavano grandi e tondi come quelli di una bambina. La pelle era chiara e il viso minuto era incorniciato dai capelli neri e lunghi fino a metà schiena, si soffermò forse troppo sul sorriso e le labbra che in quel momento erano le protagoniste di quel volto divertito. Era piccola, piccola di statura, alta meno di un metro e sessanta ma perfettamente proporzionata in quel suo essere minuta.

"Ti sbrighi", le disse spronandola a parlare anche se aveva detto che non gli interessava.

"Ehm beh che stessi con Eva l'ha capito", disse facendo una premessa al racconto e Piton asserì.

"Ecco io ero innamorata, ma veramente tanto, e siamo state insieme a lungo, in realtà non ci siamo mai lasciate...", fece un attimo di silenzio prima di continuare, ormai parlare della sua vita di prima le riusciva abbastanza facile era come se grazie all'occlumanzia la stesse esorcizzando. Tranne Eva, lei rimaneva intatta nella sua mente. "Quando l'ho raggiunta dopo l'incidente con mio padre lei mi ha consolata, mi è stata vicino, mi ha detto che ci sarebbe sempre stata per me e per la prima volta mi ha detto di amarmi. Ho pensato a questo"

Artemisia aveva appena raccontato alla Thomas cosa fosse successo, erano a casa della donna ad Hogsmade nella sua stanza da letto. "Mi spiace, mi spiace tantissimo, ma andrà tutto bene", le disse la donna. "Come potrebbe andare bene, Eva ho ucciso mio padre passerò i miei prossimi 20 anni in prigione e ormai sono sola al mondo, entrambi i miei genitori non ci sono più", continuò a piangere silenziosamente. "Artemisia non sei sola, ci sono io per te e ci sarò sempre", Artemisia la baciò con trasposto godendosi quell'ultimo bacio, doveva fuggire e non voleva che Eva ci andasse di mezzo per aiutarla, la donna ricambiò il bacio iniziando a piangere anche lei e stringendo a sé il corpo tremante dell'altra, "Ti amo", le sussurrò nel mentre e ad Artemisia il cuore mancò un battito, "Anche io" le rispose lasciandosi scappare un singhiozzo prima di pietrificarla senza che si accorgesse che aveva preso la bacchetta. Si smaterializzò sulla torre di astronomia, voleva guardare un'ultima volta quel panorama prima di scappare chi sa dove, le sembrava l'unica cosa sensata da fare allora.

Mostrerò alla Vostra Illustre Signoria ciò che una donna può fareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora