Spiragli di compagnia

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Il preside aveva ragione: Artemisia era molto schiva, di fatti non aveva quasi rivolto la parola agli altri studenti da quando era arrivata e la cosa non le dispiaceva. Non era mai stata abituata ai gruppi numerosi, non era mai stata abituata neanche ai pochi amici. A dir la verità i suoi primi anni a scuola erano stati un inferno dal punto di vista sociale, dunque adesso che si trovava in un ambiante e in un tempo totalmente diversi era particolarmente difficile per lei. La rassicurava solo il fatto di aver mantenuto la stanza singola che le era stata data i primi giorni quando ancora non erano arrivati gli altri studenti, eppure quella solitudine durò meno di quanto sperasse.

Era sabato mattina quando sentì bussare alla porta e vide entrare uno dei prefetti di Serpeverde seguito da una ragazza del suo stesso anno di cui non ricordava il nome.

"Ciao" disse Artemisia interdetta

"Ciao" rispose l'altra ragazza con un largo sorriso e trascinandosi dietro il suo baule.

"Signorina Carter, credo sarà contenta di sapere che in luogo di una risuddivisione più equa delle camere la signorina Burke è stata spostata in camera con lei"

Si sforzò di sembrare felice della notizia sebbene dentro di sé maledicesse quella nuova situazione. Dopo qualche altra informazione buttata lì il prefetto le lasciò sole e il rischio che si instaurasse un silenzio imbarazzante la spaventò.

"Io sono Kathrine e tu sei Artemisia Carter, giusto?" si presentò la ragazza andandosi a posizionare sul letto che era stato appena aggiunto per lei. "Sì, piacere", rispose imbarazzata. Osservò attentamente la sua nuova compagna: era davvero bella, con i capelli biondi e mossi, e gli occhi azzurri, sarebbe sembrata un angelo se non fosse stata in Serpeverde.

"Comunque non è vero che hanno cambiato la divisione delle camere, è che ho litigato con la mia compagna di stanza e l'ho affatturata" ammise Kathrine

"Ah, non il miglior modo per presentarsi, devo dire!" commentò facendola ridere e sorridendo a sua volta.

Nei giorni successivi scoprì che avere la compagnia di un'altra persona poteva essere piacevole, infatti spesso la sera si erano intrattenute in chiacchiere sui compagni e i professori, però non sfociavano mai in argomenti più personali. Nonostante ciò Artemisia ricercava altri spazi di solitudine perdendosi volontariamente tra i corridoi del castello oppure uscendo in cortile.

Si trovava sulle sponde del lago nero a osservare le leggere onde che si infrangevano contro il bagnasciuga. Non si capacitava di come quello stesso lago 100 anni dopo sarebbe stato esteso la metà, alimentato con la magia nei mesi più caldi, era una piaga del suo tempo la siccità. Immersa in quei pensieri sulla sua vita precedente agitò distrattamente le dita facendo levitare di una decida di centimetri un sassolino bianco. Rimase così per diversi minuti quando uno scricchiolio alle sue spalle spezzò quel momento di stasi facendola voltare di scatto.

Ritrovò lo sguardo indagatore di Piton a osservarla. Chi sa da quanto era lì. Artemisia si alzò reggendo lo sguardo, infastidita dall'essere stata interrotta.

"Buongiorno, le serve qualcosa?" chiese bruscamente, "In realtà la stavo cercando. Dovrebbe venire con me"

Non fece domande, lo seguì e basta. Arrivarono nei sotterranei davanti alla parete di un corridoio su cui un attimo dopo che si furono fermati apparve una porta.

Entrarono in un ambiente circolare parecchio grande, tutte le pareti erano tappezzate di librerie con all'interno enormi volumi e ingredienti pozionistici. La struttura della stanza si basava su cerchi concentrici: al centro vi era un'isola tonda su cui erano poggiati tre calderoni, il secondo cerchio era formato da 4 banconi curvi separati da degli strettissimi passaggi per camminare, e il terzo livello era formato dalle pareti stesse. La ragazza osservò il laboratorio affascinata incapace di dire una sola parola. L'insegnante la guidò in un altro ambiente molto angusto ma con un soffitto alto almeno 6 metri e anche questo era ricoperto di ripiani e mensole contenenti ingredienti catalogati per ordine alfabetico e di utilizzo.

La ragazza lesse alcune etichette di sfuggita e le brillarono gli occhi come non accadeva da tempo. Piton la osservò in disparte, osservò il sorriso timido che si era formato su quel viso sempre controllato.

"Ho alcuni ingredienti come l'alga branchia, le lacrime di fenice o i crini di testral che preferirei non toccasse. In laboratorio ci sono svariati ingredienti di cui può servirsi. Pretendo che dopo il lavoro lei pulisca i casini che combinerà. Alla prima cosa che esplode lei è fuori. Sono stato abbastanza chiaro?"

La ragazza sobbalzò sentendolo parlare dopo minuti interminabili di silenzio e lo ascoltò attentamente.

"Aspetti, non capisco, posso usare il suo laboratorio?", "In altre parole sì", Artemisia si bloccò a quella affermazione e sbarrò gli occhi: "Starò attentissima"

Piton non era affatto contento di lasciarle il laboratorio ma era stata l'unica cosa che gli era venuta in mente per cercare di portare avanti l'idea di Silente e volente o nolente l'avrebbe portata a compimento.

*

"Artemisia oggi io e gli altri studiamo insieme in sala comune, ti va di unirti?" le chiese la compagna di stanza una mattina mentre si preparavano per andare a lezione. In verità erano giorni che cercava di coinvolgerla con "gli altri", alcuni compagni di Serpeverde del loro anno, ma lei rifiutava sempre.

"Oggi in realtà avevo già pianificato di andare in biblioteca, devo finire una relazione per aritmanzia" cercò di svincolarsi ma Kathrine sospettava che fosse un a scusa

"Puoi farlo domani, e oggi fai con noi pozioni o erbologia" insistette e Artemisia che non sapeva più come rifiutare senza offenderla, rimase in silenzio fingendo di rifletterci su.

"Facciamo così dopo le lezioni passi per la sala comune a salutarmi e conosci i ragazzi, se ti va resti se no te ne vai in biblioteca, non insisterò per farti rimanere" tentò di venirle incontro la bionda e così si accordarono. Non sarebbe mai rimasta però era già qualcosa

Le lezioni della giornata terminarono alle 4 del pomeriggio e ciò voleva dire che aveva poche ore prima di dover andare a cena, fu dunque tentata di andare direttamente in biblioteca per non perdere altro tempo e aveva imboccato il corridoio che l'avrebbe portata al primo piano, poi però un senso di colpa sconosciuto le ricordò lo sguardo di Kathrine che le chiedeva di raggiungerla e così si voltò e tornò indietro.

Riconobbe subito quella chioma bionda in mezzo a un piccolo gruppo di persone e si sentì rassicurata, temeva ci fosse più gente. Si avvicinò con passo sicuro e posò una mano sulla spalla dell'amica che era seduta con lo sguardo nella direzione opposta. Quella alzò lo sguardo e vedendo il volto di Artemisia sorrise raggiante fingendo di non notare la sua espressione contrariata.

"Hey che bello vederti! Oggi non siamo al completo ma te li inizio a presentare"

La trascinò in un vortice di nomi e volti nuovi iniziando da una ragazza alla sua destra che si alzò per stringerle la mano, era molto alta, forse 1 m e 75, aveva i capelli neri avvolti in ricci fittissimi e ben curati, la carnagione scurissima e gli occhi allungati erano due pozzi senza fondo, Lidia Nott era davvero stupenda; subito dopo di lei seguì Michael un ragazzo con i capelli castani e sbarazzini e le guance tinte di un allegro rossore naturale, le diede da subito un'ottima impressione; poi giunsero a un'altra ragazza, Charlotte, anche lei appartenente a un'ottima famiglia purosangue e con tutto l'atteggiamento degno del suo lignaggio, aveva i capelli di un biondo caldo curati maniacalmente, e gli occhi resi verdi da una magia estetica, avere gli occhi castani doveva essere troppo comune per lei.

"Manca Gabriel che è in giro con Dafne"

Artemisia finse di interessarsi ma non avendo idea di chi fossero le importava relativamente. Passò nuovamente lo sguardo sul quartetto di fronte a lei e valutò seriamente se rimanere. Voleva sforzarsi di far contenta la sua compagna di stanza e non voleva dare subito l'impressione della ragazza emarginata però girandosi a guardare Charlotte l'impulso di andarsene fu più forte di lei. Salutò cordialmente ed andò in biblioteca.

Nell'immagine a inizio capitolo vi ho caricato un'illustrazione di come immagino il laboratori di Piton, se la descrizione non fosse stata chiara💞

Mostrerò alla Vostra Illustre Signoria ciò che una donna può fareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora