Pozioni

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Piton rispuntò poco dopo pranzo da una porta, parallela alla sua, spuntata dal nulla. Lei sobbalzò ed estrasse la bacchetta ma appena riconobbe l'uomo la posò.

"Stia calma Carter, non ci tengo ad essere affatturato", disse lui scostante. "Mica è colpa mia se lei sbuca fuori dal nulla dopo essere sparito senza dire niente", rispose lei piccata ma a quanto pare l'uomo non era di buon umore quella mattina. "Non devo tenere conto a lei dei miei spostamenti", "Ci siamo svegliati dolci sta mattina?".

Si rese conto di aver esagerato solo quando egli avanzò velocemente verso di lei facendola arretrare spaventata. "Ragazzina, veda di moderare i toni o non sarà Cruch ad ucciderla", cacciò quel nome con talmente tanto astio che Artemisia capì subito c'entrasse lui con il suo malumore.

"Che ha fatto Cruch?", l'uomo richiamato alla realtà da quella domanda si allontanò bruscamente da lei sbraitando: "ha rubato ancora dalle mie scorte e adesso non ho abbastanza sanguisughe che mi servono per una pozione", "E non si trovano nella foresta proibita?", "Certo che sì, ma la pozione ha una tempistica e va controllata e non posso permettermi di rovinarla per quel-", trattenne qualsiasi imprecazione rendendosi conto che stesse dando i numeri davanti a una studentessa, lei invece si contorceva le dita indecisa se parlare o no, ma fu anticipata da Piton.

Prese tra pollice e indice la radice del naso e sbuffo sonoramente, contrariato dalla richiesta che stava per farle: "Carter, per quanto non voglia assolutamente, devo chiederle di seguire lei la pozione mentre io vado a recuperare gli ingredienti mancanti", lei che voleva proporgli proprio quello rimase comunque stupita del fatto che fosse stato lui a chiederglielo: "Ehm... sì, va bene. Starò attentissima", "bene", disse poco convinto per poi farle segno di seguirlo ed oltrepassarono la porta da cui Piton era arrivato.

Questa portava direttamente nella sua camera da letto, perfettamente ordinata, ma non ebbe il tempo di soffermarsi abbastanza perché Piton oltrepassò un'altra porta che li portò direttamente nel laboratorio che Artemisia aveva già utilizzato. Due calderoni bollivano contemporaneamente e nella stanza quasi non si respirava. Si avvicinarono ai fuochi.

"Sai che cos'è?", chiese scocciato. Artemisia osservò attentamente la pozione verde pallido, sentì l'odore acre, simile al limone andato a male, ma non riusciva a ricollegarli con nulla. "No", dovette ammettere e lo sbuffo di Piton non l'aiutò a rassicurarsi.

"Questa è una pozione di elevata complessità, può capitare che la magia non riconosca il corpo che la ospita e che per questo vada a deperirlo lentamente e dolorosamente, questa pozione inibisce la magia fin quando non si trovi la causa di questo comportamento insolito."

"Va bene, ha un libro, degli appunti?", Piton le passò un libro con varie notazioni ai margini e lei iniziò a leggere dopo il punto che le era stato indicato, dopo pochi minuti disse: "Posso farla, conosco i passaggi singolarmente, li seguirò tutti alla lettera", l'insegnante non sembrava convinto ma era l'unica cosa che potesse fare.

"Va bene, inizi così controllo che prenda il ritmo e poi andrò, dovrei tornare in tempo"

Artemisia fece come le era stato detto, mise il libro con gli appunti a fianco e leggendo velocemente prese gli ingredienti che le sarebbero serviti nei prossimi passaggi.

"I calderoni hanno uno scarto di 10 minuti in modo che non si abbiano problemi di contemporaneità dei passaggi, quello alla sua destra è più avanti, tra un minuto finiranno i quaranta di riposo"

Iniziò tritando i gambi dell'aconito con movimenti rapidi e precisi, se c'era qualcosa che non le mancava era la tecnica. Recuperò le due lumache cornute e velocemente le aprì e tolse le interiora, Piton la osservò fare tutto con la massima serietà e non accennare nessuna espressione schifata mentre apriva quegli animali. Appena il timer scattò rovesciò nel primo calderone metà dell'aconito e girò sette volte in senso antiorario, come era indicato negli appunti di Piton, successivamente fece cadere a intervalli di trenta secondi le quattro strisce in cui aveva diviso la lumaca. Abbassò il fuoco e nel mentre la pozione diventava rossa vermiglio, prese un bezoar lo pesò e, accuratasi che fosse del peso giusto, lo mise nel mortaio. Avrebbe dovutonpestarlo ma si accorse presto che era troppo duro e non riusciva a lavorarlo, Piton era già pronto a subentrare ma lei determinata posò l'ingrediente sul tavolo vi poggiò sopra il tagliere e tirò un colpo secco con la mano talmente forte che l'insegnante quasi arretrò. Lei recuperò i vari pezzi in cui il bezoar di era diviso e li rimise nel mortaio riuscendo finalmente a pestarli e continuò fin quando non divenne polvere finissima.

Mostrerò alla Vostra Illustre Signoria ciò che una donna può fareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora