Capitolo 8

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CAPITOLO 8

Taehyung

Baciare Jungkook era completamente diverso dal baciare chiunque altro e lo sentivo nel mio cuore così come nella mia testa. Lui era diverso e lo avevo capito dal primo momento in cui l'avevo visto, dal primo momento in cui ci eravamo scontrati. E, averlo tra le braccia, mentre finalmente si lasciava andare, stava assumendo un sapore nuovo, uno che sapeva di primavera.

Ci staccammo per respirare non appena l'impatto della comprensione mi arrivò tra capo e collo. L'odore che avevo sentito nel mio ufficio giorni prima...quell'odore sottile di primavera che aveva calmato me e il mio lupo: era lui, era l'odore che aveva.

I nostri occhi si incrociarono, ancora sconvolti, quando vidi qualcosa che mi fece socchiudere la bocca dallo stupore: quelli di Jungkook avevano cambiato colore, trasformandosi da un bianco a un acceso blu cobalto.

E, per la prima volta, sentii anche il mio lupo svegliarsi e cambiare colore nello stesso momento.

Omega.

E quasi tutto quello che era successo fino a quel momento cominciò ad avere senso.

Ero pronto a dirgli qualcosa, a dirgli che i nostri lupi si erano riconosciuti, che eravamo compagni, eravamo predestinati, ma lui, con quegli occhi bellissimi e lucidi, ancora disperati, mi bloccò.

«Solo un'altra volta», sussurrò, cingendomi il collo anche con l'altra mano che tutto il tempo aveva mantenuto sul mio braccio.

«Solo un'altra volta. E' solo un momento» disse ancora, riportando le labbra sulle mie.

E avrebbero dovuto essere un campanello d'allarme le ultime sue parole, quelle che mi dicevano che era l'ultima volta, che era solo un momento. Invece mi feci fregare dall'emotività del momento, dal fatto che eravamo davvero mates, e, stringendolo, lo coinvolsi in un bacio appassionato.

Iniziai a camminare, facendolo indietreggiare finché la sua schiena non si trovò vicino ad uno dei supporti dove stavamo litigando fino a qualche minuto prima; fui svelto a stringere le mie braccia intorno a lui in modo che non vi sbattesse e continuammo così per un po'.

Jungkook si staccò un paio di volte per respirare ma tornò volentieri a baciarmi ogni volta che io riacciuffavo le sue labbra, una volta mordendole, un'altra passandoci la lingua prima di approfondire il contatto. Il colore dei nostri rank era sparito dopo il secondo bacio e ora eravamo solo noi due e la nostra parte umana.

All'ennesimo respiro affannato, fui io a staccarmi, ma d'istinto spostai la mia bocca alla sua mascella e più giù fino al suo collo, nel punto in cui indossava una collana che fui costretto a spostare mentre raggiungevo la sua ghiandola aromatica e inspiravo il suo odore.

«Che fai?» chiese, la voce spezzata.

Gli posai un bacio proprio lì.

«Il tuo odore.»

Fu l'errore che determinò la fine di quel momento magico.

Le sue mani, sulle mie spalle, mi spinsero indietro e percepii che si stava irrigidendo di nuovo tra le mie braccia.

«Il mio cosa?»

Mi morsi le labbra, indeciso se ripeterlo. Era lì da un anno e nessuno, a parte me, era mai riuscito a sentirlo.

Lo fissai, sperando che il mio sguardo lo calmasse.

«Riesco a percepire il tuo odore», dissi subito, scegliendo la sincerità. Inalai di nuovo da quel punto, anche se lo avrei sentito a distanza. «Sai di primavera

Upside down || TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora