Capitolo 18

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CAPITOLO 18

Taehyung

Quello di Jungkook si rivelò un malessere passeggero quanto continuo. Almeno ogni tre giorni si alzava con sudorazione e dolore all'addome, ma continuava a rifiutare di vedere il medico. La sua frase più frequente era «Otteniamo l'approvazione del Consiglio e poi ti prometto che mi farò visitare». Avevo provato a protestare mille volte e non era servito a molto, avevo addirittura pensato di farlo venire a sua insaputa, ma l'idea l'avevo scartata appena mi ero reso conto che sarebbe stata una missione suicida. Mi avrebbe fatto il culo. Quindi con un occhio attento e più che preoccupato trascorsi gli undici giorni successivi, nei quali il nostro piano andò a buon fine.

I ragazzi che si allenavano si erano messi subito all'opera e in undici giorni esatti il paese era pieno di volantini e di voci di corridoio: gli Omega volevano diritti, gli Omega volevano giustizia, gli Omega volevano parità. E a dimostrarlo erano i moltissimi articoli da loro scritti e dal mio team stampati in cui chiedevano di essere trattati esattamente come gli altri e non come meri compagni, genitori, e nel caso finissero nelle mire di qualcuno, vittime.

A loro difesa si erano schierati i rank che avevano preso parte agli allenamenti e, con il loro esempio, quasi tutti gli abitanti del paese, Omega e non.

C'era stata qualche rappresaglia tenuta a bada in modo pacifico dagli organi preposti e in compenso, coloro pro al progetto avevano manifestato di fronte a questi. Per la prima volta non c'era stata violenza.

Il Consiglio era venuto immediatamente a conoscenza della situazione e aveva chiesto una riunione d'emergenza: gliela avevo negata per dare il tempo al piano di diffondersi in modo irreversibile, in maniera tale da imporre un cambio di rotta, un provvedimento.

Era fantastico.

Con l'avvento delle altre persone, era stato impossibile ospitarli tutti nella mansione, quindi avevamo adibito un grande spazio nella parte posteriore dove ognuno continuava a scrivere i propri pensieri, desideri e, soprattutto, le loro testimonianze, e avremmo continuato lì fino a quattro giorni dopo, quando avremmo presentato le nostre proposte al Consiglio.

A noi si unirono anche gli adolescenti e addirittura i lupetti, rendendo il tutto più allegro e gioioso.

Come quel momento, infatti, che mi trovavo ai margini del campo mentre guardavo tutti: Hyunbin giocava con un'Omega, Yun era seduta sulle gambe di un ragazzino Beta, Kai aiutava Jimin e Yoongi, Yeonjun era con Hobi, Soobin, invece, come al solito simulava un combattimento con Jungkook.

Aveva avuto il via libera per allenare da un po' ma, con mia sorpresa, era stato lui ad allungare la pausa e io avevo tirato interiormente un sospiro di sollievo.

Aveva bisogno di riposo e soprattutto aveva bisogno di essere visitato a breve, se solo mi avesse ascoltato.

Invece era lì da settimane e continuava ad impegnarsi a prendersi cura di tutto tranne che si di sé stesso.

Ero nel bel mezzo dei miei pensieri quando mi raggiunse.

«Battiamo la fiacca, leader?»

Si asciugò il sudore e io gli sorrisi.

«Pensavo.»

«A cosa?»

«A quando ti deciderai a farti visitare, stai di nuovo grondando sudore.»

Roteò gli occhi.

«E' stato Soobin a farmi affaticare.»

Incrociai le braccia al petto e lo guardai esasperato.

Upside down || TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora