Cap 2

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HARPER.
Il mattino seguente ritornai a casa stanca e distrutta, non avrei mai pensato che quell'uomo fosse così selvaggio a letto da come mi aveva scopata nel primo round ma sinceramente mi piaceva, aveva un qualcosa che gli altri uomini non avevano, lui rispettava ogni minima parte del mio corpo facendomi sentire cose che non avevo mai provato; ed è stato l'unico a leccarmi là sotto nonostante sapesse bene che scopavo altri uomini.
I miei clienti di solito dato che ero una puttana tutti partivano al sodo senza farmi sentire desiderata, ma cercai di scacciare via quella sensazione sentendo il mio telefono suonare così lo presi in mano e vidi che era mia sorella
«Che c'è Alison?» dissi seccata
«Harper sono passati ormai anni che non ti fai sentire, la mamma vuole vederti» disse lei.
Presi una sigaretta lo accesi portandolo alle labbra.
«Non voglio incontrarla non sono ancora pronta..e Alison non insistere con questa storia»
«Se c'è qualcos'altro che mi devi dire fallo subito perché dovrei andare» aggiunsi.
«Mm..volevo invitarti alla mia cena di famiglia. Spero tanto che tu ci sia..ti invierò tutti i dettagli..non hai mai conosciuto mio marito ne i miei figli quindi vorrei tanto che tu ci sia sta volta»
«Ci penserò..ora devo andare» dissi fredda riattaccando.
Finisco la sigaretta buttandola via e andando a sciacquarmi pensando a cosa fare, so che se vado dovrò incontrare mia madre e non avevo la minima voglia di affrontarla, ma dall'altro canto non vedevo mia sorella da anni e non potevo non esserci dopo che fu l'unica persona a credermi quando quel maniaco abusava di me, e a pensarci troppo, presi la spugna strofinando forte il mio corpo per far andare via i suoi disgustosi tocchi che le lacrime non tardarono ad arrivare, perché nonostante cercavo di essere forte non ci riuscivo non c'era nulla che mi faceva dimenticare il mio passato.
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Era ormai sera e mi preparai per andare nella villa di Stewart perché voleva vedermi, così mi recai lì e uno dei suoi uomini mi fece entrare nel suo ufficio.
«Bambolina sempre puntuale» disse sorridendo e bevendo ciò che c'era nel suo bicchiere, odiavo come mi chiamava ma lo lasciavo fare per non aver problemi.
«Perché volevi vedermi?»
«Beh prima di tutto volevo congratularmi con te sei riuscita a far sì che il signor Darren chiedesse ancora di te» disse soddisfatto
«Non è il primo ne l'ultimo che richiede di me» dissi disinvolta.
«Vero bambolina ma lui non è come gli altri, e un potente mafioso che pagherebbe un sacco di soldi per averti di nuovo» disse venendo da me e accarezzandomi la guancia con quelle luride mani.
Era un uomo sui 60anni che pensava di essere giovane, e certe volto mi chiamava solo per soddisfare se stesso e nonostante mi disgustava non potevo farci nulla dato che ero in debito con lui, e avrei tanto voluto fare un giorno una vita tranquilla come le persone normali, ma sapevo che non sarebbe mai successo.
«Quando mi vuole?» chiedo cercando di restare calma.
«Domani sera, ci sarà un evento che solo i mafiosi sono ammessi e tu dovrai essere il suo accompagnatore» disse, ma non so come mi partì una risata trovando la situazione assurda.
«Sei serio? Io non faccio questo tipo di cose» dissi.
«Sai che non scherzo mai quando si tratta di affari» disse serio ritornando alla sua postazione di prima
«Va bene» dissi arrendendomi.
«Brava bambolina, ti manderò tutti i dettagli e il vestito che lui vuole che indossi.. e per il momento questo è la tua parte dei soldi» disse aprendo il suo cassetto e tirando fuori i soldi. Mi diede solo mille dollari nonostante i miei clienti pagassero molto di più.
«Stewart questo non mi...» cercai di dire ma lui mi fermò subito.
«Bambolina sai..sei stata quella che mi ha fatto spendere di più e che nel complesso mi devi ancora restituire tutti i soldi che ho speso su di te quindi dovresti solo essermi grato che ti dia almeno qualcosa» disse con quell'aria da strafottente che odiavo tanto.
Non dissi più nulla, mi alzai dalla mia postazione e andai via recandomi in un bar pensando a come facessi tutto il duro lavoro per poi essere pagata in quel modo.
«Hei..posso sedermi?» senti una voce così alzai la testa notando che era un ragazzo all'incirca sui 20anni, occhi verdi, capelli mori ricci, mulatto, molto carino con un fisico al quanto normale, sembrava di aver già visto quel viso da qualche parte.
«Perché?» chiedo alzando una sopracciglia.
«Voglio solo conoscerti, sono venuto con i miei amici ma quando ti ho visto volevo assolutamente venire a parlarti» disse trovandolo al quanto seccante ma carino.
«Siediti» dissi diretta.
Lui si mise comodo sulla sedia ordinando qualcosa da bere sia per lui che per me nonostante non glielo avessi chiesto.
«Sono Andrew tu?» chiede guardandomi con quegli occhi alla quale mi guardavano tutti gli uomini.
«Harper...» dissi secca guardando il mio telefono.
«Che lavoro fai?» sbuffai cercando di controllarmi
«Non credo tu lo voglia sapere» dissi alzandomi per andare via ma lui mi fermò.
«Posso almeno avere il tuo numero?» mi misi a ridere avvicinandomi con confidenza a lui prendendolo dal mento e guardandolo dritto negli occhi.
«Quanti anni hai ragazzino? Ti conviene provarci con una ragazza della tua età perché con me non funzionano queste mosse da liceali» dissi allontanandomi da lui non prima di avergli fatto l'occhiolino sentendo i suoi amici ridacchiare.
Esco da lì mettendomi le cuffie e ascoltando una delle mie canzoni preferite di "Lil Wayne-how to love" Immedesimandomi nel come questa canzone mi rispecchi molto. Ma ad un certo punto senti il clacson di un auto così girandomi vidi che era una macchina sportiva rossa che rallentò quando mi venne vicino abbassando il finestrino mostrandomi lo stesso ragazzo di prima.
«Vorrei il tuo numero» disse
«Non ti arrendi mai a quanto vedo» sorrido incrociando le braccia.
«Se quello che voglio e proprio davanti ai miei occhi..no» disse andando dritto al punto.
«Non credo sia il caso»
«Se non vuoi darmi il tuo numero almeno fatti accompagnare a casa» era così insistente che alla fine accettai perché un passaggio che sarà mai?
«Mettiamo in chiaro le cose io non frequento ragazzini e nonostante tu sia davvero carino non potrà mai funzionare tra di noi» dissi facendogli capire la situazione, per ciò che facevo non mi permetteva di conoscere nessuno ne tanto meno di aver un fidanzato.
«Ho quasi 20anni non sono un ragazzino, sono ormai un uomo» disse convinto.
Era buffo ma cercai di nascondere il fatto che mi faceva ridere il suo modo di fare, forse voleva impressionarmi una cosa che decisamente non stava funzionando.
Gli diedi la via di casa mia arrivandoci dopo neanche dieci minuti.
«Grazie per il passaggio» dissi scendendo subito dall'auto non volendo più sentirlo parlare ed entrando in casa.

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