Cap 20

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AMELIA.
La domestica era stata così gentile da mostrarmi quella che sarebbe stata la mia nuova stanza così entro in bagno presente nella camera cercando di far uscire dal mio anale il telefonino che avevo nascosto per ore e dopo qualche minuto ci riesco togliendo l'involucro e componendo il numero.
«Amelia spero che se mi chiami è perché ai buone notizie»
«Si, sono riuscita ad infiltrarmi e il figlio mi ha portato a casa sua»
«Molto bene, non pensavo sarebbe stato così semplice farti entrare nella tana del lupo...»
«Già...non ti devi preoccupare porterò a termine la missione»
«Brava la mia ragazza...vendicheremo la famiglia» disse riattaccando.
Cercai un posto dove nascondere il telefonino trovandolo e pensando a come avrei portato a termine la mia vendetta contro la loro famiglia, mi avevano portato via la felicità è io gli avrei distrutti a tempo debito.
Finalmente mi feci una doccia calda dopo tutti quei giorni rinchiusa in quella stanza schifosa e putrida, dopo aver finito esco da lì trovando sul letto una camicia e un boxer da maschio, indosso quelli e esco dalla stanza scendendo giu per le scale trovando la casa davvero magnifico.
«Signorina il signor Johnson la sta aspettando» mi spaventai di colpo trovandola alle mie spalle.
«Dio mio...mi chiami pure Amelia» dissi ritornando a respirare normalmente.
Lei però mi disse che non poteva farlo così non aggiunsi altro camminando assieme a lei verso la cucina, la seguo fino a lì trovandomi difronte Blake che era già a tavola che mangiava, rimango in piedi ad osservare tutta quella delizia di cibo che aveva preparato.
«Signore ora andrei..spero che sia tutto di suo gradimento» disse lei
«È squisito come sempre Jackie» disse lui versandosi da bere, la vidi andare via e lasciandoci da soli e sinceramente non riuscivo a stargli vicino perché mi irritava così tanto e avrei tanto voluto prendere il coltello presente sul tavolo e ficcarglielo su per un occhio, ma cercai di calmarmi e aspettare il momento giusto per disotterrare tutta la sua famiglia e fargliela pagare, avrei fatto di tutto per avere la mia vendetta anche a costo di perdere la mia stessa vita.
«Siediti e mangia»ordinò indicandomi con il coltello dove sedermi.
Mi misi seduta guardandolo mettermi di tutto nel piatto dalla lasagna alla pasta, iniziai a mangiare trovando il cibo davvero delizioso.
«È buono vero?» disse lui osservandomi.
«Si è davvero buono»
«Di solito è Jackie a fare tutto per me ma da domani non ci sarà più quindi dovrai fare tutto tu in questa casa» disse guardando il suo telefono per poi alzarsi.
«Ah e un'altra cosa..la stanza infondo a sinistra sarà l'unica stanza che non dovrai mai metterci piedi»
«Perché?» chiedo curiosa.
Lui si abbassò alla mia altezza guardandomi con quei occhi azzurri pensando di intimorirmi ma sinceramente parlando mi stavano solo facendo uno strano effetto non di paura ma di qualcos'altro che non sapevo spiegare, ma dovevo starà tranquilla così abbassai lo sguardo e diciamoci la verità era senza dubbio un bellissimo uomo, con un corpo molto allenato e potevo intravedere alcuni tatuaggi rendendolo ancora più attraente di quanto non lo fosse già, aveva quei lineamenti perfetti che non riuscivo a non guardare, le sue foto non erano niente in confronto a quello che stavo guardando in questo momento, ma poi mi ricordai che ero qua per la missione togliendo da parte quella sensazione che stavo provando prima.
«Guardami...non fare domande ubbidisci solo spero che ci siamo capiti?» chiede serio alzandomi il mento così annuii, aveva anche un lato che metteva decisamente paura alle altre persone ma non a me. Da quando ero rimasta da sola iniziai ad allenarmi duramente con l'aiuto di mio zio, e lui non ci andava per niente piano con me solo perché ero una ragazza anzi mi faceva fare ciò che non vi immaginate, facendomi pure fare cose che non vado fiera solo per diventare più forte.
Finalmente se ne andò via lasciandomi da sola così finito di mangiare sparecchiai tutto mettendomi a lavare i piatti e mettendo apposto la cucina, non sapendo che fare decido di esplorare la sua casa per trovare qualche indizio sul loro prossimo colpo ma vagando non trovai nulla di interessante così mi ricordai di quello che mi disse e, dovevo assolutamente andare a dare un'occhiata forse avrei trovato qualcosa di più interessante la dentro. Arrivata davanti alla porta mi guardai intorno non trovando nessuno così misi una mano sulla maniglia cercando di aprirlo ma niente era chiusa a chiave cosi non pensando alle conseguenze presi una forcina che avevo tra i capelli e cercai disperatamente di aprire quella dannata porta ma niente sembrava impossibile da aprire.
«Che cazzo stai facendo?» senti una voce profonda e decisamente ma non era quella di Blake..cazzo non ci voleva...pensai, mi alzai subito girandomi e notando che era uno di quei uomini che mi aveva portato nel club dei Johnson.
Ma neanche farmi replicare che mi tirò un forte schiaffo da farmi cadere a terra, appoggio la mano sulla guancia massaggiandolo per il forte dolore che stavo provando, questo bastardo mi aveva colpito..cazzo se avrei tanto voluto prendergli quella pistola e sparargli dritto in faccia ma dovevo starmene buona e non combinare casini.
«Non te lo ripeterò un'altra volta» disse prendendo poi in mano il telefono e chiamando qualcuno.
«Non stavo facendo niente..» dissi e dovevo agire alla svelta se non volevo farmi scoprire.
«Blake abbiamo un problema..torna a casa» disse al telefono e riattaccò subito.
«Tu spiegami come mai una puttana come te si interesserebbe ad aprire una porta che gli è stato esplicitamente ordinato di non avvicinarsi...sei stata mandata da qualcuno?» chiede incrociando le braccia e decisamente tra tutti forse sarebbe stato il più problematico da affrontare.
«No, ero...ero solo curiosa.. glielo giuro» dissi cercando di sembrare spaventata.
«Ora tu vieni con me» Mi prese con forza dai capelli facendomi urlare, mi trascinò giù per le scale e cercai di liberarmi dalla sua presa così feci una mossa e ci riuscì, gli diedi poi un calcio nella palle.
«Puttanaa» disse urlando credo non per il dolore ma più che altro di rabbia.
Cercai di correre il più lontano possibile da lui ma non ci riuscì perché sentì una forte presa sui capelli tirandomi verso di sè.
«Lasciami anda...» non finisco la frase che mi sbatte la faccia contro il tavolo facendomi cadere, mi resi conto che stavo perdendo i sensi ma cercavo di restare sveglia, poi lui mi prese dal colletto della maglietta pronto a darmi un pugno e di fatti me ne tirò uno talmente forte che iniziai a sentirmi debole e a perdere sangue dal naso. Avrei tanto voluto difendermi ma sapevo che se avessi realmente lottato con questo figlio di puttana tutto il duro lavoro che avevo fatto sarebbe andato in fumo.
«Ora basta» vidi Blake afferrare la mano di questo bastardo prima che gli veniva la brillante idea di tirarmi un altro pugno così lui mi lasciò andare e guardai per un istante Blake prendermi in braccio prima che perdessi completamente i sensi.
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Apro piano gli occhi mettendo la mano sulla fronte per il forte dolore che stavo provando.
«Finalmente...ti sei svegliata» senti la sua voce
«Che cos'è successo?» chiedo ancora un po' stordita alzandomi di poco.
«Scusami per Theo non sa mai quando e come controllarsi» disse sorridendo e in quel momento che lo vidi dietro di Blake appoggiato alla porta che non faceva altro che guardarmi come a studiarmi nei minimi dettagli.
«È meglio che vada» disse uscendo dalla porta.
Eravamo rimasti solo noi due nella stanza così lui dal nulla mi prese dal mento stringendo e osservandomi attentamente, ma non so come il mio cuore iniziò a battere un po' troppo perché eravamo talmente vicini che sembrava volesse baciarmi, ma non lo fece anzi mi mise la ciocca di capelli che avevo sul viso dietro alle orecchio come a volermi osservare ancora più.
«Non dovevi disubbidirmi ora ci vorrà tempo affinché le ferite guariscano» disse serio così mi liberai della sua presa alzandomi con fatica e recandomi in bagno, quando mi guardai allo specchio volevo solo urlare e spaccare ogni cosa...avevo il labbro gonfio e spaccato, l'occhio nero, quel bastardo mi aveva conciato per bene e se Blake non fosse intervenuto non so cosa mi sarebbe successo.
«Ora però devi prepararti..» disse alzandosi e andando verso la porta.
«Per dove?» chiedo perplessa.
«Ti riporto al club e lavorerai come una puttana, dato che ho notato che non sai essere ubbidiente» disse aprendo la porta per andare via ma lo fermai Intempo.
«No...La prego non lo farò più ma non mi faccia andare lì...farò tutto quello che vuole ma non mi riporti indietro» dissi cercando di fargli cambiare idea, perché se tornavo lì avrei peggiorato la situazione e non sarei riuscito a concludere nulla. Così mi venne in mente il piano B anche se non volevo farlo ma era forse l'unica cosa che potevo fare in questo momento, così mi avvicinai a lui guardandolo intensamente e alzai i piedi dato che era più alto di me e combaciai senza pensarci due volta le mie labbra alle sue, nonostante le sue labbra era belle carnose lui non sembrò voler ricambiare anzi mi tirò indietro prendendomi violentemente dal collo.
«Non azzardarti mai più a fare una cosa del genere» disse spingendomi via lasciandomi senza parole, e io che pensavo che avrebbe funzionato dato che avevo letto i suoi dati e di quanto amasse le donne ma mi sbagliavo sarebbe stato più difficile del previsto.

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