Cap 23

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BLAKE.
«Blake dobbiamo finire di festeggiare» disse Ethan ormai ubriaco. Eravamo in una delle stanze vip del locale con alcool e puttane dopo aver terminato la riunione con la mafia bulgara per stabilizzare la consegna che ci sarebbe stato fra qualche giorno, ma dopo un po' incominciai a sentirmi stanco così decisi che era tempo di tornare a casa.
«Nah per sta volta passo» dissi spostando la puttana da sopra di me e alzandomi.
«Blake aspetta» parlò Theo.
«Che c'è»
«Stai attento, non so come ma non mi fido di quella ragazza»
«Non ti devi preoccupare so badare a me stesso»
«Lo so ma...»
«Ma niente! e la prossima volta che ti verrà la brillante idea di metterle le mani addosso senza il mio consenso sappi che mi dimenticherò che siamo amici...spero che sono stato chiaro?» lo interrompo prima che potesse aggiungere altro e, guardandolo dritto negli occhi come ad intimidirlo perché lui sapeva che non poteva mettersi contro di me, e così mettendo le cose in chiaro esco dalla stanza andando verso l'uscita.
Uscito dal locale salgo in macchina, mi accendo una sigaretta pensando a ciò che disse ma sinceramente decisi di non pensarci più di tanto perché lui era sempre così, era diffidente su tutti e su ogni cosa.
Arrivato a destinazione parcheggio l'auto ed entro in casa andando in cucina a prendere dal frigo una birra spostandomi poi in salone per riposare un po', ma trovai Amelia distesa sul divano che dormiva beatamente con in mano uno straccio e la scena la trovai adorabile, mi inginocchiai verso di lei spostandole i capelli e guardando il suo spendido viso, ricordo ancora quello che successe qualche giorno fa in camera, un bacio inaspettato a cui non comprendevo.
Io di fatti ero un uomo con tanti difetti e a volte non riuscivo proprio a controllarmi quando si trattava di donne ma con lei ero diverso, perché a volte ci andavo giù pesante per nascondere il fatto che forse per la prima volta mi incuriosiva qualcuno..e quel qualcuno doveva essere una ragazzina di 17 anni..cazzo.
Appoggiai la birra sul tavolo prendendola in braccio e sentendola mugugnare dalla stanchezza.
«Blake sei proprio tu?» chiede ancora assonnata.
«Ssshhh dormi piccola» dissi facendola rilassare.
Era minuta con un fisico incredibile per la sua età, mi sentivo attratto da lei, ed era per questo che l'ho voluta tenere con me.
Arrivati davanti alla porta apro la sua camera appoggiandola lentamente nel letto cercando di andare via ma sentì la sua mano toccare la mia fermandomi.
«Ti prego resta con me» disse abbassa voce. Anche se avrei tanto voluto rimanere decisi che non era il caso così senza dire niente lasciai andare la sua mano uscendo da lì.

AMELIA.
Il giorno seguente mi svegliai non capendo come ero riuscita ad arrivare in camera poi pensai che allora non avevo sognato quando sentì Blake prendermi in braccio, ero talmente stanca nel aver pulito così tanto che mi ero addormentata sul divano.
Mi feci una doccia veloce e finito di prepararmi esco dalla camera andando verso la cucina, ma mi fermai appena sentì la sua voce provenire dalla sua stanza così senza fare rumore andai ad origliando.
«Questo carico è molto importante quindi niente casini.... avverrà tra due giorni..... si... digli di preparare il necessario...» disse al telefono. Quindi ci sarebbe stato un carico tra due giorni, dovevo assolutamente scoprire dove. Mi allontanai da lì prima che potesse notare la mia presenza.
Scesi giù sentendo il campanello suonare così andai ad aprire trovandomi davanti una donna bionda che sembrava avesse pianto per giorni.
«E tu chi saresti?» chiede lei perplessa.
Mi squadrò dalla testa ai piedi come a studiarmi.
«Amelia tu?» chiedo.
«Olivia?...che cazzo ci fai qua?» sentì alle mie spalle la voce di Blake.
Così lei entrò subito andando verso di lui e dandogli un bacio sulle labbra, mi sentì non so come infastidita e non capivo il perché, lui si staccò immediatamente da lei guardando prima me per poi portare la sua attenzione verso la donna.
«Volevo chiederti scusa, mi dispiace per il mio comportamento. Ciò provato a dimenticarti ma è impossibile..anche se non mi ami lo capisco, possiamo ritornare come eravamo prima...lo sopporterò» disse lei disperata.
«Olivia devi capire che qualunque cosa sia successo tra di noi era puro divertimento per me, ed è finito quindi ti conviene ritornare alla villa prima che mio padre si renda conto che una delle sue domestiche se ne va in giro senza il suo permesso» disse lui in modo freddo.
«Perché? Perché c'è lei? Blake è solo una ragazzina non ti potrà mai dare ciò che vuoi» disse lei stringendogli la camicia.
Senza volerlo mi misi a ridere perché sembrava un film, era la scena più ridicola che avessi mai visto, non capivo proprio, come poteva una donna del genere abbassarsi così tanto a quel livello solo per un uomo.
«Perché ridi?» chiede lei guardandomi male.
«Scusami non volevo, ma tranquilla non badare a me tu continua pure ad elemosinare per una persona del genere. Ora è meglio che vada a preparare la colazione...con permesso» dissi andando via, non ci potevo credere, la cosa era surreale.
La sentivo piangere e poi sentire la porta sbattersi, poco dopo senti i suoi passi venire verso di me e in menche non si dica il suo caloroso respiro dietro di me.
«Voglio che ripeti ciò che hai detto prima» disse avvicinandosi ancora di più a me bloccandomi completamente, sentivo il suo petto attaccato alla mia schiena, le sue mani percorrermi lungo le braccia, il suo pene attaccato al mio culo... lo sentivo, sentivo che dentro di me mi stava facendo diventare pazza e questa cosa non andava affatto bene, e non so come ma distinto chiudo gli occhi sentendo il suo tocca da farmi venire i brividi.
«Non..non ho detto nulla» cercavo con tutta me stessa di non cedere.
Mi spostò i capelli dandomi piccoli baci sul collo facendomi ansimare, il cuore mi batteva forte che non sapevo che fare, così mi girò pensando al peggio ma non fece nulla anzi appoggiò la sua fronte contro la mia sospirando e sentendo il suo magnifico alito, ogni volta che si comportava in questo modo mi faceva dimenticare per quale scopo mi trovavo lì.
«Ragazzina che cosa mi stai facendo...» disse sfiorandomi le labbra, eravamo solo noi due, ed era nettamente difficile concentrarmi, così cercai di allontanarmi ma era impossible perché lui mi afferrò  il polso non lasciandomi andare, poi mi prese in braccio appoggiandomi sul tavolo della cucina, mi afferrò dalla guancia e combaciò le sue labbra alla mia rimanendo sorpresa, ma poi mi lasciai andare in quel bacio pieno di passione, era un bacio che non avevo mai dato a nessuno e lui di fatto era il primo, sentivo il cuor che mi batteva e lui che mi chiedeva l'accesso per entrare, cosi glielo permisi facendo diventare quel bacio memorabile, le sue mani scivolavamo piano piano sul mio corpo che non sapevo che fare, ero in esperta, e non ero affatto preparata a questo e, lui credo che se n'era accorto così si staccò da me guardandomi negli occhi.
«Scusami non volevo» disse andando via lasciandomi senza parola...in quell'attimo mi sembrò un'altra persona ma poi pensai che non dovevo farmi abbindolare da lui, ero in questa casa per uno scopo preciso e non dovevo permettere a nessuno di raggirare la mia mente specialmente questa famiglia.
Ma non so come appoggiai la mano sulle labbra pensando al bacio, ero ancora a pensare a ciò che mi aveva fatto provare che non mi resi conto che avevo qualcosa sul fuoco, iniziai a sentire un odore strano che mi fece realizzare ciò che avevo fatto così ritornai in me togliendo la padella ormai bruciata dal fuoco, apro le finestre sperando che l'odore andasse via.
«Cazzo...non ci voleva» dissi tra me e me.
iniziai a pulire la cucina cercando in qualche modo per far sparire l'odore che c'era, se non fosse stato per Blake non sarebbe successo tutto ciò...pensai.
«Che cos'è questa puzza?» senti una voce, e non era una voce qualunque anzi era profonda e agghiacciante da farmi spaventare così mi girai lentamente trovandomi davanti lui...Darren Johnson.. l'uomo che aveva rovinato la mia vita.
Non riuscivo a focalizzare, ero assetata di sangue che avrei tanto voluto prendere qualcosa e ucciderlo all'istante ma sapevo che dovevo calmarmi e non rovinare le cose e sapevo anche che sarebbe stato difficile sconfiggerlo facilmente dato che rispetto alla mia corporatura lui era nettamente più avvantaggiata.
«Mi scusi tanto...ecco io..» dissi cercando come spiegare la situazione.
«Papà, cosa ti porta qua?»
«Mi serve che tu faccia un lavoretto per me»
«Potevi dirmelo per telefono»
«No, è una cosa molto importante...e comunque chi è la ragazza ?»
«Nessuno solo la puttana di cui ti avevo parlato» disse freddamente da farmi odiarlo di più, per lui ero solo quello; una semplice puttana, e sinceramente non lo capivo proprio e non capivo me stessa perché dovevo solo concentrarmi sulla missione ma per qualche motivo mi ferì molto soprattutto dopo quel bacio che ci siamo dati, ma che sicuramente per lui non sarà significativo nulla.
«Andiamo nel mio studio a parlare» disse Blake salendo su di sopra con lui.
Io allora senza farmi notare li seguo guardando i due uomini entrare in quella stanza dove non ero mai riuscita ad entrare, così mi avvicinai alla porta cercando di capire qualcosa.
«Abbiamo una talpa tra di noi...e tu devi trovarlo»

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