Cap 26

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BLAKE.
«Ma che cazzo stata facendo?» Amelia si staccò immediatamente da me quando vide che era Andrew.
«Secondo te..cosa starei facendo?» chiedo irritato. Quell'idiota aveva rovinato il momento più bello che potessi avere e, man mano che andavamo aventi stavo decisamente provando qualcosa di in riconoscibile verso di lei anche se cercavo di nasconderlo trattandola male, ma certe volte era così difficile farlo che non riuscivo a controllarmi.
«Ma stai scherzando? Lei potrebbe essere tua figlia» disse decisamente toccando il fondo.
«Modera come parli ragazzino, sono tuo fratello maggiore e non permetto a nessuno di parlarmi in questo modo tanto meno a te, quindi ti conviene uscire da casa mia prima che faccio qualcosa di stupido» dissi avvicinandomi a lui, forse dovevo insegnargli le buone maniere.
«Va bene me ne vado, ma Amelia se mio fratello ti sta costringendo a fare ciò che non vuoi fare puoi dirmelo..non devi aver paura» disse portando la sua attenzioni verso di lei. In quell'istante mi parti quella micia che mi fece perdere la pazienza così d'impulso gli diedi un pugno in piena faccia facendogli davvero male, lui iniziò a lamentarsi come un bambino per il dolore che provava trovandolo patetico.
«Blake ma sei impazzito» disse Amelia andando in suo soccorso.
«Aaahhh mi hai rotto il naso» disse lamentandosi.
«Quando ritorno non ti voglio vedere qua» dissi andando via.
Prendo la macchina e parto per il club, arrivato, cerco di tranquillizzarmi fumandomi una sigaretta ma come al solito non potevo stare per pochi minuti in pace che qualcuno non mi disturbava, e quel qualcuno era proprio Theo che entrò come un fulmine nel mio ufficio.
«Blake abbiamo un problema» disse.
«Che c'è ?»
«La talpa è morta»
«Che cosa? Com'è successo?» chiedo furioso.
Quella puttana era morta prima che dicesse per chi lavorava. Grazie a Shark avevo scoperto chi era la talpa e talmente l'avevo torturata che alla fine aveva deciso di parlare, ma ormai era troppo tardi.
«Non lo sappiamo ancora però sembra che sia stata strangolata da qualcuno»
Era davvero strano perché com'era possibile che qualcuno fosse riuscito ad entrare dentro senza farsi notare e uccidere quella ragazza, almeno che non ci sia un'altra talpa fra di noi.
«Cazzo..non ci voleva» dissi seccato, ci stavamo facendo fottere da qualcuno e questa cosa non andava per niente bene.
«C'è ancora un'altra cosa..»
Feci cenno di proseguire.
«Ti ricordi quando ti dissi che non mi fidavo di quella ragazza che tieni a casa?»
«Theo te l'ho detto non ti de...»
«Fammi finire....non fidandomi di lei ho fatto delle ricerche anche se è stato molto difficile trovare qualcosa perché i dati che ci avevano dato erano tutti falsi ma alla fine ce l'ho fatta»
«Di che cosa stai parlando?»
Lui allora mi consegnò una busta marrone.
«Ti conviene aprirlo..» disse andando via lasciandomi da solo.
Infastidito apro la busta, tiro fuori i fogli e leggo riga per riga, guardando le foto che c'erano all'interno non potendo credere ai miei occhi.

AMELIA.
Portai Andrew in bagno disinfettandogli la ferita e rimettendogli apposto il naso, quello che aveva fatto Blake era sbagliato ma sapendo com'era il suo carattere Andrew poteva fare a meno di dire quelle cose. Aveva decisamente rovinato il nostro bellissimo momento, lui si stava lasciando andare completamente a me, ma come al solito c'era sempre qualcuno che rovinava tutto.
«Fatto..» dissi mettendo tutto apposto.
«Mio fratello ti sta obbligando a fare ciò che non vuoi fare.? A me lo puoi dire» disse facendomi sorridere.
«Cosa te lo fa pensare?» chiedo curiosa.
«Beh prima di tutto per la tua giovane età e seconda cosa è che conosco molto bene Blake e so come può diventare..lui non ama nessuno se non sé stesso e usa solo le persone a suo piacimento» disse, ma il Blake che avevo conosciuto io, non era del tutto così, è vero poteva usare le donne ma quando era con me sentivo che era reale e questa cosa potevamo solo capirlo noi due e nessun altro.
«Si vede che sei un bravo ragazzo, ma il punto è che lui non mi obbliga a fare niente e per me la sua età non conta nulla, non so perché te ne parlo non ci conosciamo affatto ma posso dirti che Blake non è la persona che pensi tu..lui con l'aria da duro ci tiene a me, mi fa sentire viva come nessuno aveva mai fatto, mi fa sentire una donna a 360 gradi» dissi sorridendo a ciò che avevo appena detto perché alla fine mi stava piacendo e non poco e sta cosa avrebbe decisamente rovinato tutto quando avrebbe scoperto realmente chi sono, e avevo davvero paura..paura di perderlo.
«Mmm se la metti così..però stai attenta, ora è meglio che vada domani sarà una giornata impegnativa» disse dandomi un bacio sulla guancia per poi andare via.
Dopo essersene andato misi apposto la casa entrando poi in camera mia, entrai in bagno prendendo il telefono che avevo nascosto trovando varie chiamate perse da mio zio così lo richiamai.
«Pronto..» dissi abbassando la voce
«Sai che se ti chiamo devi rispondere» disse lui
«Si lo so..avevo da fare»
«La mia piccola Darya..ti ho istruito bene anche a mentire»
«Non è come sembra»
«Ah no, facciamo così, adesso tu esci da casa e raggiungimi fuori»
«Che cosa?»
«Hai capito bene, non farmi aspettare» disse riattaccando, non ci potevo credere che era qua...cazzo ero decisamente fottuta perché non erano nei piani stabiliti e Blake poteva tornare in qualsiasi momento, cosa sarà mai cambiato?..così corro verso la porta andando verso il cancello e vidi in lontananza una macchina nera così capì che era lui... mi guardai indietro come a non farmi notare da nessuno arrivando davanti all'auto, una delle guardie mi aprì la portiera ed entrai dentro trovandomi di fianco mio zio.
«Zio perché sei qua?»
«Ormai non c'è tempo...hanno scoperto Svetlana» disse mangiando tranquillamente.
«Ora dimmi ciò che voglio sapere» aggiunge pulendosi le labbra e guardandomi dritto in faccia.
«Ehmm ecco..» non sapevo che fare, da una parte sapevo che dovevo vendicare la mia famiglia ma d'altra parte non volevo ferire Blake perché ormai mi ero affezionata a lui.
«Darya ti ho mandato qua perché pensavo che avresti avuto la mente lucida e agghiacciante per affrontare la missione ma forse mi sbagliavo, dovevo immaginarmelo che avresti fallito»
«Non è così, sai che puoi contare su di me e che ad ogni missione non ti ho mai delusa»
«Quindi non deludermi adesso oppure dovrò trovare un altro modo» disse davvero serio e sapevo com'era fatto mio zio quando le cose non vanno come vuole lui.
«Domani ci sarà un carico molto importante al porto dei Johnson, ma da quello che ho capito uccideranno la mafia bulgara quando avranno tutto»
«Vedi, non era così difficile...ora scendi»
Stavo per scendere ma lui mi fermò.
«Spero che la tua cotta per lui non sia reale» disse, io senza dire nulla scendo ritornando a casa confusa..ormai quel che era fatto era fatto e non potevo più tornare indietro.
«Dove sei stata?» mi spaventai quando lo vidi davanti a me, era strano aveva gli occhi nettamente cambiati, notai anche le sue mani insanguinate e le nocche rotte.
«Oh mio dio cosa ti...» non finì di parlare che ricevetti un forte schiaffo in piena faccia, rimanendo al quanto scossa dal suo gesto. Poi tirò fuori il telefono che avevo nascosto.
«Pensavi davvero che non ti avrei scoperto..Darya?» disse lui puntandomi la pistola. Non ci potevo credere la mia copertura era stata scoperta, aveva capito chi ero realmente.
«Blake ti posso spiegare» dissi alzando le mani per fargli capire che ero disarmata.
«Spiegarmi cosa?Che in realtà ti chiami Darya Ekaterina Ivanov e che tuo padre era "IL RUSSO" cosa cazzo devi spiegarmi?che mi hai solo preso per il culo per tutto questo tempo?» disse urlandomi contro e togliendo la sicura.
Era fuori controllo e non sapevo cosa fare, così mi avvicinai piano piano a lui facendogli una mossa e riuscendo a togliergli di mano la pistola.
«Non è come credi...ti prego fammi spiegare» dissi togliendo il caricatore e verificando che non ci siano munizioni in canna, poi buttai per terra la pistola e, ci guardiamo come degli perfetti sconosciuti e li capì che forse lo stavo perdendo.
«Non voglio sentire le tue cazzate...ho lasciato che le mie emozioni prendessero il controllo e guarda un po' dove mi a portato...cazzo» disse lui urlando.
Poi in un lampo da dietro sentì qualcosa pungermi il collo .
«Che cosa mi hai fatto?» chiedo balbettando e indietreggiando per lo shock. Mi toccai il collo disorientata per l'effetto che mi stava facendo, non avevo più forza nelle braccia e gambe che caddi a terra e in quel momento vidi Blake e i suoi uomini osservarmi.
«Ti sei messo contro l'uomo sbagliato» disse lui prima che perdessi conoscenza.

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