Cap 16

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DARREN.
Dopo esser tornato dal mio viaggio con Harper e aver controllato i miei affari potevo dedicare del tempo alla mia famiglia, così ero a tavola con loro e vedere i miei figli felici mi faceva rilassare, ero un capo spietato ma con loro ero diverso.
«Papà voglio dirti una cosa» disse mia figlia.
«Dimmi tutto bambina mia» mi concentrai su di lei.
«Ecco..sono stata accettata all'università di Oxford a Londra» disse felice.
«Bravissima so che lo volevi tanto» la mia bambina era davvero una ragazza intelligente e sveglia per questo si meritava di tutto, incluso entrare in quella scuola e per questo avrei fatto di tutto per renderla felice anche uccidere chiunque si mettesse contro di lei.
«Grazie papà» disse venendo da me e abbracciandomi.
«Tu invece? cosa vuoi fare della tua vita?» chiedo riferendomi a Andrew. Di lui non avevo mai capito cosa volesse davvero fare della sua vita, lo ritenevo un fallimento totale, un ragazzino viziato dalla madre e questa cosa non mi andava bene perché volevo che tutti i miei figli fossero forti, intelligente e che prendessero da me, ma lui era un caso perso.
«Lui vuole solo spendere soldi e andare in giro con i suoi amici» disse Blake.
«Non parlare così di mio figlio» parlò Alison rimproverando Blake.
«Se no?» lui la guardò dritto negli occhi con modi di sfida zittendola subito...e decisamente aveva preso da me.
«Voglio entrare a far parte della mafia» disse Andrew facendo ridere Blake.
«Non riesci neanche a tenere in mano una pistola, come pensi di farcela? verresti ammazzato subito» disse mio figlio maggiore avendo un punto molto concreto sulla facenda.
«Ha ragione tuo fratello, se ricordi bene l'unica volta che ti diedi la possibilità hai fallito miserabilmente quindi cosa ti fa pensare di essere pronto sta volta ?» chiedo guardandolo dritto negli occhi pulendomi le labbra.
«Potresti almeno ...» non la feci finire perché sapevo benissimo dove voleva andar a parare.
«Alison quando parlo con i miei figli devi stare zitta e stare al tuo posto, non devi intrometterti in argomento che non ti riguardano e questo sarà l'ultima volta che ti sentirò parlare mentre discuto con loro. Spero che sono stato chiaro?» non aggiunse nient'altro e nessuno aggiunse nulla.
All'improvviso però Andrew si alzò sbattendo la sedia e andando via, ma mentre lo stava facendo si imbatté in qualcuno che vidi che era Harper.. cosa ci faceva qua?
«Scusami Harper» disse lui andando via di corsa.
La guardavo stare lì ed era bellissima, non riuscivo a distogliere lo sguardo, il suo fisico, pelle, viso, labbra non riuscivo a farne a meno di guardarla.
«Scusami amore ma ho invitato mia sorella a pranzo» disse Alison.
Il fatto che lei recitava davanti a Harper e facesse la parte della sorella premurosa mi faceva incazzare, non riuscivo a tollerare il fatto che Alison avesse pianificato ogni cosa solo per i suoi scopi malvagi. Dopo che il padre ci raccontò la verità guardarla fare finta di niente era difficile che mi veniva voglia di spararle in faccia ma sapevo che dovevo aspettare il momento giusto per colpire, e quel momento sarebbe arrivato molto presto.
«Salve a tutti» disse sedendosi vicino a mia figlia.
Era così strano vedere due sorella che di una ero sposato e l'altra di cui provavo qualcosa e con la quale ci andavo a letto.
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Dopo il pranzo vidi Harper recarsi in bagno così con la scusa che avevo da fare nel mio studio la seguì spingendola leggermente nel bagno combaciando subito le nostre labbra.
«Aspetta..non possiamo qua» disse staccandosi da me.
«Non mi importa,quando hai varcato quella porta non riuscivo a smettere di pensare al fatto che ti volevo a tutti i costi e ti avrei scopato su quel tavolo davanti a tutti» dissi baciandole il collo e allo stesso tempo le alzo la gonna per poi toglierle le mutandine.
La presi in braccio appoggiandola sul lavandino e lei mi slacciò i pantaloni, e in quel momento guardandola in quei occhi che mi attiravano infilai il mio cazzo dentro di lei sentendola gemere..dio se era incredibile sentirla dentro, era calda e così buona.
«Shhh non vuoi che ci scoprano?» chiedo guardandola in estasi per me, la tenevo stretta a me spingendo fino infondo muovendomi veloce e con movimenti secchi. Era bellissima e stavo provando cose contrastanti con lei che non avevo mai provato per nessuno.
«No...dio mio» sentivo che stavo arrivando all'estremo così andai più veloce colpendo sempre nel punto gusto che venni subito, esco da lei pulendomi e poi sistemandomi i pantaloni andando via e lasciandola ancora vogliosa di me.

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