Cap 4

1.5K 12 0
                                    

HARPER.
Quello che era successo in quel posto mi aveva destabilizzata, ero terrorizzata dal fatto che poteva succedere ancora. Dopo tutto quel casino lui mi portò via da lì non sapendo cosa fosse successo al corpo di quel uomo, mi portò al Plaza hotel dove ero venuta la prima volta, cercai in bagno il kit di pronto soccorso nonostante lui non volesse ma gli disinfettai lo stesso le ferite che aveva sulle nocche della mano.
«Grazie...» dissi alzando la testa per guardarlo.
«Per cosa?»
«Per avermi salvato»
«Non pensare che l'ho fatto per te, ho solo pagato un sacco di soldi per averti e non permetterei mai a nessuno di toccare ciò che mi appartiene» disse con leggerezza facendomi capire la situazione, cercai di non far notare il fatto che ci ero rimasta male.
«Stewart non mi ha detto niente» dissi finendo di curare la sua mano.
«Non credo che siano affari tuoi» disse serio alzandosi per andare a versarsi del Hennessy.
«Sono affari miei quando si tratta di me» dissi urlandogli contro, lui lasciò il bicchiere, mi osservò per un istante e mi prese all'improvviso dal collo sbattendomi contro il muro, ci guardavamo con voglio nonostante mi avesse trattata in quel modo, sentivo il desiderio di averlo che mi sentì bagnata tra le gambe.
«Non ti devi mai più permettere di urlarmi in quel modo» disse avvicinandosi alle mie labbra facendomi eccitare, lui era un uomo potente che sapeva prendermi, era sexy da far paura, respiravo a fatica solo a sentire il suo odore.
«Siamo intesi?» disse autoritario. feci fatica a parlare con tutta quella voglia che avevo di lui che se ne accorse, così mi prese in braccio con l'altra mano, avendo l'altra ancora sul mio collo combaciando le nostre labbra, era un bacio rude ma intensa che sentivo la sua lingua all'interno della mia bocca che sapeva di Hennessy, sapeva decisamente baciare come si deve che sembrava fosse un abitudine, le sue mani iniziarono a percorrere il mio corpo come se volesse di più così misi la mano tra i suoi capelli facendo intensificare ancora di più il nostro bacio, iniziò a sbottonarmi la sua camicia che avevo addosso lasciandola cadere a terra rimanendo completamente nuda per lui, ero così debole davanti a lui nonostante ci conoscessimo da poco, ma sinceramente non mi importata perché era l'unico che riusciva a riportarmi in vita, gemo continuamente quando lo sento succhiarmi i capezzoli per poi mordicchiarlo e palpandomi il culo, ma mentre volevo di più sentì constantemente il suo telefono suonare così sbuffando mi lasciò giù andando a rispondere maledicendo quella persona che aveva interrotto il nostro momento.
«Pronto?...sono impegnato... che cosa? Arrivo subito» disse riattaccando.
«Devo andare..tu stai qui e aspetta il mio ritorno» disse serio.
Si sistemò uscendo dalla porta lasciandomi da sola, andai in bagno e accessi l'acqua della vasca mettendoci del sapone e immergendomi, mi rilassai pensando a quelle labbra carnose sulle mie chiudendo gli occhi e immaginando che fosse qui con me, feci andare piano piano la mano verso la mia intimità toccandomi e pensando a Darren..quest'uomo mi stava fottendo la testa.
«Darren...» gemo muovendo con il dito in modo circolare la clitoride per darmi piacere e poi infilare un dito dentro di me.
«Oh..dio» dissi andando veloce con i movimenti toccandomi il seno, così ne infilai un altro dito che distinto tirai all'indietro la testa pensando che fossero la sua mano.
«Mmm..aaah sii Darren» gemo sempre più forte venendo subito pensando a quel dannato uomo che non voleva lasciarmi in pace. Cercai di regolare il mio respiro realizzando di aver detto il suo nome più volte ad alta voce.
Esco dalla vasca entrando nella sua camera da letto andando verso il suo armadio, presi una camicia che sapeva di lui poi mi incamminai verso la cucina guardando cosa c'era, e stranamente c'era tutto quello che potevi trovare, così decisi di preparare del "mac and cheese" e un po' di verdure, mi piaceva cucinare ed ero anche abbastanza brava.
Dopo aver finito di preparare il tutto decisi di andare sul balcone a fumarmi una sigaretta e a rilassarmi un po'.
«Non dovresti fumare» mi spaventai nel sentire la sua voce che feci cadere la sigaretta.
«Perché devi spaventarmi così» dissi mettendo una mano sul petto e girandomi dalla sua parte.
«Hai cucinato?» chiede spostandomi una ciocca di capelli, non so per quale motivo mi trattava come se non fossi una puttana quando eravamo da soli, ma era decisamente bello questo suo lato.
«Si..ti stavo aspettando» dissi imbarazzata.
Rientriamo insieme e gli servo la cena, poi metto un po' anche nel mio piatto sedendomi accanto a lui.
«Com'è?» chiedo guardandolo mangiare.
«Non è male» disse indifferente.
«Come mai hai deciso di comprarmi sapendo di aver tante ragazze a tua disposizione?» chiedo all'improvviso sperando mi desse una risposta.
«Non c'è una ragione precisa...quando vedo una cosa bella lo devo avere»
«Aah capisco..» non sapevo che altro dire.
«Non ti porto nel mio nightclub perché ti voglio per me, quindi per ripagarmi per i soldi che ho speso per averti, dovrai essere la mia domestica personale e dovrai fare ogni cosa che ti dirò, dovrai sempre obbedirmi senza esitare se no, sarai punita» disse serio pulendosi poi la bocca con il tovagliolo facendomi andare di traverso il cibo.
«Che cosa?»
«Non credo che tu sia sorda» disse guardandomi con quegli occhi indecifrabile.
«Ma se vuoi che ti porti nel mio locale a fare la puttana con cinque uomini al giorno per me va bene» aggiunse facendomi ingurgitare la saliva.
«No, ti prego non portarmi lì» lo implorai vedendolo sorridere e capendo che fossi caduta nella sua trappola dove non potevo uscirne..bastardo.
«Bene..domani inizierai alle 5 e ti verrà a prendere William il mio autista, prepara poi le tue cose perché da domani vivrai nella mia villa»
«Va bene..non ho altra scelta» dissi alzandomi e sparecchiando il tavolo pulendo tutto.
«Direi di no...ti riaccompagnerà William a casa, si puntuale non accetto ritardi» disse andando verso la porta.
«Aah un'altra cosa..non toccarti più senza il mio permesso» disse uscendo e mi guardai intorno per capire come facesse a saperlo?..Dio mio almeno chè non mi abbia vista oppure sentita..che situazione imbarazzante.
Sbuffai non capendo questo suo cambio di umore non mi sembrava più quella persona che voleva scoparmi qualche ore fa, mi sembrava così distante che non sapevo che fare se non lasciarlo in pace, forse gli era successo qualcosa mentre era andato via e io decisamente non gli avrei chiesto nulla.
Presi le mie cose uscendo dall'hotel e facendomi portare a casa dall'autista.

HOW TO LOVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora