Cap 32

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HARPER.
Mi recai a lavoro ma prima di entrare chiamai la babysitter per sapere come stava mio figlio e dopo aver parlato con lui mi sentivo più sollevata, così entrai nell'edificio. So che non era una buona idea lasciarlo lì soprattutto dato che era ancora piccolo ma non avevo altra scelta, Nolan non c'era quasi mai a casa e io con questo tipo di lavoro non potevo portarmelo dietro.
Avevo trovato il lavoro un anno fa, venivo pagata bene ma avevo sempre i miei limiti, non mi facevo mai toccare oppure non mi portavo i clienti a letto, l'unico uomo che poteva toccarmi non mi voleva più e pensandoci mi faceva stare male.
«Harper nel mio ufficio, adesso» disse Brandon il mio capo.
Sbuffai e mi recai nel suo ufficio, busso alla porta finché non sento un "avanti" e entro.
«Siediti» mi disse indicando la sedia.
«Stasera non dovrai ballare sul palco»aggiunge.
«Che cosa? perché?» chiedo quasi urlando.
Dopo che avevo imparato a ballare, ballare sul palco era come uno sfogo, non ne avevo mai abbastanza e non capivo per quale motivo non dovevo ballare oggi, ero la migliore e portavo un sacco di soldi in questo fottutissimo postaccio, quindi mi chiedevo il perché di questo cambiamento.
Lui si sistemò per bene sulla sedia e si avvicinò alla scrivania incrociando le braccia e mi fissava con quella faccia di merda che aveva.
«Ci saranno dei clienti molto importanti in una delle sala VIP e vogliono una ballerina da intrattenimento quindi ho scelto te» disse andando subito al punto.
«Che cosa? No, non lo voglio fare, ci sono Melanie, Jess e le altre ragazza perché proprio io?» chiedo un po' arrabbiata.
Non mi andava di ballare nelle sala vip, perché non potevi mai sapere cosa ti avrebbero fatto entrata là dentro, e in più non si chiamava vip per niente.
Lui si alzò e mi venne vicino afferrandomi con forza la guancia.
«Ascoltami bene ragazzina tu farei ciò che ti dico e se a te non sta bene quella è la porta..siamo intesi?» disse sentendo il suo puzzolente alito.
«Mi stai facendo male» dissi cercando di togliermelo di dosso. Così con forza riuscì a liberarmi della sua presa facendomi però un po' male.
«Sono stato chiaro?»
«Si» dissi alla fine.
Non volevo piangere davanti a lui quindi decisi di arrendermi e di accettare, e dopo averlo fatto ritornò a sedersi.
«Brava ragazza, ora puoi andare» disse.
Mi alzai immediatamente uscendo fuori dal suo ufficio massaggiandomi la guancia, mi reco in camerino e trovo le altre ragazze che si stavano preparando.
«Harper ho saputo che quel bastardo ti ha messo nella sala vip » disse Jess.
«A quanto pare» dissi solo andando a sedermi nella mia postazione e iniziando a prepararmi.
Optai per un set di biancheria intima con la giarrettiera in pizzo rosso, dei tacchi decisamente rossi abbinato al mio completino, mi faccio un trucco leggero e decido di legarmi i capelli con del gel in una coda, poi metto per ultimo la mia maschera per non mostrare il viso.
Ormai erano le 00:30am e la gente iniziò ad arrivare e riempire la sala.
«Harper muovi il culo e vai nella sala 505» disse Brandon entrando nel camerino.
Annuii e diedi prima di andare un bacio alla foto di mio figlio che tenevo, mi avvicinai alla porta per uscire ma Brandon mi afferrò per un braccio.
«Comportati bene» disse lasciandomi poi andare.
Mi incamminai nella sala vip, la musica era molto alta, la gente si divertiva e l'ambiente era decisamente diversa.
Arrivati davanti alla porta bussai ed entrai dentro, vidi degli uomini vestiti molto elegantemente, erano abbastanza di mezza età , erano almeno cinque uomini ed ognuno di loro aveva una ragazza del locale accanto, mi fissavano tutti ed ero al quanto in imbarazzo però mi veci forza e andai dove cera il palo ballando come non avevo mai fatto.
All'improvviso sentì un forte schiaffo colpirmi il sedere così scesi dal palo e girandomi tirai uno schiaffo a quella persona.
«Lurido schifoso come osi toccarmi» dissi furiosa.
Come cavolo si era permesso di toccarmi senza il mio consenso, nessuno lo aveva mai fatto e decisamente questa cosa mi faceva imbestialire.
«Puttana di merda...» disse lo sconosciuto afferrandomi il collo.
Mi disgustava, sentivo l'odore di alcol e notai della polvere bianco sul suo naso così capì che era estremamente fatto e io non sapevo come fare a fuggire da quella situazione, era un uomo che mi metteva al quanto paura per come era grande e grosso.
«John lascia in pace la ragazza» sentì una voce ed era uno di loro che rideva..."bastardo" pensai, mi stava decisamente soffocando ma a lui non sembrava importare, poi pensai che del resto questa vita che stavo conducendo non era così diversa da quello che facevo quando stavo con Stewart.
«Non ho pagato tanti soldi solo per vederla ballare, poi guardate che corpo che c'a sta puttana...» disse avvicinandosi pericolosamente al mio viso.
Non riuscivo manco a parlare, stavo per perdere i sensi.
«Vediamo chi c'è sotto a questa maschera» disse allungando la mano per togliermela,
ma non so cosa sia successo, all'improvviso lui lasciò la presa. Iniziai a tossire e a singhiozzare che mi accasciai a terra senza forza.
«Che sta succedendo qui?» chiede una voce, una voce che non mi sarei mai dimenticata, alzai la testa per vedere se stavo davvero sognando, ma niente affatto,era lui, iniziai a tremare mentre lo guardavo, il mio cuore batteva all'impazzata che se non mi controllavo sarebbe esplosa, mi chiedevo cosa ci faceva qua, poi ad un certo punto le lacrime presero il sopravvento, in due anni non era cambiato più di tanto, lo osservavo in tutto il suo fascino, era bellissimo, una bellezza che non avevo dimenticato, era vestito bene con un completo nero rendendolo decisamente affascinante che non riuscivo a distogliere lo sguardo. Entrò nella stanza assieme a Benjamin e Michael, come dimenticarmi di loro due, i suoi più affidati guardie del corpo.
«Come mai la ragazza si trova per terra?» chiede guardandomi per un attimo e distogliendo lo sguardo concentrandosi sulle altre persone. Non mi aveva riconosciuta per via della maschera e ringraziai il cielo per questo. La sua voce era potente che mi faceva uno strano effetto sentirlo.
«Signor Johnson non è....» non riuscì a finire che ricevette un pugno in piena faccia, mi spaventai a dire la verità, lo vidi indietreggiare e appoggiarsi al muro e poi toccarsi il naso ormai rotto.
Nessuno fiatava o rideva come prima si poteva notare quanta paura avessero, lui incuteva tanto timore alle persone per questo era un capo. Si avvicinò al tipo ormai in preda al dolore.
«Ricordati bene che certi comportamenti non lo tollero» disse pulendo la sua mano sulla giacca di quel uomo, lui abbassò la testa e non disse nulla.
«Adesso datti una ripulita e mettiti seduto abbiamo affari di cui parlare» disse lui in un modo freddo.
«Si signore» disse l'uomo andando via dalla sua visuale.
Riportò lo sguardo su di me che sembrava studiarmi affondo, si avvicinò a me e si abbassò allungando la mano, rimanendo scioccata dal suo gesto.
«Mi dispiace per come si è comportato» disse, alzai di poco la testa e in quell'istante i suoi occhi incrociarono i miei, non sapevo che dire, le parole non volevano uscire dalla bocca sembrava mi fossi mangiata la lingua, e averlo così vicino mi faceva venire la voglia di baciarlo e toccarlo ma sapevo che non era possibile così mi alzai dal pavimento senza accettare il suo aiuto uscendo di corsa da quella stanza, entro in bagno lasciandomi andare in un pianto.
«Tesoro che succede?» vidi Zoey preoccupata così in preda alla disperazione l'abbracciai forte.
«Shhhhh va tutto bene» disse accarezzandomi i capelli. Non sapevo più che fare se non piangere, ero triste, l'uomo che amavo era difronte a me e non ho saputo dire nulla, avevo decisamente paura che mi avrebbe respinta sapendo chi c'era dietro a quella maschera.
«No che non va bene» dissi singhiozzando
«Allora dimmi che ti succedere»
Mi fece alzare la testa e mi pulì con il dorso della mano le lacrime che mi scendevano sul viso, così le raccontai quello che era successo in quella stanza.
«Aspetta un attimo quindi mi stai dicendo che il signor Johnson e il padre di Ezra?» chiede lei al quanto sorpresa.
feci cenno di sì.
Zoey era una donna di 28anni ed era da tanto tempo che conduceva questa vita ma a lei non dispiaceva affatto, era molto dolce e divertente per questo era tra le poche persone qua dentro con cui andavo d'accordo, era bella e sensuale allo stesso tempo.
«Non ci posso credere» disse incredula.
«Rivederlo è stato un colpo al cuore» dissi toccandomi il petto.
«Ci credo lo amavi tanto non è così?»
«Si e lo amo ancora, non ho mai smesso di farlo»
«Ora vieni con me che ti do una ripulita» disse trascinandomi alla sua postazione. Di lei potevo fidarmi perché le raccontavo le cose e mai aveva fatto uscire una semplice pettegolezzo nei miei confronti e per questo la ritenevo un'amica.
Lei mi tolse il trucco ormai sbavato e mi raccontò di come era andata la sua serata. Mi aveva detto che anche per lei non era andata come previsto perché il cliente che aveva era un ciccione con un pene estremamente piccolo, e in quell'istante non riuscì a contenermi che mi misi a ridere.
«Hei non ridere» disse dandomi un colpo sul braccio, ma era impossibile non ridere.
«Scusami tanto» dissi cercando di contenermi.
A lei piaceva essere scopata ma solo da coloro che potevano permettersi di pagare bene, in pratica quello che facevo io un tempo prima di conoscere Darren. Ma la differenza nel stare da Stewart e lavorare da Brandon erano due cose completamente diverse. Da Stewart non avevo vita, non potevo decidere assolutamente nulla, il mio corpo veniva usato come un oggetto da persone e in più tutto il guadagno che facevo andava sempre a lui, invece da Brandon potevo decidere, venivo pagata bene e non ero obbligata a dare agli uomini il mio corpo per fare più soldi se non volevo.
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La serata ormai era finita ed erano le 4am dovevo tornare a casa da mio figlio.
«Harper prima di andare vieni nel mio ufficio» disse Brandon.
Lo seguo aspettandomi di tutto da lui, così entro nel suo ufficio chiudendo la porta
«Questo è la tua parte» mi disse.
«Che cosa?» Ero stranita perché la serata per me era andata davvero male e non avrei mai pensato che sarei stata pagata.
«Lì vuoi o non li vuoi?» disse solo.
Presi i soldi senza aggiungere altro recandomi verso la porta. Avevo fatto tremila dollari in una serata ed alla fine ero contenta.
«Ah e un'altra cosa; la prossima volta che schiaffeggerai un cliente sappi che sarai fuori» aggiunge.
«Allora devi dire a loro che non devono toccarmi» dissi uscendo dal suo ufficio mettendo i soldi nella borsa e andando via non capendo come mai mi avesse pagato lo stesso.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 4 days ago ⏰

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