Cap 6

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HARPER.
Era da tanto tempo che non mi sentivo così umiliata da qualcuno, Darren non era più l'uomo dolce che mi fece sentire come la prima volta, era cambiato e non riuscivo a capirlo, o forse non lo avevo mai capito. Corsi fuori dall'abitazione ringraziando il cielo che non c'erano le guardie, arrivai alla fine in un parco abbastanza vicino alla casa, dovevo mettermi in sesto e smetterla di piangere ma solo che non ci riuscivo era più forte di me.
«Tieni...» senti dire da qualcuno così alzai la testa e vidi che era quel ragazzo.
«Andrew...grazie» dissi singhiozzando pulendomi le lacrime. Lo vidi sedersi vicino a me rimanendo per un istante in silenzio.
«Quindi lavori come domestica a quanto vedo» disse guardandolo incredulo.
«Come fai a saper...» poi mi guardai notando che avevo ancora addosso i vestiti da domestica ridendo e contagiando pure lui.
«Comunque che ci fai qua?» chiedo curiosa.
«Passavo da queste parti e ti ho visto» disse facendomi un sorriso davvero bello.. guardandolo bene quegli occhi verdi mi attiravano erano davvero belli da far cadere ogni ragazza ai suoi piedi.
«Aahh capisco»
«E come mai una bellissima ragazza come te si trova qua da sola a piangere? Ti è successo qualcosa? Qualcuno ti ha fatto del male?» chiede trovandolo davvero adorabile.
«No tranquillo..ora è meglio se torno a lavoro» dissi dandogli un bacio sulla guancia
«Ci rivedremo ancora?» chiede toccandosi la guancia come un bambino..era buffo.
«Ma certo» dissi andando via.
Ritornai nella villa anche se non avevo la minima voglia di vedere nessuno e speravo che nessuno avesse notato la mia assenza.
«Harper dove diamine sei stata? Il signor Johnson ti vuole subito nel suo studio» disse Olivia preoccupata per me.
Non le dissi nulla recandomi nel suo studio bussando alla porta che poco dopo lo sentì darmi il permesso di entrare. Lui si alzò subito dalla sua postazione venendo dalla mia parte e sembrava al quanto arrabbiato.
«Dove diamine sei stata?» chiede stringendomi il braccio.
«Mi stai facendo male» dissi cercando di staccarmi da lui ma era tutto inutile era più forte di me.
«Ti giuro che ti faccio male se non mi dici dove sei stata» disse avvicinandosi un po' troppo a me.
«Va bene, ero solo andato a prendere una boccata d'aria...ora ti prego molla la presa» dissi con le lacrime agli occhi.
Mi guardò attentamente per poi lasciarmi andare e ritornare a sedersi come se niente fosse.
«Se non ti do il permetto di uscire tu non devi andare da nessuna parte..spero che sia tutto chiaro?» disse serio continuando a lavorare sui suoi fogli.
«Perché mi tratti così?» chiedo ormai in lacrime andando verso di lui, smise di fare ciò che stava facendo portando le sue attenzioni su di me.
«Come ti starei trattando?» disse alzando una sopracciglia. Mi faceva ridere il fatto che faceva finta che non fosse successo nulla.
«Prima sembri dolce, poi ti comporti da vero stronzo e dopo tuo figlio si permette di picchiarmi e tu non dici nulla ne fai niente per fermarlo...» dissi con tutta la rabbia che avevo, ma alla fine era meglio se me ne stavo zitta perché all'improvviso mi prese dalla guancia sbattendomi contro la sua scrivania avvicinandosi alla mia faccia.
«Te l'ho detto che non devi permetterti di parlarmi in questo modo, donne come te le uccido quando mi mancano di rispetto ma per te ho un'altra punizione esemplare» disse facendomi paura, la sua espressione era cambiato non sembrava più lui. Mi girò con violenza tenendo la mia testa sul tavolo alzando la mia gonna.
«No..ti prego» dissi piagnucolando avendo paura di ciò che mi poteva fare... senti il rumore della sua cintura
«Ti prego non farlo..sarò ubbidiente» dissi agitandomi e in preda a dei ricordi che mi stavano tormentando a morte.
«Ti conviene contare..se non vuoi che inizi tutto da capo»
Iniziò con i primi colpi facendomi urlare così contai tenendo forte il tavolo, ricordai quando mio padre mi torturava ogni volta che non volevo andare a letto con lui... rivivendo quei ricordi le lacrime non smettevano di scendere per il dolore che stavo provando, mi colpiva e colpiva sempre più forte con la cintura.
«Papà...ti prego...basta» dissi sussurrando in preda ad un attacco.
Ma ad un certo punto si fermò lasciandomi cadere per terra, mi trascinai con fatica nell'angolino avvinghiandomi su me stessa singhiozzando e facendo fatica anche a respirare.
«Harper...» disse venendo dalla mia perte realizzando che era tornato in lui ma non riuscì a farmi toccare, mi aveva picchiata ed ero troppo traumatizzata
«Perché..perché anche tu...» dissi tremando rendendomi conto di quanto facessi pena.
Mi prese in braccio cullandomi come una bambina e in quell'istante mi senti protetta nonostante mi avesse fatta del male, ma non riuscivo però a smettere di piangere.
«Bambina..è tutto finito adesso» parlò dolcemente come quando ci eravamo conosciuti la prima volta, era tornato a essere gentile, ma avevo il dubbio che non sarebbe durato.
Si mise seduto sulla sua poltrona con me ancora in braccio massaggiandomi con una mano il culo e con l'altra i capelli facendomi passare un po' il dolore.
«Se non vuoi essere punita devi ubbidirmi sempre» disse alzandomi la testa asciugandomi le lacrime e guardandomi attentamente negli occhi, era bellissimo mai visto un uomo così bello in tutta la mia vita aveva ciò che avrei sempre voluto avere in un uomo se non avessi iniziato con questa vita.
«Siamo intesi?» chiede autoritario aspettando una mia risposto
«Si»
«Brava bambina.» disse accarezzandomi la coscia facendomi sentire un brivido percorrermi tutto il corpo.  Aveva un qualcosa che non riuscivo a farne a meno, lui in sé mi faceva perdere la testa.
Iniziai a ansimare quando senti le sue dita sul bordo della mia mutandina.
«Sei già bagnata» disse soddisfatto per ciò che mi aveva fatto.
Mi sbottonò la camicia che avevo tirando fuori il mio seno che me lo palpò spostando di lato la mia mutandina toccandomi la clitoride.
«Aah Darren...» gemo ancora di più quando sento il suo dito dentro di me, muove su e giù il dito toccandomi la clitoride e facendomi andare fuori di testa, tiro la testa all'indietro sentendolo inserirmi un altro dito e mordendomi il capezzolo per poi succhiarlo.
«Darren sto..sto..» dissi ormai in preda ad un potente orgasmo, quando si trattava di lui venivo subito non riuscendo a controllarmi una cosa mai successa.
«Per punizione non venire» disse muovendo veloce le dita facendomi soffrire.
«Ti..prego Darren non c'è la faccio più» dissi gemendo e cercando con tutta me stessa di resistere mentre lui continuava a muovere le sue mani dentro di me.
«Brava bambina...ora vieni per me» disse e in quel momento venni sulla sua mano in un potente orgasmo guardandolo soddisfatto..testa di cazzo..pensai.
Leccò le sue mani guardandomi negli occhi, non riuscivo a smettere di ansimare, mi faceva uno strano effetto e non capivo cosa stessi provando per quest'uomo.
«Mi era mancato il tuo sapore» disse sentendomi così in imbarazzo da farmi accaldare.
«Ora voglio che ricambi il favore» disse capendo subito cosa intendesse dire così senza esitare mi inginocchiai slacciandogli i bottoni dei pantaloni e tirando fuori il suo pene ormai in tiro.
«Succhia..» ordinò cosi iniziai a leccare ogni parte bagnando la sua durezza per bene e prendendolo poi in bocca, mi muovevo piano e lo sentì gemere così aumentai la velocità aiutandomi con la mano facendolo impazzire.
«Puttana si..così» disse eccitato ma non feci caso a come mi aveva chiamata, e continuai a succhiare per poi sentirlo prendermi per i capelli facendomi andare più a fondo sentendolo fino alla gola.
«Cazzo siii...la sai usare bene quella bocca puttana» disse sentendolo ansimare, ma poi ad un certo punto sentimmo qualcuno bussare alla porta ma lui non smise di tenermi per i capelli facendomi continuare.
«Avanti..» disse cercando di nascondere il fatto che fosse eccitato.
«Papà..oh vedo che sei impegnato..comunque dobbiamo andare» disse quel bastardo del figlio
«Ci vediamo fuori» disse Darren così per fargliela pagare succhiai forte da farlo gemere davanti al figlio.
«Va bene» disse Blake mettendosi a ridere e andando via.
«Ti dovrei punire per questo» disse tirandomi su la testa per guardarmi prima che continuassi con il mio lavoro...succhiai ancora finché non senti il suo liquido spruzzarmi in bocca.
«Ingoia» mi ordinò così feci ciò che mi disse.
Mi alzai pulendomi l'angolo della bocca sistemandomi e notando anche lui fare la stessa cosa.
«Ora devo andare, tu fai ciò che ti dice Ellen» disse andando verso la porta.
«Aspetta...»
«Che c'è?»
«Volevo chiederti se potevo avere la giornata libera per sabato» dissi abbassa voce ma lui mi sentì lo stesso.
«Perché mai?»
«Ecco..mia sorella mi ha invitato a casa sua e ha talmente insistito che non potevo dirle di no» dissi sperando mi lasciasse il giorno libero.
«Hai una sorella?» chiede curioso.
«Si..è da ormai anni che non la vedo»
«E fa la puttana?» chiede schietto senza peli sulla lingua.
«No lei ha scelto un'altra vita» dissi pensando a come lei fu fortunata ad avere la vita che ha adesso.
«Se ti comporterai bene potrai andare» disse uscendo dalla porta lasciandomi da sola nel suo studio.

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