Cap 8

1.1K 13 0
                                    

DARREN.
Averla davanti mi sembrava uno scherzo, chi l'avrebbe mai detto che la sorella di mia moglie facesse la puttana, e che da puttana facesse la domestica in una delle mie ville e che per di più me la portavo a letto quando mi pareva, era davvero tutto così assurdo. Alison mi parlò di aver una sorella e che da anni non comunicavano, ma ha quei tempi non avevo il tempo per indagare sul suo passato perché cercavo solo una donna che potesse sostituire la mia prima moglie.
Con la scusa che dovevo occuparmi degli affari riuscì a raggiungerla e nei suoi occhi vedevo solo tristezza, così in quel momento mi venne in mente di abbracciarla non aspettandomi di ricevere un bacio in cambio e sinceramente non riuscì a resisterle che avrei voluto di più ma all'improvviso finì per respingermi, così facendo fece crescere in me la voglia di averla ancora di più.
Quella volta che vidi la sua foto da Stewart la dovevo avere a tutti i costi, era bellissima, con quegli occhi da cerbiatto castani, corpo formoso, labbra carnose incredibilmente seducenti e di carnagione scura, in quel momento non mi importava affatto se era una puttana, e per averla è stato semplice, basta far capire chi comanda e tutto ti verrà dato.
«Alison..lei c'era» senti dire in lacrime da Harper.
In realtà non me ne andai ma mi nascosi in un vicolo cieco dove non potevano vedermi.
«Eh..scusami? Che intendi dire?» chiede mia moglie confusa.
«Lei mi guardava dietro la porta quando lui..lui.» vidi lei singhiozzare mentre Alison rimase incredula a ciò che stava ascoltando e sta cosa mi fece insospettire un po' così me ne andai via da lì.
Presi il mio telefono componendo il numero di Shark il mio hacker alla quale non c'era niente che lui non poteva fare o trovare.
«Pronto..capo?»
«Shark trovami qualcosa sul passato di Harper Moore» dissi
«Va bene mi dia un giorno»
«Perfetto» dissi riattaccando la chiamata.
✨✨✨✨✨
Ritornai a casa dopo aver trascorso il continuo della serata al nightclub per non avere gente indesiderata intorno, entrato in casa uso l'ascensore schiaccio il secondo piano ed entro in camera da letto trovando Alison che dorme.
«Dove sei stato?» disse lei intuendo che era sveglia già da prima.
«Non credo questi siano affari che ti riguardano» dissi togliendomi i vestiti.
«Sì invece, sono tua moglie»
«Davanti agli altri potremo pretendere di essere una famiglia felice ma sappiamo entrambi che non è così» dissi seccato.
«Se tu almeno ti impegnassi un po' di più in questo matrimonio non ci troveremo in questa situazione, sono una donna e ho bisogno anch'io delle mie esigenze invece non fai altro che tradirmi in continuazione con puttane senza valore facendomi sentire una nullità» disse alzando un tantino la voce.
«Cosa ti aspetti da me eh? sai cosa andavi incontro quando hai firmato i fogli prematrimoniali, dovresti saperlo ormai...» dissi andando in bagno.
L'avevo sposata solo per avere altri figli e questo faceva parte dell'accordo stabilito e in cambio le avrei dato tutto quello che voleva e lei lo aveva accettato senza obbiettare.
Non mi ero mai innamorato e non sapevo neppure cosa fosse, neanche con la madre di Blake era successo..in tutta la mia vita mio padre che era a capo della famiglia un tempo, mi insegnò a combattere, uccidere e a usare l'astuzia contro i miei nemici e diceva sempre che non c'era tempo nel nostro mondo per innamorarsi, per questo non riuscivo mai ad innamorarmi di una donna.

✨✨✨✨
Il mattino seguente mi trovavo già nel mio ufficio al nightclub per degli affari con un boss del cartello e dopo aver concluso tutto presi il mio sigaro accendendolo e fumando, mi stavo rilassando quando sentì qualcuno bussare alla porta, così gli diedi il permesso di entrare notando che era Benjamin che teneva tra i capelli una delle mie puttane.
«Capo abbiamo un problema» disse lui buttandola per terra.
«Di che si tratta?» chiedo fumando il mio sigaro.
«L'ho beccata a rubare i soldi del bar» disse lui, sentendola piangere.
Mi alzai dalla poltrona andando verso di lei mettendomi alla sua stessa altezza guardandola dritta negli occhi e potevo notare quanto avesse paura.
«È vero?» chiedo con calma finché potevo ma sapevo benissimo che non sarei durato a lungo.
«Io..io..ecco..» disse balbettando
«Rispondi...cazzo» dissi urlandole contro facendola spaventare..una cosa di me era che non avevo pazienza per nessuno.
«Si..ma..» non la veci finire che le tirai un forte schiaffo sul viso, perché nessuno poteva permettersi di derubarmi neanche i miei cazzo di figli.
Neve era una delle migliori puttane del mio club e vederla andare via avrebbe scombussolato i miei affari ma con ciò che aveva fatto non me ne poteva fregare di meno di ciò che le avrei fatto anzi ne avrei sempre trovata una migliore.
Mi alzai togliendomi la giacca per essere più comodo andando verso di lei e prendendola per i capelli.
«La prego non accadrà più...mi lasci andare» disse piangendo disperatamente e cercando in vano di liberarsi dalla mia presa ma era tutto inutile.
«Dovevi pensarci prima..» non tolleravo le persone che mi tradivano o derubavano perché sapevo che non avrei risparmiato nessuno e tutti loro erano a conoscenza.
La trascinai verso la mia scrivania sbattendola ripetutamente la testa contro di essi, continuavo a sbattere sempre più forte senza rendermi conto che facendo così l'avrei potuta uccidere, ma dovevo farle capire che con la famiglia Johnson non ha scrupoli con nessuno.
«Puttana di merda nessuno può derubarmi e pensare di passarla liscia» dissi colpendola ancora e ancora, uccidere qualcuno era la cosa che mi faceva sentire vivo e questo aspetto lo avevo preso da mio padre.
«Papà..papà..è morta» senti dire da mio figlio così ritornai in me realizzando che la ragazza era davvero morta, e pensare che avevo appena iniziato...pensai, così lascia la presa sedendomi sulla mia poltrona rilassandomi, se non fosse intervenuto Blake credo che avrei continuato per tutta la giornata.
Queste puttane devono capire una cosa su di me che per quanto io possa fargli fare ciò che vogliono nel mio club questo non da il diritto a quelle troie di derubarmi tanto meno di tradirmi.
«Benjamin porta via questa puttana ripugnante e chiama qualcuno che venga a pulire tutto questo casino, e trovami un'altra puttana entro fine giornata» dissi accendendo di nuovo il mio sigaro che avevo lasciato in sospeso e pulendomi con un fazzoletto di stoffa ciò che rimaneva di lei sulle mani e faccia.
«Sarà fatto capo» lo vidi trascinare il corpo chiudendo poi la porta lasciandoci da soli.
«Papà ecco il fascicolo che avevi chiesto a Shark» disse lui passandomi il foglio.
Lo presi in mano aprendo il contenuto e leggendo ogni minima riga.
"Harper Elisabeth Moore 25 anni, nata a Manhattan da Elijah Moore e da Gwenda Moore, ha una sorella maggiore di nome Alison Moore. Il padre si trova nel carcere di Rikers per abuso di minore e pedofilia..e la vittima fu da anni la figlia minore, finché non ha avuto il coraggio di andare assieme alla sorella maggiore a denunciare il fatto alla polizia..e investigando hanno trovato sul suo computer varie foto e video della figlia più piccola e altre bambine inerenti agli abusi. Fra qualche giorno uscirà di prigione...e la madre era a conoscenza degli abusi fatti dal padre verso la figlia ma non disse mai nulla o fatto qualcosa"
«Che cosa c'è scritto?» chiede Blake così gli passai il fascicolo e lo lesse anche lui.
Non potevo credere che un padre poteva fare una cosa del genere alla propria figlia, e adesso potevo capire per quale motivo avesse scelto quella vita è di allontanarsi da tutti.
«E cosa vuoi fare con queste informazioni?» chiede appoggiando il foglio sul tavolo.
Mi alzai dalla poltrona andando verso la finistra
«Non lo so» dissi
«E con la storia di tua moglie che è la sorella della tua puttana?»
«Figliolo..questo dovrà essere l'ultima volta che ti riferisci a Harper in questo modo...spero che sia tutto chiaro?» chiedo serio sapendo bene che mi avrebbe ubbidito.
«Va bene...»
«Occupati degli affari...ci vediamo più tardi» dissi andando via e recandomi nella mia villa dove l'avrei trovata.
Dopo quella che era successo alla serata non mi misi in contatto con lei perché volevo darle del tempo. Arrivato a casa trovai tutti tranne lei.
«Salve Signor Johnson..» dissero in coro.
«Dov'è Harper?»
«È da tutta la giornata che è rinchiusa nella sua stanza» disse una di loro.
«E non avete pensato di chiamarmi?» dissi guardandole abbassare la testa così senza perdere altro tempo salgo su cercando di entrare ma la porta era chiusa a chiave
«Harper apri subito la porta» urlai ma niente, non sentivo assolutamente niente così senza pensarci do un calcio alla porta buttandola giù, entro nella stanza non trovandola così decido di entrare nel bagno trovandola distesa sulla vasca con le mani insanguinate così capì subito cosa avesse fatto.
«No..no...hei bambina svegliati» dissi dandole dei piccoli colpetti sulla guancia ma niente. Così la presi in braccia.
«Oh mio Dio» disse Ellen in shock.
«Chiama subito il dottore..fai presto» le ordino così corse subito a chiamarlo.
Dopo qualche minuto arrivò il dottore chiedendomi di uscire dalla stanza per procedere con i trattamenti così feci ciò che mi disse senza obbiettare aspettando una sua risposta che non tardò ad arrivare.
«Quindi..?» chiedo impaziente.
«Ora sta riposando..la signorina ha cercato di togliersi la vita tagliandosi i polsi ma non è riuscita ad andare in fondo con il taglio quindi non ha danneggiato le vene ma è solo svenuta..»
«Quindi sta bene?»
«Si ha solo bisogno di riposo»
«Grazie..può andare dottore» dissi guardandolo andare via così entrai nella stanza.
Mi misi sullo spigolo del letto guardandola, aveva quell'aria così tranquilla che la trovai bellissima, le accarezzai i capelli dandole poi un bacio sulla fronte..cazzo se anche in questo momento me l'avrei scopata.
«Sei stata davvero stupida..non vedo l'ora che ti svegli così potrò punirti per bene»

HOW TO LOVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora