Cap 14

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HARPER.
Erano passati ormai due settimane dall'ultima volta che ci siamo rivolti la parola e sinceramente mi mancava ma non sopportavo il fatto che non riusciva a mettere da parte il fatto che io abbia condotto una vita diversa.
«Harper nel mio studio» mi ordinò mentre stavo pulendo il pavimento così sbuffai lasciando ciò che stavo facendo recandomi lì con lui...entrati lui andò a sedersi e io rimasi in piedi difronte a lui.
«Dovrai prepararti..» disse serio.
«Prepararmi per dove ?»
«Parto per la Grecia e tu verrai con me» disse senza aggiungere altro.
Non lo capivo proprio, prima mi faceva sentire in un certo modo e ora voleva fare un viaggio con me....assurdo.
«Non ci sono altre persone che potesti portare?» chiedo non volendo andare.
«Non contraddirmi...prepara la valigia perché partiamo domani» disse serio.
Me ne andai senza aggiungere altro perché sapevo che avrei solo peggiorato la situazione.
Presi un profondo respiro entrando in camera mia preparando le mie cose. Ricordai quando gli feci capire ciò che provavo e questa cosa mi ronzava sempre in testa perché sapevo che per lui non era lo stesso e avevo accettato la cosa anche se non mi faceva stare bene emotivamente.
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Il giorno seguente mi trovavo all'interno del suo jet privato, rimasi sbalordita quando vidi quanto fosse spaziosa e bellissimo, in pratica rimasi incantata anche perché in tutta la mia vita non ero mai salita su un aereo, tanto meno su un jet privato.
Mi accomodo guardando lui fare la stessa cosa, eravamo solo noi due e non si era portato dietro nessuno dei suoi uomini una cosa davvero insolita.
«Salve Signor Johnson gradisce qualcosa da bere?» chiede la hostess di volo senza neanche considerarmi.
«Portami del whisky e alla signorina dello champagne» disse lui rilassandosi.
Lei mi squadrò per bene rivolgendomi un falso sorriso e mi chiedevo cosa avessero queste donne.
Dopo un lungo volo arriviamo finalmente in Grecia atterrando su un isola praticamente isolato da tutti, mai visto una cosa del genere.
«Ti piace?» chiede
«E me lo chiedi è stupendo non so neanche come descriverlo» dissi entusiasta.
«Di fatti è tutta mia» disse sussurrandomelo nell'orecchio facendomi sentire i brividi.
Era tutto così bello però mi chiedevo come mai mi aveva portato con sé su quest'isola? Forse voleva uccidermi oppure seppellirmi viva, scacciai via quel pensiero capendo di fantasticando troppo.
«Vieni entriamo» disse prendendomi la mano facendomi accaldare.
La villa era enorme, con piscina, giardino e intorno a essi si poteva vedere il mare di un azzurro pulitissimo, non ne avevo mai visto così ed ero estremamente incantata.
«Salve Signor Johnson è bello riaverla qua» disse una donna sui sessant'anni, portando poi la sua attenzioni su di me.
«Signorina è un piacere» mi sorrise accogliendomi.
«Il piacere è tutto mio signora» dissi ricambiando il sorriso.
«Dorothy la camera è pronta?» chiede lui
«Ma certo è tutto pronto come richiesto»
«Bene puoi andare..» ordinò guardandola andare via.
Mi porta in una camera davvero meravigliosa, l'arredamento era bellissimo con quei colori chiari e accessi, una cabina armadio pieno di vestiti che poteva diventare un'altra camera e un bagno con all'interno sia la doccia che la vasca con due lavandini, era tutto perfetto e per sicurezza mi diedi un pizzicotto per capire se era vero...e di fatti lo era.
«Non ci posso credere» dissi incredula a tutto.
«Sapevo che ti sarebbe piaciuta la nostra camera» disse dietro di me guardandolo dallo specchio del bagno, così mi girai per aver completamente visuale di lui.
«Nostra camera?» chiedo perplessa perché mi conoscevo abbastanza per capire che stando vicino a quest'uomo mi avrebbe fatto dimenticare il fatto che ero ancora arrabbiata con lui.
Mi guardava con quegli occhi così azzurri che li trovai irresistibili, appoggiò le sue mani sullo spigolo del lavandino abbassandosi alla mia altezza e bloccandomi il passaggio, e in quel momento il mio cuore ha iniziato a battere standogli così vicini da sfiorarci le labbra.
«Si nostra perché dormiremo insieme..ora però ti lascio, tu preparati e fatti trovare pronta per le 8pm...ho fatto comprare a Dorothy dei vestiti per te e ogni cosa di cui hai bisogno» disse lui dandomi un bacio sulla fronte andando via e lasciandomi da sola senza neanche farmi replicare.
Mi preparai come mi aveva chiesto e optando per un vestito rosso lungo senza spalline molto aderente che mostrava il mio fisico, mi misi i tacchi, truccandomi leggermente come sempre e lasciando i capelli mossi, ero pronta così esco dalla stanza trovandolo giù dalle scale ad attendermi, era bellissimo con il suo completo nero, gli si intravedevano per bene i muscoli, ed era sexy da far paura, con la barba curata, e i capelli sistemati, sorrido quando mi diede la sua mano da prendere.
«Wow sei bellissima» disse facendomi girare su me stessa.
«Grazie anche tu non sei male» dissi contenta.
«Ora andiamo..» disse.
Usciamo dalla villa e lui come un gentiluomo mi aprì la portiera dell'auto.
«Grazie..»
Chiude la portiera salendo in macchina e partendo, era ormai sera in Grecia e mi stavo domandando dove voleva portarmi.
«Dove andiamo?» chiedo curioso.
«È una sorpresa» disse stando attento alla strada. Dopo neanche qualche minuto arriviamo in spiaggia dove c'era uno yacht, era incredibile come sorpresa, quest'uomo avevo dei lati nascosti che non sapevo, mi aveva davvero stupita che non credevo ai miei occhi. Mi prese la mano conducendomi all'interno.
«Buonasera signor Johnson..anche a lei signorina» disse un uomo vestito da marinaio così gli feci un sorriso ricambiando il saluto.
«John è tutto pronto?»
«Si signore»
«Bene»
Non capivo tutto questo mistero ma lui mi disse di non preoccuparmi e che l'unica cosa che dovevo fare era stargli vicino così saliamo su trovando un tavola apparecchiato per bene con fiori rossi ovunque, candelini profumati, e con due piatti coperti, era troppo per me, mi aveva portato in Grecia, fatto salire su un jet, portata su un isola, comprato dei vestiti e ora questo, avevo talmente gli occhi lucidi che trovai il posto perfetto.
«Questo è per te bambina» disse lui, mi girai verso di lui non potendoci credere..ero in uno stato di shock aveva fatto tutto questo solo per me?.
«Oh mio dio.. non ho parole» dissi impressionata.
«Volevo che questo giorno fosse indimenticabile per te, e dirti che mi dispiace per l'altra volta e che sono stato davvero uno stronzo...ma la cosa per cui volevo portarti qua era per farti vedere un pezzo di me e anche per dirti che sto provando per la prima volta in tutta la mia vita qualcosa per te, ma non so ancora che cosa sia quindi dovrai essere paziente con me perché non ho esperienza in queste cose e non so bene come comportarmi..ma so che non voglio perderti per nessun'altra cosa al mondo» disse stringendomi i fianchi e facendomi piangere dall'emozione, lui mi asciugò le lacrime avvicinandosi alle mie labbra...non mi importava che non era innamorato di me ma la cosa importante per me era che non gli ero indifferente.
Mi lasciai andare mettendo le mie mani dietro al suo collo baciandolo, mi era così mancato farlo e sentire le sue labbra così carnosa e il suo sapore che mi faceva sentire le farfalle allo stomaco, il bacio poi divenne profondo sentendo la sua mano stringermi il culo capendo che ero il suo posto preferito, poi ci stacchiamo prendendo fiato.
«Grazie per tutto» dissi dandogli un bacio a fior di labbra.
«Ora vieni..andiamo a mangiare» disse portandomi al tavolo spostandomi la sedia per farmi sedere, lo ringraziai guardandolo sedersi di fronte a me.
Arrivò da noi un uomo che credo sia lo chef che ci alzò i coperchi trovando un piatto che non conoscevo.
«Questo è un piatto tipico del nostro paese e si chiama maussaka composto da patate, melanzana, carne tritata e besciamella accompagnato con un vino rosso di Montalcini del 2001...buon appetito» disse lo chef versandoci il vino e andando poi via.
assaggiai il piatto trovandolo davvero buono, mai mangiato una cosa del genere.
«Darren..»
«Si bambina..»
«Mm spero che non te la prenderai se ti chiedo di parlarmi un po' di te, sai da quando ti conosco sei sempre vago e non vuoi mai parlarmi di te» dissi sperando che non si arrabbi, mi fece un sorriso sincero guardandomi, poi appoggiò le posate pulendosi le labbra.
«Non c'è molto da dire se non che sono salito a capo della mafia quando avevo solo 19anni perché mio padre mi riteneva pronto e anche perché ero il primo genito, lui pensava che Noah non sarebbe mai diventato un mafioso perché lo riteneva debole e un incapace per proteggere la nostra famiglia, poi un giorno dovetti sposarmi per forza con la madre di Blake per un'alleanza tra le nostre famiglie e così lo feci sapendo bene che non potevo amarla, perché mettevo sempre al primo posto la mafia, e così che è successo anche con tua sorella» disse guardandomi dritto negli occhi.
«E con me farai la stessa cosa?» chiedo abbassando la testa.
«Hei..vieni qui..» mi disse tranquillamente, così mi alzai dalla sedia andando verso di lui, ma prima di sedermi su di lui mi alzai il vestito mettendomi poi comoda sulle sue gambe.
«Con te è diverso, ti voglio come non ho mai voluto nessuno» disse toccandomi la coscia, sentivo un brivido percorrermi per tutta la schiena che mi stava facendo andare fuori di testa solo con quella frase, sentivo le farfalle allo stomaco e mi sentì già bagnata che chiudo per un attimo gli occhi sentendo le sue mani percorrere lungo la gamba fino ad arrivare sotto al vestito.
«Non hai le mutandine» disse giocherellando con il mio clitoride facendomi ansimare, poi mi infilò piano un dito dentro fino infondo facendomi gemere per poi tirarlo subito fuori.
«Apri la bocca» mi ordinò, così feci ciò che mi disse e mi infilò il suo dito che aveva messo all'interno di me in bocca.
«Bambina ora succhia» disse dominante facendomi bagnare ancora di più così presi il suo dito succhiandolo in modo provocante e sensuale mettendoci anche la lingua assaggiando il mio seme, lo guardai dritto negli occhi notando come si stava eccitando anche lui.
Mi prese all'improvviso in braccio portandomi all'interno della cabina dimenticandoci della cena, facendo si che quel giorno fosse indimenticabile per me.

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