Capitolo 17 -Shyak, il distruttore eterno. Raknah, l'oblio...

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Una nuova minaccia mi si è palesata nei sogni, perché la mia vita non poteva essere tranquilla per pochi... Istanti?... Avevo in grembo un pargoletto e dovevo tranquillizzarmi quindi mi strinsi a mio marito che subito,  anche se mezzo addormentato, mi strinse a sé.
-Amore tutto bene? Perché sei sveglia e così agitata?-
"Ho visto qualcuno nei miei sogni, mi ha terrorizzata a morte... Aveva... Aveva un anello con una fiaccola rovesciata sopra, sai che è simbolo di morte vero? Non saremo in pace e questa volta non potremmo vincere tesoro, sento che moriremo... Tutti moriranno, gli unici che sopravviveranno a ciò sono Atasis ed Eratixir, loro sono Continenti a sé stanti..."
Alexander mi strinse forte al suo petto cercando di tranquillizzarmi per via di evitare rischi al pargolo, dopotutto era passato del tempo da quando avevamo fatto quello... Forse era legato tutto a me, all'equilibrio che questi mondi dovevano avere... Mi riaddormentai e il giorno seguente, di prima mattina, mi alzai dal letto e mi preparai, indossando l'armatura draconica e preparandomi a partire per Natora.
-Buongiorno piccola, sicura che non debba accompagnarti anch'io? Potrebbe essere pericoloso e tu sei quasi alla fine della gravidanza...-
Mi disse preoccupato,  con io che gli risposi con un sorriso tranquillo.
"Non preoccuparti amore, andrà tutto bene e io tornerò sana e salva..."
Non gli diedi il tempo di controbattere che scesi giù e fuori il cancello c'era Phator ad aspettarmi.
-Buongiorno Elatris, pronta? Ti difenderò io nel caso accadesse qualcosa, non preoccuparti-
"Come dici tu Phator, mi fido di te..."
Mi prese per mano e usò l'incantesimo per portarci direttamente a Natora. Appena arrivammo entrambi fummo travolti da una sensazione orrenda, di morte. Il vento si fece violento e dopo poco dinanzi a noi, accompagnato da un rumore di catene e campane a morte si palesò lo stesso uomo dei miei sogni...
-CHI SEI?- Disse Phator urlando, mettendosi dinanzi a me per difendermi ma l'uomo con un solo gesto della mano, scagliò il re raggiante lontano
<Ci rivediamo, Elatris. Ti chiederai chi sono... Beh, Shyak. Hai al tuo cospetto il distruttore eterno... Sai che la tua fine sarà questa vero? Ma soprattutto, sappi che ti tormenterò nella tua prossima vita, questa volta perderai, chissà nella prossima cosa farai...>
"Cosa vuoi da me? Perché mi fai questo?"
<Il solo motivo per cui faccio questo è perché il Fato me l'ha ordinato e sai bene che a lui non si può dire di no... Ahahaha...>
Scomparve, lasciandomi li', senza poter far altro e con Phator che poco dopo tornò da me, con un braccio rotto.
"ODDIO... Vieni qui, ti curo io... Perdonami, è tutta colpa mia! Sono io la causa di tutto questo, io l'obrobrio che esiste..."
Lui mi si avvicinò, si fece guarire il braccio per poi abbracciarmi.
-Non sei tu, non è colpa tua, Elatris. Sarà anche che il Fato stesso abbia deciso tutto ciò ma tu non hai colpe...-
Con un cenno della mano mi teletrasportò sul mio letto, senza armatura ma soltanto con vestiti, lui invece era probabilmente ritornato a Rariles. Vedere Shyak era l'avverarsi delle mie sensazioni, saremmo tutti morti. Ma non subito, ne ero sicura...
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Dopo due mesi
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Da quel giorno passarono due mesi, forse l'eterno distruttore stava dando del tempo a mio figlio per nascere, fargli vivere quel minimo di vita per fa sì che non gli rimanesse sulla coscienza, tsk... Avevo il pancione e lo scadere dei giorni era oggi,  avevo molte contrazioni e le acque mi si sarebbero rotte a breve,  probabilmente... Tutti erano pronti, medici, la mia e la famiglia di Alexander, parenti... Le altre sei Stelle di Atasis. Tutti a vedere la nascita del primogenito...
-Elatris, bambina mia, avete deciso come chiamarlo?-
Disse mio padre, tenendo la sua mano sulla mia.
"Uhh..." il mio tono di voce era piuttosto imbarazzato.
"In realtà non ci avevamo nemmeno pensato, ahah..."
-Non ci avete pensato?!- risposero in coro, scioccati dalla mia risposta.
"Purtroppo no, io e mia moglie siamo stati affaccendati sulla questione Shyak, se ricordate... Però... Io un nome l'avrei, amore! Che ne dici di chiamarlo... Raknah Goldric Ramigrid, sì... Con due nomi. Che ne dici, ti piace?"
-Raknah Goldric... Ramigrid... Wow! Suona benissimo secondo me-...- in quel momento mi bloccai dal parlare, gridai dal dolore, cazzo! Mi si erano rotte le acque! I dottori si fecero avanti, facendo ciò che dovevano mentre io urlavo per la sofferenza attribuitami dal parto.
"Spinga nostra regina, spinga!"
Spingevo più forte che potevo e sentivo che la testa del mio bambino stava uscendo... Alexander e George stringevano forte le mie mani, subendosi le urla strazianti che uscivano dalla mia bocca; i dottori mi dicevano di alternare lo spingere al respirare profondamente fin quando... Presero il mio bambino in braccio.
"Ecco vostro figlio, nostra regina... È nato... Ci permetta di lavarlo e porgerlo in delle fasce, lei si riposi"
Dissero cordialmente mentre io mi addormentai sfinita e loro fecero il loro dovere. Dopo una mezz'oretta circa, Alexander mi svegliò e notai che aveva il nostro bambino in braccio...
-Posso prenderlo, amore?- lui me lo porse e io lo presi, guardandolo in viso... Aveva un ciuffetto di capelli bianco lucido, occhi celesti come il cielo con la pupilla a forma di mezzaluna magenta, un sorriso candido e puro e... La sua carnagione come la nostra, pallida.
"È bellissimo, non credi? Se vedi la mezzaluna nei suoi occhi sta ad indicare che è figlio dell'Oblio... Lui vivrà anche dopo la distruzione di Shyak, tesoro..."
-Lo so amore, lo so. L'importante è che lui viva... La sua crescita sarà avanzata, così come la sua nascita dopotutto... Ma essendo io una strega, domani mattina troverò un incantesimo per farlo crescere di più e potergli far comprendere ciò che accade, così che un giorno tornerà da noi...- Bussarono alla porta e qualcuno entrò,  era Charlotte, mia sorella.
"Elatris, come stai? Il mio nipotino invece?"
-Io sto bene e anche lui, grazie per aver chiesto sorellona mia... Sai che presto tutto questo finirà vero? Voglio che tu sappia che sei la sorella migliore del mondo, che ogni momento in cui ci sei stata per me è stato speciale. Mi hai aiutata sin dall'inizio e voglio farti una promessa: il nostro legame sarà karmico, in ogni nostra vita io sarò al tuo fianco e ti supporterò sempre, sia quanto tu sarai felice sia quando sarai triste. Nulla ci separerà, ti voglio bene, tantissimo!-
Mia sorella stava lacrimando, Alexander ascoltava mentre lei mi si avvicinò e mi baciò la fronte.
"Sarà lo stesso per me sorella, anzi, per far sì che questo avvenga..."
Con i propri canini morse il suo polso, facendo uscire del sangue e facendomelo bere, pronunciando alcune parole in una lingua a me sconosciuta.
"D'ora in poi il nostro anche se non sarà un legame di sangue nelle altre vite, sentiremo le nostre anime rallegrate e il nostro cuore battere per l'emozione di esserci ritrovate. Sarai per sempre la mia sorellina e io ti proteggerò da tutti coloro che oseranno solo toccarti"
Parole come queste le sentivo raramente ma da lei, da mia sorella... Ero così felice. Cos'è la felicità? Da cos'è mossa nel nostro cervello? Può essere scatenata da piccole gioie come essere con le persone che ami, da piccoli fattori e da parole sincere, umili e pure... Anche se in un momento così difficile la felicità non doveva esserci, c'era... Essa voleva dirci di non arrenderci, di vivere per sempre...

L'Occhio dell'anima [Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora