Capitolo 20 -Io... Sono Lei.

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A soli otto anni avevo scoperto cose scioccanti a cui nemmeno osavo opinare. Leggendo quella sorta di grimorio e la storia della magia altri déjà-vu passarono nella mia mente, Lei aveva un figlio... Raknah. Mentre leggevo venne sera e mi addormentai con il libro vicino, dimenticandomi anche di cenare. Mentre dormivo un ragazzo mi venne in sogno, un adolescente... Iniziò a parlarmi e il suo tono di voce era molto gentile verso i miei confronti, mi disse:
"So che non mi conosci ma oggi hai letto di me nel libro, sono Raknah e tu, sei mia madre... Spero che i ricordi ti passino per la mente e che tu riesca a capire che tutto ciò è vero. Non stai solo sognando, Diana... È questo il tuo nome. Al plenilunio mi paleserò a te... Mi permetterai di abbracciarti? Sono passati quattro secoli che vivo con Artex e mi manchi moltissimo, ti voglio bene mamma. Ricorda, quando invocherai l'Harabim lui ridarà il tuo potere, ti lascerà scegliere... Mi raccomando, accetta bene" nel sogno si avvicinò a me, sorridendomi teneramente e baciandomi la fronte, come segno di protezione.
"È difficile per la mia età accettare tutto ciò, ma se io sono veramente colei che nomini, spero tutti i ricordi ritorneranno e la mia anima sia pura e migliore in questa vita..." il sogno finì e io mi svegliai osservando l'orologio ed erano le tre e trentatré, orario angelico e dove il paranormale regnava. So che non sarebbe stata facile ma io avrei potuto affrontare tutto, ero forte d'animo... "Rialzati e affronta ogni momento in cui cadi, se perdi l'equilibrio torna in piedi nuovamente e stringiti a te stesso nell'abbraccio più tiepido che tu possa esserti mai dato. Ricorda a te stesso che sei, anche nell'errore commesso, una persona! A volte si sbaglia e noi dobbiamo amarci anche per i più grandi sbagli fatti, non sentirci dei falliti, esasperati e nullità perché noi nel nostro mondo siamo piccoli ma grandi eroi con un'ala soltanto che cercano l'altra ala con cui spiccare il volo ed essere completi. Amati perché in una circostanza difficile, senza l'altra metà,  troverai la forza di andare avanti e superare qualsiasi intoppo." erano le parole che io mi ripetevo e stringevo me stessa con la "mia ala", caricandomi dei problemi, dei sentimenti e tutto ciò che era legato al farmi stare male.
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Per coloro che leggono, da parte di Diana
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Io ero forte, sto narrandoti della mia storia lettore, sii forte come me nel momento in cui sarai caduto. Ripeti le mie parole e riprenditi... Ogni tua lacrima potrà riempire le pagine di questa storia perché io le raccoglierò fra le mie mani e poi ti sussurrerò di star bene e di prendere in mano la tua vita, realizzare ciò che più ti è caro. Lettore, sii forte e fa di queste parole l'ala che ti permetterà di spiccare il volo e solcare i cieli in modo più leggiadro di un rettile, delle tue ansie fanne la preda e divorala. Oppure... Salvala e falla tua amica, gestendola.  Credo in te e tutti i tuoi sogni... -Diana
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Mi riaddormentai e il giorno seguente, circa verso l'alba, mia madre mi sveglio scuotendo il mio braccio destro.
"Figliola, so quanto sia dura ciò che stai attraversando perché in me stanotte si è palesata una donna, diceva di essere la madre di Elatris. Per ciò io voglio essere al tuo fianco e aiutarti... Stanotte c'è il plenilunio e dovrai fare il rituale. Preparati e dimmi, vuoi che io stia al tuo fianco mentre evocherai l'Haribim o?"
Mi stropacciai gli occhi assonnata e le rivolsi poco dopo lo sguardo, rispondendole con tono insonnolito:
"Uh, non saprei mamma... Ma perché mi hai svegliato proprio all'alba? Oggi è sabato e non devo andare a scuola..."
"Perché andiamo nel bosco, c'è una grotta antica dove puoi fare il rituale in santa pace... Per arrivarci ci vorranno alcune ore ed ecco il motivo per cui ti ho svegliata. Ho già preparato l'ago con cui ti pungerai per la goccia di sangue, l'inchiostro blu e un antico papiro che ho recuperare insieme a tuo padre quando andammo in un negozio siciliano. Infine, ho anche portato dei panini"
"Ah,  va bene. Dammi giusto il tempo per vestirmi e andiamo, grazie per tutto mamma, ti voglio tanto bene!".
Mi alzai goffamente dal letto e mi diressi verso il mio armadio, come "sfogliando" i miei vestiti e scegliendo quello che mi sembrava più adatto all'occasione: un abito che mi era stato regalato al compleanno e che risaliva alle antiche tecniche di cucitura del medioevo; di colore rosso, fatto di seta e con un nastro che veniva legato all'altezza del busto a formare un fiocco con il pezzo restante del nastro che pendeva quasi fino ai piedi; un merletto di lino dal ricamo a motivo di piccoli fiorellini e infine, per coprire il mio capo, un velo beige che raccoglieva i miei capelli. Io e mia madre uscimmo di casa senza la possibilità di salutare mio padre, che era già a lavoro.  Ci incamminammo per andare nel bosco nel silenzio più totale se non per il cinguettio delle rondini, rumori di frasche causati da caprioli e cervi e la dolce brezza del vento che sentivi addosso, quella era la bellezza... La natura. Dopo un po' mia madre interruppe la meravigliosa melodia degli animali e, in ansia mi disse:
"Non so come possa essere l'uomo che quel libro narra, non so nemmeno se tutto ciò sia vero ma so che lo sto facendo per te, ragazza mia. Sei sempre stata più intelligente di qualsiasi altra persona e hai solo otto anni... Qualcosa mi diceva che il destino ti avrebbe riservato molto e che tu avresti saputo affrontarlo. Comunque, ci siamo quasi. Ti accompagnerò fino alla caverna, porterò le cose che ti servono e ti lascerò fare, presuppongo che la cosa migliore da fare sia lasciarti in sintonia con tutto quello che ti circonda, a te sta bene?" annuii. Dopo poco infatti ci ritrovammo dinanzi la grotta e mia madre posò tutto quello che aveva dentro essa; quando fu il mio turno di entrare lo feci e più mi addentravo nella caverna, più il buio si faceva fitto e le stalattiti che producevano acqua,  gocciolavano sul mio capo. Ad un certo punto però, notai di essere arrivata al culmine di essa e forse, più di cento lucciole illuminavano il posto con al centro una sorta di laghetto dall'acqua cristallina e... Fluorescente? Oh, so che cos'era a causare ciò: un microrganismo chiamato Noctiluca scintillans cioé un'alga che emette luce blu ed è innocuo per l'uomo. Avevo studiato ciò perché facemmo un progetto sulla Tasmania, in una delle lezioni correnti del giorno e, lì la notte il mare assume un colorito blu fluorescente. Ero meravigliata, non credo di aver visto mai un posto così splendido fin ora e così, procedetti poi il mio compito: evocare Yeratisis. Preparai il sigillo sul papiro e devo dire che non uscì maluccio, in arte me la cavavo anche piuttosto bene. Mentre svolgevo tutto ciò il gocciolare delle stalattiti emetteva come una sorta di musica per le mie orecchie, il posto in cui ero mi faceva rilassare e sentire al sicuro; iniziai a mangiare il panino che avevo e leggevo un libro nel mentre, aspettando che si facesse sera. Nella quiete totale mi addormentai con il libro che leggevo in mano e dopo probabilmente qualche ora mi svegliai con l'ululato di un lupo... Era notte! Presi lunghi respiri ed espiravo ed inspiravo, mettendomi in ginocchio e prendendo l'ago dalla cartella di cuoio, esitando momentaneamente prima di pungermi e versare la goccia sul sigillo...
"Devo farlo? Ho paura... Uh..." pensai, poi mi decisi e ad alta voce, pronunciai le parole precedentemente lette sulla Sua evocazione, facendo gocciolare quel liquido di colore rosso sul papiro... Passò poco ma non accadeva nulla, era... Tutto finto? Stavo per avvertire mia madre ma qualcosa mi si palesò davanti e cinse la mia bocca con una benda... Era robusto e alto circa quasi due metri, aveva i capelli dal colore blu reale  e lunghi fino alle spalle, occhi blu cobalto dalla forma allungata e dalle pupille di un gatto; vestiva di una giacca regale rossa dai bottoni collegati e cuciti in modo continuo a formare degli incroci di color oro e sotto essa, all'apertura della giacca si vedeva l'occhio gigante di un drago, anch'esso rosso ma di tonalità molto più scura,  come se fosse iniettato di sangue, rubini a decorare il resto del vestito frontale e sopra essa un mantello di lino azzurro trasparente; osservando le sue mani invece, aveva dei guanti neri fatti di velluto. Scutava con i suoi occhi i miei, sentivo che il suo sguardo riusciva a percepire la mia anima e tutto ciò che provavo in quel momento: ansia e meraviglia. Notò sin da subito che non provai nemmeno a parlare e lo osservavo soltanto, persa nella maestosità che lui presentava così, aprì bocca e la sua voce... Essa era strabiliante, chiunque ne sarebbe rimasto affascinato.
"Elatris, o meglio dire... Diana, perché mi hai evocato così presto? Hai solo otto anni, sei sicura di riuscire a sopportare qualcosa che è più grande di te e di qualsiasi altro umano? Non sai quante difficoltà e intoppi il futuro ti presenterà e fidati di me, non ti piacerà nulla di tutto ciò. Essendo che sono qui, hai qualche richiesta o domanda da farmi?"
Perplessa sulle domande da fargli le riformulai nella mia mente e, con lui che tolse la benda dalla mia bocca e poggiò la mano sulla guancia, gli chiesi:
"Voglio ricordare tutto del mio passato, essere Lei. Non importa quante difficoltà dovrò passare, sono pronta per farlo... E vorrei sapere cosa dovrò affrontare, se è possibile, Haribim..."
"Non chiamarmi così, ho un nome e a te è concesso essere in confidenza con me, sei la Perfezione, dopotutto. Almeno così ti hanno detto nel passato però, purtroppo, ciò destabilizza l'equilibrio terrestre e un giorno sappi che ciò dovrà essere riequilibrato,  Diana. Ciò che dovrai affrontare riguarda ciò che Hitler e Mussolini stanno elaborando, posso donarti la mia benedizione in questa vita, mi raccomando... Purtroppo devo darti la cattiva notizia che Shyak è reincarnato in qualcuno che ti farà molto male e che ti toglierà la vita nuovamente dopo un lungo periodo dove tu vivrai. Alcune persone del tuo passato si sono reincarnate in delle tue compagnie giornaliere e ricorderanno tutto presto, tranquilla. Il resto lo scoprirai da sola... Io, Yeratisis, ti concedo la mia benedizione, di ricordare il tuo passato e parte delle tue conoscenze nella magia... Prendi questo, ti servirà" mi mostrò una boccetta con all'interno un liquido dello stesso colore del laghetto, riprendendo poi il discorso:
"Queste sono le lacrime delle Sette Stelle di Atasis, ti dirò un'ultima cosa è poi non mi vedrai più per il resto della tua vita... Nell'ultima tua mi incontrerai, riconoscerai che sono Io nel profondo del tuo cuore e una gioia immensa ti assalirà così come inquietudine e paura di commettere qualcosa di sbagliato e deludermi... Sappilo. Arrivederci Diana, grazie".
Poggiò la boccetta nella mia cartella, si avvicinò a me e poggiando una mano sulla mia spalla e l'altra ad alzarmi il viso, sentii le sue labbra poggiarsi sulla fronte con un bacio delicato e di protezione, sparendo successivamente. Iniziò a girarmi la testa e la mia vista iniziava ad essere meno chiara come se un panno chiaro fosse dinanzi ai miei occhi... Il respiro mi si fece debole e poco dopo caddi a terra, perdendo i sensi.

L'Occhio dell'anima [Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora