Capitolo 21 -Gli anni passano e... Ho trovato qualcuno da amare?

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Mentre io ero svenuta mia madre era venuta a prendere tutto e me che ero collassata a terra, per fortuna senza nessuna ferita. Mi portò a casa e io mi svegliai solo dopo qualche ora, trovandomela accanto... Ricordavo tutto. Chi ero nel passato, il ruolo che dovevo svolgere e tutto il dolore che passai... Era ancora notte e nonostante la presenza di mia madre dal nulla apparve Raknah, abbracciandomi dalle spalle e mia madre sobbalzò in aria per lo spavento.
"Ehi, non si preoccupi Bianca, sono il figlio Raknah, chiedo scusa per non essere entrato normalmente o non aver avvisato però mi mancava... Diana è la reincarnazione di mia madre e se si chiede perché sono ancora vivo, semplicemente è perché sono immortale, ha ha..."
Ridacchiò imbarazzato mentre mi teneva stretta e io sorrisi con mia madre che osservava entrambi e annuì, grattandosi il capo in totale confusione.
"Figliolo caro, sono in un corpo diverso ma sono felice di vederti... Yeratisis mi ha fatto ricordare tutto e prendere coscienza dell'Onniscienza dell'Universo stesso, di ogni piccola creazione e adesso sento ogni cosa amplificata, ogni mio senso si è sviluppato ed evoluto in qualcosa di migliore... Madre, ti chiedo solo di accettare tutto ciò normalmente ma al contempo stesso domando scusa a te per la confusione presente. L'Essenza, come viene anche chiamato Lui, mi ha detto che non avrò vita facile e quindi ti anticipo di non essere triste e di non piangermi perché sto per compiere il destino a me assegnato... Ovviamente, questo fra alcuni anni..."
Non mi rispose subito e un silenzio assurdo regnava in quel momento fin quando lei non sospirò, Raknah si staccò dall'abbraccio e mia madre semplicemente aprì le sue ad invitarmi fra esse per posizionare il mio cuore nel suo lato destro, completando i due lati. Ogni lato, destro e sinistro quindi, aveva un cuore, anche se non internamente in quei brevi istanti essi battevano sincronizzati e gioiosi per il futuro... Che poi tanto bello non sarebbe stato.
Nei mesi a venire "mio figlio" si era iscritto nel mio Istituto e iniziò a frequentare i miei amici, conoscenti... Venne l'ennesimo mio compleanno, diciassette gennaio del '34 e avevo compiuto nove anni, essendo mercoledì andavo a scuola e notai che in classe mancavano molti, fra cui Elisabeth e Rebecca, Raknah invece frequentava le medie ed ero sicura che fosse a scuola perché mi aveva accompagnato durante il tragitto. "Spero solo stiano tutti bene" pensai fra me e me. Finite le lezioni tornai a casa e c'era la quiete assoluta... Erano usciti per delle commissioni? Ma questo voleva dire che si erano dimenticati del mio compleanno... Entrai e, essendomi voltata a chiudere la porta sentii urlare in coro e per lo spavento sobbalzai, girandomi di scatto. Erano i miei compagni di classe, genitori, Raknah e coloro che per me erano sorelle! Non si erano dimenticati!
"Tanti auguri a te... Tanti auguri a te... Tanti auguri a Diana... TANTI AUGURI A TEEEE!"
Cantarono in coro gioiosi con Aron, mio padre, che mi prese in braccio come se fossi una piuma e mi faceva "volare" nello stesso modo della mia infanzia. Tutti si avvicinarono a me in fila e mostrarono i loro regali, decisi di aprire per primo quello di Rebecca:
un vestito di lino puro esportato dalla Cina e dal colore turchese; Elisabeth mi consegnò un copricapo intrecciato con fili di paglia, per il sole; Raknah chiese la mia mano e mise un bracciale legato al mio polso: perle e rubini, nell'attaccatura c'erano incisi i nostri nomi nell'antica lingua... L'atasiniese, la lingua di Atasis. Avevo imparato nuovamente a leggerla con lui, nei mesi trascorsi e, osservandolo attentamente c'era anche una citazione sotto i nomi:

 Avevo imparato nuovamente a leggerla con lui, nei mesi trascorsi e, osservandolo attentamente c'era anche una citazione sotto i nomi:

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il primo era il mio nome, il secondo quello di mio figlio e la terza parola... Se non mi sbaglio significava... Sorgerai. Da... Da cosa? Che senso aveva quella frase? Sono sicura che l'avrei capito più avanti e che per il momento non gli avrei chiesto niente. Passai la giornata a divertirmi con tutti e semplicemente le giornate a venire passavano ugualmente a parte... Le bruttissime notizie che arrivavano dal partito fascista e quello nazista.
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Tempo presente
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Sono in prima media e la mia classe è cambiata, in totale siamo diciannove alunni fra cui undici ragazze, compresa io e otto ragazzi, tutti molto gentili e cortesi ma soprattutto di famiglia nobile. All'ultimo banco un ragazzo dai capelli corti ma ordinati e di colore biondo/castano chiaro, ben composto fisicamente, dagli occhi sfumati... Sia di ghiaccio che intensi come la notte profonda prese la mia attenzione poiché lo notai a fissarmi. Scrutò la mia anima con un solo sguardo. Dovetti voltarmi a parlare con le mie amiche quando dopo le varie presentazioni dei professori e, arrivata la ricreazione, lui si avvicinò al mio banco dicendomi:
"Ehy, io sono Elias... Mi sono trasferito l'anno scorso qui in Italia e ho imparato un po' della vostra lingua anche se speravo poteste aiutarmi... Posso sapere i vostri nomi, signorine?"
Rebecca ed Elisabeth dissero i loro nomi senza esitare ma io, frenata dall'ansia stavo zitta e con lo sguardo rivolto verso il basso. Elias si schiarì come la voce e io ritornai tra i "vivi", parlandogli con un tono piuttosto timido:
"Io sono Diana, sarà un piacere aiutarti..."
"Oh, che bel nome Diana!".
Un brivido di freddo percorse la mia schiena e lo guardai, arrossendo. Aveva marcato il mio nome!
"G-grazie..." il balbettio nella mia voce era evidente e le ragazze se la ridacchiavano fra loro nel vedermi in imbarazzo. La giornata di scuola sembrò volare e venne il momento di tornare nelle proprie dimore... Quando misi piede fuori il cancello della scuola lui toccò la mia spalla, chiamando quindi la mia attenzione.
"Uh? Elias, hai bisogno di qualcosa?"
"Volevo tu sapessi che sono di pure origini tedesche e che purtroppo farò parte dell'esercito molto presto. Sono il figlio di un generale molto conosciuto purtroppo... Ti ho confidato questa cosa nella speranza che non la scoprissi da sola. A te la scelta se odiarmi o diventare mia amica, Diana... Io non amo ciò che mio padre fa e odio le mie origini, come il Führer dice: ariane. Ti prego di perdonarmi se ti ho disturbata, nel frattempo che ti ho riempito di chiacchiere" stranamente il mio corpo iniziò a tremare ma... Non avevo paura... Stava forse avvertendomi che per colpa dei tedeschi mi sarebbe successo qualcosa? Non lo sapevo però... Ero attratta da lui. Negargli l'amicizia mi sembrava scortese e io ero stata educata come una principessa. Porsi a lui la mano ed esse s'intrecciarono in una stretta amichevole.
"Grazie principessina... Felice di essere tuo amico!"
Fece un veloce baciamano e corse via saltellando, lasciandomi quindi nel dubbio e nel rossore delle mie guance che diventava sempre più come un peperone.

L'Occhio dell'anima [Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora