5. You are my sweetest addiction

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ARABELLA


Quasi una settimana. È passata quasi una settimana da quello stupido pranzo in cui mi hanno costretto a partecipare alla festa di stasera.

Aliza è elettrizzata, Sebastian solo per infastidirmi non ha fatto altro che mostrare il suo finto entusiasmo a tavola e io sono l'unica che piuttosto preferisce sotterrarsi.

Non posso farne una colpa ad Aliza e tantomeno a Sebastian. Loro non sanno, ma mia madre si. Lei era la prima a doverci pensare e impedirmi di andare, invece mi sta costringendo.

Forse crede di farmi del bene, che iniziare a conoscere persone nuove sia un ulteriore passo verso completa guarigione. Ma non è così, il solo pensiero di tutti quei corpi ammassati che si strusciano contro mi da il voltastomaco.

Sento già il cuore battere ad un ritmo più veloce del normale, vuole uscire dal petto e insultarmi per ciò che sto per fare.

Le mani tremano mentre cerco di passare correttamente la mia riga di eyeliner. Ma non gliel'ho data vinta su tutto. Aliza è venuta fin qui pregandomi di indossare un vestito che lasciasse fin troppo scoperta la mia pelle, mentre lei si sarebbe vestita come al solito.

Io invece mi sono categoricamente rifiutata e ho optato per un lungo vestito bordeaux che arriva vino alle caviglie con un piccolo spacco che non supera il ginocchio. Eviterò anche per questa volta le prese in giro, fingerò di non ascoltarle.

Poco dopo qualcuno bussa alla mia porta, non ho il tempo d dire nulla che mia madre già è entrata e mi sta fissando con un cipiglio preoccupato, ma anche con fierezza. «Sei bellissima, tesoro.» tenta di abbracciarmi, ma io mi scanso.

Ci rimane male ma non lo da a vedere. Al contrario di Cassie, a lei non permetto troppi contatti fisici, a volte faccio uno sforzo e lascio che mi abbracci, ma oggi mi è impossibile.. «So che ti sembra una costrizione, ma fidati, non è così.» afferra la mia mano sorridendo.

«Ah no? Perché a me sembra proprio questo.» la guardo male afferrando il cappotto e la sciarpa.

«Voglio solo che tu fiorisca, Arabella. So che lui ti ha fatto tanto male e io non sono mai riuscita a fermarlo, ma non lasciare che ti controlli. Non è più qui e nessuno può farti più del male.» il fiato le si incrina mentre tenta di trattenere le lacrime.

«Nessuno mi controlla.» alzo di un tono la voce, questo no.

Tranquilla Arabella, sei tu a controllarti, nessuno può farlo.

«Allora prova a divertirti, prova a non pensare a lui mentre sei a quella festa e qualche ragazzo ti si avvicinerà.» fa un passo verso di me e combatto contro ogni mia cellula per non indietreggiare e darle un ulteriore dispiacere.

«Ci sarà anche Brett, non corro questo pericolo.» sussurro abbassando lo sguardo. Anche perché le conseguenze le pagherei io, quindi spero vivamente che nessuno mi si avvicini.

Lei annuisce e fa per andarsene, poi però mi pone un'ultima domanda. «Se qualcuno ti facesse del male me lo diresti, vero?» è girata di spalle mentre aspetta una mia risposta che forse tarda troppo ad arrivare.

«Certo, te lo direi.» trattengo un groppo amaro mentre annuisce e si dilegua via.

A volte mi viene da pensare che lei in realtà sappia, ma finge di non vedere. Però poi capisco che non sarebbe possibile, non lascerebbe che qualcuno mi faccia del male. Di nuovo.

Prima che le lacrime scendano mi metto davanti allo specchio. «Forza Arabella, non piangere. Ti si rovina il trucco.» prendo profondi respiri ricacciando indietro quelle gocce salate.

Stuck In The StarsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora