Datura Stramonium, più nota come stramonio comune, ma anche erba del diavolo, era un tipo di pianta altamente velenosa.
Ne ero attratto, avevo persino una pianta coltivata da me.
Mi affascinavano le sue qualità allucinogene, sedative e narcotiche.
Non facevo uso di tale pianta. Il motivo per cui era vietata era l'elevato contenuto di alcaloidi che la rendevano nociva.
Amavo averla lì, sapere che il destino in qualche modo fosse racchiuso nelle mie giovani mani e potevo mettere fine a qualunque vita in qualsiasi momento.
Proprio per questo in passato veniva spesso utilizzata per i suicidi o gli omicidi. Questa era la mia parvenza di dominio del mondo circostante.
Nessuno ne era a conoscenza, mi avrebbero preso per pazzo, e forse non avevano tutti i torti.
Avevo sempre saputo che nella mia mente ci fosse qualcosa di totalmente sbagliato, ma non me ne vergognavo, era anche ciò che mi contraddistingueva dalla normale superficialità degli altri.
Tra una vita di tedio e pacatezza, io propendevo per un'esistenza deviata e inquieta.
Tutto ciò che i miei genitori non volevano per me.Avevano tentato strenuamente di crescermi come perfetto, ma ogni loro pressione finì solamente per creare me, l'opposto di ciò in cui speravano, nonostante davanti a loro mi atteggiassi come volevano vedermi.
Sei giorni e sarebbe iniziato il mio incubo.
Questo continuavo a pensare, non vi era un attimo di pace nella mia fragile mente, eppure non potei che gioirne. Non sapevo nemmeno io cosa volessi, o meglio, ne ero a conoscenza, ma per i miei demoni interiori non potevo averlo.
Mi sentii un vero stupido quando mi ritrovai ad osservare Arabella in giardino.
Continuava a tirare le frecce verso il bersaglio, non sbagliava mai tanto che mi rese impossibile non paragonarla con Merida, la protagonista di quel cartone Disney.
Caratterialmente sembravano opposte. La principessa era coraggiosa, ribelle, non si lasciava mettere i piedi in testa da nessuno. Nemmeno sua madre Elinor poteva e ciò causava il pessimo rapporto tra madre e figlia.
Persino questo era diverso per Arabella. Lei e sua madre erano inseparabili, qualcosa le legava più del dovuto e mi rendeva difficile mettere in cattiva luce quella ragazzina. Non era audace, tantomeno ribelle, ma io non potevo evitarlo.
«Oggi Brodie non viene a trovarti?» eruppi facendola sobbalzare. A causa della mia intrusione il suo tiro mancò il segno e ciò fece infastidire lei e ghignare me.
«Brett. Si chiama Brett», ci tenne a rammentarmi il nome del ragazzo, come se quell'insetto potesse essere in qualche modo di mio interesse. «E no, non viene».
Si strinse nelle spalle e io mi avvicinai di più. Notai nuovamente il viso truccato. Era da una settimana che aveva iniziato, ne ero certo perché nei giorni precedenti non aveva mai macchiato il suo viso con prodotti innaturali.
«Ancora non avete fatto pace per ciò che gli ho rivelato? Non dovevi mentirgli».
Il mio ghigno si spense immediatamente nel momento in cui il suo viso si adombrò, ma non lo feci notare.La sua mano scatto verso il suo zigomo sinistro, ma tentò indifferenza nel riportarlo verso il basso. Io me ne accorsi comunque.
«Abbiamo chiarito, è un po' geloso, ma non gli da fastidio», stava mentendo, era chiaro. Mi avvicinai arrivando a sfiorarla. Era scontato come ogni cellula del suo corpo le stesse urlando di allontanarsi da me, ma non lo fece.
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Stuck In The Stars
RomanceUn passato da cui fuggire, un presente da controllare e un futuro da cui nascondersi. Questo è l'obbiettivo di Arabella, così giovane ma così rotta. Le stelle marchiano il suo dolore, riflettendo il sangue delle sue ferite nel rosso dei suoi capelli...