ARABELLA
«Ciao, Arabella.» Il mio nome sembra vibrare mentre pronuncia ogni lettera con il suo tono profondo. Non mi da il tempo di dire nulla che già ci ha superate scomparendo in mezzo alla calca di studenti.
«Arabella!» Quelle lettere escono in modo completamente diverso dalla voce della mia migliore amica che si è ormai fatta sentire per tutta la scuola. «Tu conosci Sebastian e non mi hai detto nulla?» continua guardandomi con la sorpresa negli occhi.
«Non l'ho mai visto, non so come faccia a conoscere il mio nome.» mi discolpo immediatamente e non sto mentendo, è la prima volta che vedo quel ragazzo.
«Allora perché ti ha salutato?» mette la mano su un fianco ancora insicura delle mie parole.
«Non ne ho idea, te lo giuro.» continuo a guardarmi indietro confusa da quel saluto.
Lei mi guarda ancora dubbiosa, ma alla fine decide di lasciare stare andando ad infierire su un argomento che ormai sta diventando una nostra conversazione quotidiana. «Io al tuo posto ne approfitterei per lasciare Brett e mettermi con quello.» indica con lo sguardo le mie spalle riferendosi a Sebastian.
Sospiro rumorosamente, non sopporto quando fa così. A volte si comporta come se lei sapesse tutto della mia vita, ma non è così. Non conosce niente di me e probabilmente non lo saprà mai quanto sono sporca.
Io mi merito Brett.
«Credo che tu stia andando un po' troppo avanti con l'immaginazione.» prendo a camminare seguita subito dopo da lei. «E poi ti ho già detto che sto bene con Brett.» entro nell'aula che ospiterà le prossime lezioni mettendo tutto perfettamente in ordine sul mio banco.
«Ma non lo ami.» mi guarda di sottecchi, sa che sta andando oltre e prima o poi potrei reagire male, ma non ci riesco. Non riesco ad urlare, non ci sono mai riuscita...
«Ti ho già detto che è complicato.» la guardo male mettendo fine a questa conversazione.
Oggi però la comparsa del nuovo arrivato non è l'unica novità, quando esco fuori di scuola c'è mia madre ad aspettarmi. Ha la stessa aria preoccupata di questa mattina, continua a sbattere il piede ripetutamente mentre si attorciglia le mani guardandosi intorno.
«Cosa ci fai qui?» nemmeno la saluto, vado dritta al punto.
«Avevo un po' di tempo libero e ho scritto a Brett che sarei passata io.» entra in auto mettendo in moto.
Mentre supera il cancello di scuola mi sembra di intravedere il ragazzo nuovo salire su un auto nera.
Lei continua a guidare in modo distratto, io invece decido di non interferire aspettando che parli da sola, alla fine lo fa sempre e quel momento purtroppo non tarda ad arrivare.
«Arabella, c'è stato un piccolo cambio di piano.» frena di botto prima di girare lungo la strada che porta alla nostra abitazione.
I miei occhi saettano su di lei, questa frase fa automaticamente accendere un campanellino d'allarme nella mia mente. «Di cosa parli, mamma.»
Lei si pizzica il naso prendendo un lungo respiro, ma alla fine decide di buttare fuori il rospo. «Ci sarà un ospite a pranzo.» la guardo aspettando che aggiunga altro, ma lei non lo fa.
«Solo questo?» non è solo questo, io ora devo riprendere il controllo. «Mamma, se ti dicessi che non voglio quest'ospite a pranzo tu lo manderesti via?» la fisso aspettando una sua risposta.
Lei abbassa lo sguardo rimettendo in moto. «Si, lo farei, anche se preferirei di no.» si sente in colpa anche se io non gliel'ho mai attribuita. Infondo anche lei è una vittima, in quella casa tutti lo siamo. Persino lui, lui forse è la vittima più grande
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Stuck In The Stars
RomantizmUn passato da cui fuggire, un presente da controllare e un futuro da cui nascondersi. Questo è l'obbiettivo di Arabella, così giovane ma così rotta. Le stelle marchiano il suo dolore, riflettendo il sangue delle sue ferite nel rosso dei suoi capelli...