Stephen King [TojixReader]

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NdA

Buongiorno a tutt* e buona Pasqua!

Avrei voluto pubblicare martedì, ma é Pasqua, siamo tutti più buoni e soprattutto domani e dopodomani lavoro tutto il giorno, quindi non mi sarebbe stato possibile ritagliarmi dieci minuti di tempo. Sorry.
Eh, siamo già alla oneshot numero 7! Chissá quanti sono gli esercizi in tutto?
Sì, non ho ancora fatto una GetoxReader. La prossima sarà così. Spoiler.

Allora, prima di tutto vi chiedo aiuto. Uno dei prossimi titoli è "riscrivi una storia conosciuta con personaggi diversi". Secondo voi, che storia dovrei provare?
Tipo, non ditemi, che ne so, Cappuccetto Rosso... Peró avete idee particolari? Qualche richiesta?

Detto ciò, passiamo alla oneshot della settimana. Il pronto era:
"Se vuoi conoscere tutto quel che c'è da sapere su di un uomo o una donna, basta guardare nel loro armadietto dei medicinali". É una citazione da Stephen King (IT), e da lì bisognava partire per descrivere qualcuno.
L'idea mi é venuta immediatamente, e... Beh, ecco questa breve oneshot sul nostro mostro gigantesco preferito.
Vi voglio bene
Mako

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"In fondo a destra"

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"In fondo a destra".
Il cliché della posizione del bagno non mentiva mai: il quaranta per cento delle volte, il bagno era sempre in fondo a destra. Chissà perché? Forse aveva a che fare con il feng shui?
Y/N ringraziò, avviandosi con calma verso la stanza. Mai mostrare di avere fretta.

Chiuse con cautela la porta alle sue spalle, e si voltò verso lo specchio del lavandino.
"Cosa diavolo stai facendo?!" chiese al suo riflesso.
Non era per niente da lei. Assolutamente.

Ok, la serata era partita col botto: i suoi amici avevano insistito per bere qualcosa a casa, prima di uscire, e si era scolata due bicchieri di prosecco. Poi erano andati al ristorante, altri due bicchieri. Questa volta pieni.
Poi c'era stato il locale... Sì, il locale. Dove aveva rimorchiato questo pezzo di manzo.
Rimorchiato era una parola grossa. Al massimo il contrario.
A un certo punto della serata aveva capito che cosa provavano i cerbiatti quando si sentivano addosso il laser del mirino di un fucile. Si era sentita letteralmente braccata.
Aveva ballato ancora un po' con Miwa, cercando di non pensarci, ma dopo un quarto d'ora aveva dovuto arrendersi all'evidenza: qualcuno la stava seguendo, era ovvio.
Si era girata un paio di volte, ma non le sembrava di aver notato nessuno in particolare; solo quando si era staccata dalle amiche per dirigersi al bancone era riuscita a capire chi se la stava mangiando con gli occhi.
Quell'uomo (uomo?) di più di due metri si era avvicinato con la scusa più sfacciata ed irriverente di tutte.
"Mi offri da bere?" le aveva detto, un sorriso beffardo sulle labbra. Doveva aver fatto a pugni con qualcuno: una bella cicatrice svettava sulla pelle proprio sopra i canini. Era quasi sexy, però.
Lei aveva alzato un sopracciglio, ignorandolo, e stava per andarsene, quando lui l'aveva afferrata per il polso e si era scolato il suo bicchiere.
Aveva provato a protestare, a lanciargli addosso il resto del drink, ma lui l'aveva tirata  a sé. "Vuoi sentire che sapore aveva...?" le aveva chiesto.

Lei aveva fatto un rapido check mentale - alcool permettendo, ovviamente. Pettorali enormi, collo larghissimo, mani grandi come la sua faccia. Un culo da paura.
Non aveva fatto in tempo a sbattere le palpebre, che già le aveva infilato la lingua in bocca, e lei l'aveva lasciato fare senza alcuna protesta.


Una ventina di minuti dopo erano sotto casa sua. Lei aveva mandato la posizione alle amiche, e stavano già iniziando a pomiciare sul divano, quando quel minuscolo lampo di luciditá che le era rimasto le aveva lanciato un segnale d'allarme.
'Prendi tempo', si era detta. Aveva preso la scusa di andare in bagno, e ora era lì, sconvolta da se stessa, che si chiedeva cosa cazzo le fosse saltato in mente.

Fece un bel respiro profondo. 'Andiamo con ordine', rifletté. Sì, era un gran bell'uomo - niente da dire. Sembrava saperci fare, sia a parole che... Beh, che in altri modi. Sentì il sangue affluirle alle guance al ricordo delle sue mani sotto la gonna.
''Però... Come posso fidarmi?'' gemette, sentendosi una completa idiota. Doveva capire se quello era un tipo a posto, e doveva farlo in fretta.

Le tornò improvvisamente alla mente una frase che aveva letto in un libro di Stephen King:

"Se vuoi conoscere tutto quello che c'è da sapere su un uomo, basta dare un'occhiata al suo armadietto dei medicinali".

"Giusto" si disse. "L'armadietto dei medicinali". Alzò lo sguardo verso i ripiani di fronte a sé, decisa a scoprire la verità.
La plastica bianca era piena di ditate. "Tipico da uomo single" rifletté; poco male, almeno non si sarebbe accorto che qualcuno lo aveva aperto. Afferrò la piccola maniglia e aprì piano l'antina.

Contrariamente a quello che pensava, era abbastanza pieno. Il posto d'onore era occupato dalla schiuma da barba e da una piccola spazzola; poco più in alto, shampoo, due deodoranti e delle saponette - quante saponette servivano per lavare tutta la sua superficie del corpo?
Due lamette, dei cotton fioc. Uno spazzolino da denti ancora da aprire.
Beh, non aveva scoperto molto. Doveva darsi più da fare.
Aprì l'antina di sinistra.
"Bingo", sussurrò.

Fra i vari antidolorifici, tachipirine e antibiotici svettavano una grossa scatola di bende e un paio di pinze chirurgiche. Deglutì.
Le bende sembravano appena state usate, e alcune erano addirittura sporche di sangue. Represse una smorfia e alzò il pacco, scovando in fondo del filo da sutura e della colla per ferite.
"Che cazzo..." mormorò. Le tornò subito alla mente il taglio sul labbro: che lavoro faceva quel pazzo? Non poteva essere di sicuro uno stregone, non sembrava avere energia malefica. E allora? A cosa gli servivano tutti quegli attrezzi?
In fondo all'armadietto c'era una boccetta di antidolorifici. Lo esaminò velocemente: oppiacei pesanti. Questo tipo si faceva male sul serio.
Rispose tutto dentro, in fretta, pensando a come svignarsela senza farlo insospettire.
Forse stava esagerando?
"Che cosa..." mormorò. L'antina non si chiudeva più: qualcosa bloccava la chiusura. La aprì di nuovo, controllando che niente fosse fuori posto.
Una scatoletta in alto sembrava stesse per cadere. La afferrò, lanciandole un'occhiata prima di rimetterla a posto.
Sgranò gli occhi: 'preservativi  XXL', lesse sull'etichetta.
Deglutì, fissando la porta.
Beh, forse non era il caso di preoccuparsi tanto, no...? Sembrava così un bravo ragazzo.

Rispose di nuovo tutto al suo posto, e uscì dal bagno con un bel sorriso stampato in faccia.

JJK Oneshot - xReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora