NdA Ciao ragazz*! Sono ancora in Albania, e incredibilmente sto pubblicando in tempooo aaaaaa pioverà Comunque in tantissime mi avete chiesto una Kashimo xReader. Direi che era il momento di regalarvela, finalmente.
Il prompt di oggi era "scrivi un verbale di polizia". Vago, generico. Ok, sfida accettata. Buona lettura, e... Buona estate!
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Verbale n. 183729990 del 10.11.2018 (sezione 59)
DISTURBO DELLA QUIETE PUBBLICA DANNO A PUBBLICO BENE O SERVIZIO FURTO CON SCASSO TENTATO OMICIDIO
TOKYO, PREFETTURA DI SHIBUYA. IL 10.11.2018 IL CONDUCENTE DEL VEICOLO...
L'agente sospirò. "Nome" sentenziò, strofinandosi gli occhi. Lo stregone alzò un sopracciglio. Non rispose. "Nome" ripeté, alzando il tono di voce. Lasciò passare qualche secondo. "Senti un po', ragazzo. O inizi a collaborare, o ti chiudo in galera. Vedi tu". L'altro sembrò capire - soprattutto l'ultima parola. Annuì. "Mi chiamo Kashimo Hajime". "Ha... jime" ripeté l'agente, compilando il verbale. "Nato il?" Lo stregone sorrise beffardo. "Non ci crederai".
"Vorrei vederlo". "É suo avvocato?" chiese il poliziotto, alzando pigramente gli occhi dal telefono. "Beh, sì". Higuruma si grattò la nuca, a disagio. Lanciò un'occhiata disperata a Y/N, che corse in suo aiuto. "Siamo l'avvocato e la moglie. Dovremmo parlargli". "Beh. Ora stanno compilando il verbale, e..." "...E per questo gli serve un avvocato". Higuruma si chinò sul ragazzo. "Se non sbaglio é un po' che lo state interrogando, vero...? E penso non siate arrivati a tirargli fuori granché". Il poliziotto gli lanciò un'occhiata in tralice. Accese l'interfono per qualche secondo, e tornò da loro. "Potete entrare" mugugnò, indicandogli la strada con un cenno del capo. "Buona fortuna".
Il viso totalmente atarassico di Kashimo si illuminò non appena li vide entrare. "Signor Hajime" lo salutò Higuruma. "Ho portato sua moglie". Lo sguardo assassino di Y/N bastò a zittirlo. Sì, dovevano aver architettato qualcosa per tirarlo fuori di lì. Fece per sorridere, ma le labbra si pietrificarono in faccia non appena la vide avanzare a grandi passi verso di lui e mollargli una sberla sulla guancia. "Brutto stronzo!" esclamò la ragazza. "Mi hai fatta preoccupare!" Il suo viso sembrava essere sul punto di piangere, ma dentro di sé stava trattenendo le risate. Che bello, finalmente aveva avuto l'occasione di mettergli le mani addosso... Quando le sarebbe ricapitato? Kashimo sbatté le palpebre. Nessuno si era mai permesso di trattarlo così... Certo che ne aveva di fegato, la ragazza. Higuruma cercò di fare del suo meglio per rimanere nella parte. "Si calmi, signora. Cerchiamo di ricostruire cosa é successo, va bene...?" L'agente non reagì. Gli avrebbe tirato volentieri lui uno schiaffo: era mezz'ora buona che stava tentando di cavare un ragno dal buco, inutilmente. "Forse potrete aiutarmi voi" iniziò, tamburellando la penna sul tavolo. "Il signore si rifiuta di collaborare. Dice di avere circa un migliaio di anni". Y/N trattenne una risatina. 'In effetti...' "Capisco. Sa, ha dei... Problemi". Si sedette di fianco a lui e lo congelò con lo sguardo. 'Reggi il gioco', sembrava dirgli. "Hajime Kashimo, 4 maggio 1984. Ecco i documenti". Facendo attenzione a non essere ripresa dalla telecamera, allungò il tesserino punti del supermercato all'agente. Kashimo si leccò le labbra. L'aria intorno a lui stava crepitando pericolosamente, segno che qualcuno stava usando la sua energia malefica... E sapeva già di chi si trattava.
L'abilità di persuasione di Y/N tornava sempre molto utile in quei casi - soprattutto fra i senza poteri. Ed era per questo che l'istituto la teneva nascosta tra le fila, più utile per le questioni di ordine pubblico che per le vere e proprie battaglie. "Allora". L'agente stese le gambe sotto il tavolo. "Procediamo per ordine. Il signor Kashimo stava guidando un..." "Ecco, la interrompo subito". Higuruma si alzò in piedi, un sorriso rassicurante sulle labbra. "Il mio cliente non stava guidando proprio nulla". Il poliziotto scoppiò a ridere. "Naaaa, non pensò proprio. Abbiamo dei testimoni oculari e-" "Mio marito non stava guidando proprio nulla". La penna dell'uomo indugiò qualche secondo sul foglio. "Ma certo. Proprio nulla".
Venti minuti dopo il povero poliziotto stava rileggendo sommariamente il verbale che era riuscito a stilare. Più lo guardava, meno gli sembrava realistico. E dire che era uno dei migliori nel suo campo. Come poteva aver scritto delle cavolate del genere?
IL 10.11.2018 KASHIMO HAJIME, NATO IL 4 MAGGIO 1984, SI RECAVA A PIEDI A FIANCO DEL MEZZO DI TRASPORTO TARGATO AS1435DT, RUBATO ED UTILIZZATO DA KENTO NANAMI, ORA DECEDUTO, NATO IL 3 LUGLIO 1990.
IL SUDDETTO KENTO NANAMI PROCEDEVA A GUIDARE IN MODO PERICOLOSO E INCURANTE DELL'INCOLUMITÁ DEI PRESENTI FINO ALLA PREFETTURA DI SHIBUYA, INVESTENDO DUE PASSANTI E DANNEGGIANDO DUE FIORIERE PUBBLICHE. INFINE FERMAVA IL FURGONE IN PROSSIMITÀ DELLA CENTRALE, CREDENDO FOSSE UN MOTORE ELETTRICO.
IL TESTIMONE KASHIMO HAJIME VIENE RILASCIATO IN DATA 10.11.2018 ALLE ORE 23.30.
"Non so come, ma ce l'abbiamo fatta". Higuruma stava guidando verso il motel appena fuori dall'autostrada, abbastanza celebre per non fare nessun tipo di domanda. Y/N era esausta, e non sarebbe riuscita a giustificare nient'altro per quella notte. "Siamo stati tutti molto bravi" ebbe la forza di mormorare. "Anche tu, Kashimo, a non ammazzare il poliziotto e aspettare il nostro arrivo. Visto che potevi fidarti di noi?" Lo stregone non rispose. Continuava a fissare il paesaggio fuori dal finestrino. "Eravamo così vicini a Sukuna" mugugnò. "Perché abbiamo dovuto allontanarci?" "Guarda che se continui la sberla te la tiro io" lo sgridò Higuruma. L'altro ridacchió, mordendosi l'unghia del pollice. "Fallo, e ti vaporizzo la mano". "Ah. Quindi é un privilegio che ha solo Y/N, mh...?" Kashimo sembrò non cogliere la provocazione, ma la ragazza arrossì, voltandosi verso la portiera. "Scemo" grugnì.
"Una camera per due, grazie". Kashimo aspettò pazientemente che ritirasse le chiavi e si avviasse per le scale prima di parlare. "Perché Higuruma non viene?" "Ha una famiglia, sai. E poi l'ho pagato solo fino a qui". Scosse la testa come a dimenticare i soldi che aveva chiesto in prestito a Mei Mei. Ci avrebbe pensato dopo. "Quindi l'hai pagato, mh". Y/N ridacchió. "Certo. Nessuno fa niente per niente". Aprì la porta e sistemò le borse sul letto. "Non preoccuparti di questo. L'importante é che tu sia salvo". Già, quello era l'importante. Aveva gettato disonore sulla buonanima di Nanami, aveva un debito con la strozzina più avara del Giappone, aveva usato la sua abilità con la polizia... Tutto per lui. Ah, se fosse venuto a saperlo l'istituto... Sentì una mano appoggiarsi sul suo fianco. Trasalì, facendo cadere il telefono sul materasso. "Grazie, allora". La voce di Kashimo le corse lungo la schiena, una scossa elettrica che sembrò risvegliarla dalla stanchezza della giornata. "M-ma di che" balbettò, un sorrisetto forzato sulle labbra. "É stato un piacere". Ma i mille anni di vita di Kashimo, in fondo, qualcosa glielo avevano insegnato: se una donna fa tutto per te non chiede nulla in cambio, c'è solo una cosa che vuole veramente. Lasciò che qualche scintilla gli scappasse dalle dita e le solleticasse la pelle. "Che dici se per stanotte non pensiamo a Sukuna, mh...?" le mormorò all'orecchio. I suoi capelli che le si drizzarono sulla nuca furono una risposta sufficiente, e la spinse sul letto davanti a sé.