L'amore secondo i libri [GojoxReader]

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NdA

Ciao ragazz*! Tutto bene?
Chi mi segue sulla storia principale sa già che il mio ritardo di pubblicazione è dovuto a una vacanza a Napoli che mi ha risucchiato tutte le energie - sono tornata più stanca di prima, ovviamente. Quindi contate che la settimana scorsa io non sia esistita, e torni a pubblicare regolarmente da ora.
L'esercizio di questa settimana era un po' complesso: "quanti libri ci sono nella tua biblioteca da scrittore? Indica quelli che sono i fondamentali nella tua formazione".

Madonna, che prompt da brivido. Mica semplice.
Ero un attimo in crisi, ma poi ho ricordato un esercizio prettamente stilistico che scrissi in un vecchio blog secoli fa. Prendeva i romanzi che preferivo, e li analizzava dal punto di vista dell'amore.
Ho pensato che fosse divertente adattarlo per una oneshot. Ho messo Gojo come pairing perché, beh... É quello meno indicato per una storia d'amore! O no?

Tanti bacioni
Mako

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Y/N si massaggiò le tempie

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Y/N si massaggiò le tempie. Fece un bel respiro, e rilesse di nuovo il messaggio che le era arrivato da Gojo, quella mattina.

"Ti amo", le aveva detto semplicemente.

Due parole, tre sillabe. Niente di speciale.
Eppure, le venivano ancora i brividi.

Non aveva avuto il coraggio di rispondere. Cosa significava, ti amo? La stava forse prendendo in giro?
Era uno scherzo andato male? O magari si era sbagliato, voleva dirle 'mi piaci' ma aveva esagerato?
Forse era ubriaco? Aveva esagerato la sera prima, e si era lasciato andare a commenti inopportuni?

E se per caso invece intendesse davvero quello che aveva scritto? Beh, in tal caso la situazione era ancora peggio di quello che immaginava.
La amava, va bene. Ma la amava come intendeva lei?
L'aveva forse detto con leggerezza? Voleva magari limitarsi a un "ti voglio bene", ma il ti amo era più d'effetto?
Lo diceva solo per portarsela a letto? 'Come se gli servisse una scusa del genere' rifletté lei, roteando gli occhi.

Erano pochi mesi che uscivano insieme, ma lei era già cotta di quel ragazzo.
All'inizio faticava a crederci: bellissimo, super intelligente, di buona famiglia. Straricco. Cosa diavolo ci aveva visto in lei?
Eppure, sembrava funzionare. Contrariamente alle apparenze, era una persona premurosa, attenta, protettiva.
E ora le scriveva questo. Che stupido, non aveva certo bisogno di scriverle una bugia per legarla a sé.

E se non fosse stata una bugia...?

Y/N scosse la testa. Diavolo, come faceva a capire se stesse mentendo o meno? Ma soprattutto...
Lei voleva essere innamorata?

Aveva letto un sacco di libri - fin troppi, in realtà. Era una persona riservata, timida, pervasa dall'ansia sociale; sembrava scontato e ovvio, ma davvero leggere un bel romanzo era molto più soddisfacente che passare una serata in giro a non combinare nulla.
Forse, coloro che erano stati suoi amici per così tanti anni potevano aiutarla, in quel momento.

Alzò gli occhi verso la libreria.
I suoi libri preferiti erano lì, in tribuna d'onore, ad aspettare che li aprisse un'altra volta. Tanti soldatini sull'attenti.
Fece scorrere lo sguardo sui dorsetti. Lasciò che vagasse da solo, che si facesse chiamare senza influenzarlo. Si alzò pochi secondi dopo, e sfilò il primo romanzo.

"1984" sussurrò. Ah, cominciamo bene.
Secondo Orwell, l'amore è l'unica via d'uscita in un mondo di merda. I due terroristi della storia di amavano, da matti, da impazzire; ma era tutta un'illusione!
'Come la felicità', rifletté. L'amore dura quel che dura, poi si torna alla cruda realtà, e forse si sta peggio di prima, perché si è ormai consapevoli che quella che prima vedevamo come una salvezza è solo un'altra inutile bugia.
'Magari mi ama, ma chi non mi dice che incontri qualcun'altra più bella? O che lo trasferiscano per lavoro*, e mi dimentichi subito...?'
Si affrettò a richiudere il libro, e a infilarlo di nuovo nello scaffale. Cazzo, la prima non era andata per niente bene.

Afferrò il secondo libro, posto accanto al primo. Era molto più vecchio e voluminoso, e dovettero servirle entrambe le mani per reggerlo; tuttavia, le si illuminarono gli occhi mentre leggeva il titolo.

"Anna Karenina", di Tolstoj. Uno di suoi libri preferiti, dopotutto.
C'era un piccolo post-it colorato di rosa infilato in mezzo alle pagine. Forse serviva a ricordarle un passo importante?
Appoggiò il libro sulla scrivania, e fece scorrere l'unghia dell'indice fino a trovare la frase:

"Devi capire che per me dal giorno che ho cominciato ad amarti tutto s'è mutato. Per me c'è una cosa sola: è il tuo amore. Se adesso è mio, mi sento allora così in alto, che nulla per me può essere umiliante."

Così diceva Anna innamorata. Sembrava fantastico, vero? L'amore che cancella la vita e tutto il resto, "l'amor che move il sole e l'altre stelle". Ma lui, invece, poche righe sotto, si sentiva così:

"Un tempo si considerava infelice, ma la felicità era nel futuro; ora invece sentiva che la felicità migliore era già nel passato."

Sentì un nodo salirle alla gola. Sì, ok, tutti felici e contenti quando ci si aspetta qualcosa, ma quando si cade nella routine? Quando le piccole gelosie, la noia, la rabbia e i bisticci diventano all'ordine del giorno? Quando la gente smette di vedervi come la novità? Anna aveva risolto buttandosi sotto un treno. Forse non era poi un amore così esemplare.

Ripose il tomo sullo scaffale con un sospiro. No, doveva fare di meglio. I suoi libri dovevano darle almeno un po' di speranza.
Sfilò il libro accanto. "Memorie", di Giacomo Casanova.
Un sorrisetto sarcastico le nacque sulle labbra. Non c'era nemmeno bisogno di aprilo. Lo infilò di nuovo a posto, e passò al successivo.
"La Montagna Incantata", di Mann.
Che bello, anche quel libro. Però, fra le migliaia di pagine che si profilavano davanti al lettore, nemmeno in una parola poteva trovare una prova che l'amore del viaggiatore fosse corrisposto. Anzi, Clavdia era tragicamente realista: l'amore è una follia, una cosa insensata, proibita e malata.

' Che meraviglia' si disse la povera Y/N con un sospiro desolato. Ma fin dove voleva arrivare a farsi del male?

In sintesi, se uno volesse un po' di conforto, cosa dovrebbe fare? 'Di sicuro non leggere', rifletté. Uno prendeva in mano un libro, scritto da qualcuno che sicuramente vantava più esperienza di lui, un libro che aveva vissuto settemila vite, letto da migliaia di persone, e sperava che gli donasse un po' di poesia... E invece no, un bel colpo di spugna, una martellata in testa.

'Però non può finire per forza così'.
Mancava ancora un libro all'appello. Si guardò intorno, e lo trovò accanto al dizionario.
Lo sfilò, la speranza ormai ridotta al minimo...

"Il Maestro e Margherita", di Bulgakov.

"Vieni con me, lettore! Chi ti ha detto che non esiste sulla terra un amore vero, fedele, eterno? Venga tagliata la ripugnante lingua al mentitore! Vieni con me, mio lettore, soltanto con me, e ti mostrerò questo amore!
L'amore si parò davanti a loro come l'assassino spunta da sotto terra nel vicolo, e li colpì entrambi, all'improvviso. Così colpisce il fulmine, così colpisce il pugnale! Lei però in seguito disse che non era stato così, che si erano amati naturalmente da tempo, senza conoscersi, senza essersi mai i visti..."

Y/N sorrise, le pagine strette fra le mani.
"Oh" riuscì a sussurrare.  "Direi che è un ottimo giorno per innamorarsi".
Prese il telefono in mano e riaprí la conversazione con Gojo. Era il momento di tornare alla realtà.

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*Magari in un cubo, eheheheheh

JJK Oneshot - xReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora