NdA
Della serie: ooh lá, questa é bella allegra.Allora: oggi rischiavo di non pubblicare. Non avevo idee per questa oneshot, e io e LaMaddyna siamo riuscite a cavare un ragno dal buco solo due giorni fa.
Ho deciso di raccontare un episodio della storia (diventata leggenda) dei Trecento spartani che hanno valorosamente combattuto contro lo sconfinato esercito persiano, respingendolo fino a che il tradimento di uno di loro li ha portati alla sconfitta.
In particolare, la oneshot di oggi parlerà del momento precedente alla battaglia, in cui gli eroi si distraevano con le loro mogli.
Ho cercato di descrivere il momento vissuto dal più giovane di loro, non ancora sposato e, beh... Mica devo raccontare tutto qui, no...?Il pairing é... interessante. Mi è stato giustamente fatto notare come Yuji fosse praticamente perfetto per il ruolo.
E così, eccovi una YujixReader. Per ragioni di incongruenza storica non ho nominato i personaggi, riferendomi sempre con "lui e lei".
Buona lettura-----------
Il guerriero appoggiò il pesante scudo a terra dopo aver passato l'ultima mezz'ora a lucidarlo. La lambda di bronzo sfavillava sul legno opaco, dorata e orgogliosa.
Il ragazzo sospirò. Solitamente il solo pensiero della battaglia bastava a inorgoglirlo e a motivarlo. Normalmente avrebbe fatto fatica ad addormentarsi, tormentato dall'adrenalina e dalla frenesia dell'attesa.
Già. Normalmente.
Si avvicinò al pesante tavolo in legno della camera, controllando che i pezzi dell'armatura fossero tutti pronti e al loro posto. La tunica, gli schinieri, il thorax, e infine l'elmo; passò la punta delle dita sulla cresta rossa che vi svettava in cima, orgoglioso.
A lato, la dory e la xiphos, la lancia e la spada, riposavano accanto allo scudo. Sembravano in attesa, linde, splendenti. Sarebbero state pulite ancora per poco, rifletté.
Si passò una mano fra i capelli bagnati, strofinandoli con forza per asciugarli: era appena uscito dai bagni, un vano tentativo di rilassarsi. Inutile specificare che non aveva funzionato.
Era agitato, quello sì, ma la battaglia non c'entrava nulla. Stava aspettando qualcos'altro... O meglio, qualcun altro.Un fruscio di tende lo fece scattare verso destra, in direzione del balcone. I suoi muscoli si piegarono automaticamente, senza che avesse il tempo di accorgersene realmente - un richiamo atavico, un istinto che gli avevano impresso durante l'Agoghé. Afferrò le stoffe che pendevano dal soffitto e le spalancò.
La luce della luna inondò completamente la stanza, prima illuminata solo dalle candele ai lati del letto. Una fredda brezza gli accarezzò le braccia e le gambe nude.La figura in piedi sul terrazzo sussultò, spaventata dal movimento improvviso.
"Eccoti" mormorò lui, un sorriso sulle labbra. "Scusami se ti ho spaventata".
"Sei scusato" rispose lei, calmando il respiro. Non riuscì a resistere, e si piegò in avanti per imprimergli un leggero bacio sulle labbra.
Il guerriero arrossì, e fece un passo indietro. "N-non qui" le sussurrò, guardandosi intorno con circospezione. "Potrebbero..."
"...Vederci...?" La ragazza lo superò, entrando nella stanza. "Guarda che non sono una sprovveduta. Non mi ha seguito nessuno".
"Non ho mai pensato che..."
Il ragazzo si bloccò di nuovo, le parole bloccate in fondo alla gola. Il suo sguardo era sceso lungo il peplo di lei, in particolare sulla lunga coscia scoperta che spuntava dal profondo spacco laterale.
"Hai già preparato tutto per domani, vedo". Il suo tono di voce era orgoglioso, ma tradiva una nota di tristezza. Sembrò accorgersene anche lei, e si affrettò ad aggiungere qualche parola di incoraggiamento per tentare di mascherarlo.
Lui la ignorò, incapace di staccare gli occhi dalla sua figura. Le parole gli sembravano un'eco lontana.
"Mi... Mi hai sentito?" chiese lei, inclinando la testa di lato.
Il ragazzo si riscosse dai suoi pensieri. "Scusami, no. Dicevi?"
Lei sbuffó, divertita. Portando una mano ad accarezzarsi il collo. "Cosa ti distrae, amore?"
L'appellativo bastò a farlo avvampare. "Eh? No, io..." balbettò, tornando a guardarla.
Era incredibile. Non aveva mai provato davanti a nessun nemico lo stesso timore che aveva di fronte a lei. Gli mozzava il fiato, gli piegava le gambe, gli faceva abbassare la guardia. Fosse stata nell'esercito persiano, beh... Poteva lucidare lo scudo quanto voleva, ma avrebbe di sicuro perso.
La guardò portare la mano dal collo alla fibbia del peplo. Deglutì.
Lei continuò ad avanzare, gli occhi ancorati ai suoi. "Mi sei mancato, amore mio" surrurró, lasciando che la stoffa scivolasse lasciva sulla sua pelle nuda, ammucchiandosi ai suoi piedi. "Mi sei-"
Due mani si calarono sulle sue spalle, e sentì le labbra del ragazzo zittirla con un bacio. Chiuse gli occhi e si lasciò trascinare sul talamo.La ragazza si morse un labbro. Si era fatta una vera e propria violenza per evitare di gemere; cosa avrebbero detto se li avessero scoperti?
Strinse i denti. Se solo fosse stata una schiava.
Alzò pigramente una delle sue gambe nude fino ad accarezzare i fianchi del ragazzo steso accanto a lei, ancora accaldato dall'amplesso. Lasciò che le sue mani vagassero sul suo corpo nudo, accarezzando ogni singolo muscolo di quel corpo perfetto.
Si vedeva che aveva combattuto poche battaglie. Evitò di pronunciare quella frase per non offenderlo.
La sua pelle sembrava di porcellana, nonostante suo padre e i suoi compagni d'arme sfoggiassero una carnagione ben più abbronzata.
Anche la barba tardava a crescere. Sapeva quanto gli dispiacesse, e evitò di dire anche questo. Optò per un banale "a che stai pensando, amore mio?"Il ragazzo sbatté le palpebre.
"Che sei bella. Bellissima. La più bella di Sparta".
La guardò arrossire di nuovo.
Lui, durante il sesso, non aveva chiuso gli occhi nemmeno per un secondo. Si era ubriacato della sua immagine, aveva cercato in ogni modo di imprimere nella mente quanti più particolari riusciva.
La fissò di nuovo, tentando di ritrovarli anche ora.
Qui, i capelli si arricciavano e cambiavano direzione. Qui, un neo sulla pelle scura. Qui...
"Ho qualcosa di strano?"
Lui scosse la testa, rispondendo con sguardo interrogativo.
"É che mi stai fissando..."
"No, no" ridacchió. Si voltò sul fianco e portò una mano ad accarezzarle il seno nudo. "Voglio ricordarmi tutto di te, domani, quando non ti vedrò più".
La sentì rabbrividire sotto le sue dita. "Non usare mai quella parola".
"Quale?"
"...Più. Mi fa paura".
Lui rise sommessamente. "Non ci credo, qualcosa ti fa paura".
Lei allungò le mani verso il suo viso. "Non vederti più mi fa paura".
"Così..." il ragazzo corrugò la fronte, scrollandosi dalla sua presa "Così non mi onori".
"Lo... Lo so". La ragazza tornò distesa, gettandosi sul letto. "Scusami". Gli spostò la mano dal petto alle labbra, baciandogli le dita. "Ora non pensiamoci. Fai di nuovo l'amore con me".
"É un ordine...?" mormorò lui, tornando sopra di lei. Affondò le labbra nella piega del suo collo, e lasciò che lei giocherellasse coi suoi capelli.
"Sí, mio principe".
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JJK Oneshot - xReader
Fanfic[RICHIESTE APERTE] Prompt a caso, presi un po' ovunque, per creare oneshot su JJK. Pairing: SukunaxReader - capitoli 1, 6, 10, 12, 13, 16 TojixReader - capitoli 2, 7, 12, 14 GojoxReader - capitoli 3, 11 InumakixReader - capitolo 4 NaoyaxReader - cap...