Hola chicos! Tutto bene? Passato bene il weekend? Io (strano) sto lavorando, ma sono riuscita con una settimana di ritardo a completare almeno una oneshot. Il titolo di oggi era quasi matematico: "se cambio il nome del protagonista, il risultato non cambia?" Beh, certo che cambia. Eccome se cambia. Pensate alla oneshot#2, e all'esercizio libero, dove il protagonista é Toji in palestra. Cosa succederebbe se al posto di quel nome mettessimo, che ne so... Sukuna?
"Ancora Sukuna? Bastaaaa" Ragazz* la volta scorsa ho fatto Megumi che odio LASCIATEMI ALMENO LUI
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Y/N buttò fuori le gambe, e sporse le mani in avanti. Quella dannata auto era fatta apposta per avere un cavaliere che ti aprisse la portiera. Era praticamente impossibile uscire da soli, soprattutto se non si era alti un metro e ottanta. Sukuna, d'altra parte, sembrava adorarla proprio per questo. Aveva il controllo anche quando la sua ragazza scendeva dall'auto, ora. Le allungò la mano per aiutarla. Stava parlando al telefono con qualcuno, e sembrava particolarmente seccato. 'Cose di lavoro' pensò lei, cercando di non darci troppo peso. Lui la lasciò passare, e lo precedette verso l'entrata. Beh, ora che ci pensava era raro che la facesse camminare dietro di lui. 'Novanta su cento è per guardarmi il culo' rifletté, lanciando un'occhiata ai suoi leggings aderenti. Ne ebbe la conferma passando davanti alle vetrate e studiando un attimo i loro riflessi. Scosse la testa, ma continuò a camminare.
"Buongiorno". La ragazza salutò la receptionist per entrambi, e tenne la sbarra aperta per il fidanzato che era ancora al telefono. Santo cielo, ma con chi stava parlando? Gli lanciò un'occhiata di traverso, e lui roteò gli occhi. "Sono gli Zenin" le sillabó senza voce, mimando poi con il pollice sotto il mento la voglia che aveva di tagliargli la gola. Y/N rise, allungandosi per prendere la sua borsa. "Metti giù almeno quando ti alleni" gli sussurrò, allungandosi per lasciargli un bacio sulla guancia. Ma Sukuna ne approfittò, e non appena si chinò verso di lui le mollò una sberla sul sedere. Ridacchió quando la vide guardarsi intorno, rossa in viso, sperando non li avesse visti nessuno. "A dopo" le fece cenno col dito, sparendo nello spogliatoio.
"Ma che cazzo". Y/N entrò in sala pesi, e la prima cosa che notò fu la maglia di lui. Azzurra, esattamente come il completo da palestra che quel dannato le aveva regalato quattro giorni prima - e che lei stava indossando in quel momento. 'Un filo possessivo', rifletté. La sala pesi non era molto grande. Sukuna preferiva quella palestra intima, a numero chiuso, piuttosto che andare in una grande catena piena di gente. Gli piaceva conoscere tutti, fermarsi a parlare... Dopotutto era lì che aveva fatto amicizia con Maki.
Lui la vide, sorrise soddisfatto e le si avvicinò. Si chinò a ridarle il bacio che le aveva negato prima, e la mano tornò a strizzarle una natica. Lei sobbalzò. "Ma guarda come stai bene vestita come me". La ragazza arrossì, indugiando un attimo sulla sua termica lunga che copriva i tatuaggi e sul completo da basket celeste. Uno strano abbinamento, ma gli stava bene. Beh, difficile trovare qualcosa che stesse male addosso a quel corpo statuario. Pure se fosse venuto nudo- 'No. Nononono' si riscosse, scuotendo la testa. "Che bello che mi hai accompagnata oggi nel mio piccolo dominio" la ringraziò, spettinandole i capelli. "Facciamo vedere a questi schifosi secchi sudati com'è avere una donna figa". Le fece l'occhiolino, e si avviò verso il tapis roulant. Y/N lo seguí: non aveva nemmeno una scheda, tanto valeva fare quello che faceva il suo fidanzato. Prese posto nel tappetino vicino al suo, e lo trovò già impostato. "Inizia così" la incoraggió lui, iniziando a correre.
