Capitolo Diciannove

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Ariel

Era da tanti giorni che non dormivo tranquillamente come una volta. Sentire la morbidezza del cuscino dopo tanto tempo è bello. Il silenzio è qualcosa che nella mia testa non sentivo più da ormai troppi giorni. E tutto ciò dovrebbe voler dire che da qui a poco succederà qualcosa di fantastico o di terribile. Di solito è così: quando riesco a dormire tutto cambia ad un tratto; le giornate diventano migliori per circa una settimana oppure sono un inferno, cosa che succede più frequentemente rispetto alla prima.

Ma ovviamente, quando finalmente riesco a dormire, qualcosa deve disturbare il mio sonno. Mi incazzo se mi svegliano senza un motivo preciso. Uno strano rumore, anzi una canzone mi sembra di sentire mi sveglia. Ultimamente le ore in cui i miei occhi sono chiusi e la mia mente aperta a vagare oltre i confini della mia fantasia sono diminuite drasticamente. Almeno la melodia che sento è carina, udibile. Se non fossi mezza addormentata la reputerei bella abbastanza da farci una canzone sopra. Quella che sento è una chitarra e la sta suonando qualcuno dal vivo, non è musica che viene da un lettore MP3 o qualche merdata simile. Calum non sa suonare la chitarra e Ash neanche, mentre Adrienne sa fare qualcosa ma non molto. Non posso uccidere per qualcosa da nulla, vero? Anche perchè non ne avrei le forze. Spero per quel coglione di Michael che non sia lui. Non è neanche il nostro turno, dovrebbe dormire. Decido controvoglia di alzarmi dal letto e trascinarmi, con le poche forze che ho dato che mi sono appena svegliata, fino alla porta. I miei occhi sono appena appena aperti, giusto per capire dove sto andando. A tastoni cerco la maniglia della porta e la apro con tutta la forza che ho, il che vuol dire molto lentamente. Cammino svogliatamente verso la fonte di quella musica tanto familiare. Sembra quasi Paradise City, ma non ne sono certa visto che sono ritardata. Sto facendo sembrare il mio sonno una tragedia. La camera da cui arrivata la meravigliosa melodia che sento è quella di Ash, ma a meno che si sia convertito agli strumenti a corda è qualcun altro a suonare. Decido di aprire un po' la porta con calma per capire chi stia producendo quella musica, ma questa si arresta subito, allora decido di aprirla completamente.

"Michael perchè non dormi? Poi non resti sveglio." Gli dico sbadigliando e strofinandomi gli occhi per il sonno.

"Non riesco a dormire." Riesco a sentire il suo sguardo bruciare sul mio corpo ma non mi importa molto. Sono concentrata sulla sua chitarra. Non credo di averlo visto entrare in questa casa con una chitarra, ma non ci do molto peso. "Ti ho svegliata?" Il tono della sua voce è calmo, non c'è una minima traccia di lussuria o malizia, come è solito esserci, invece. E questo mi rende calma, più calma di quanto dovrei essere dato che mi ha praticamente svegliata quando ero riuscita a chiudere gli occhi e a dormire tranquillamente. Oh sì. Ce l'avrò a morte con lui per questo.

"Sì ma non fa nulla. Era Paradise City quella che suonavi?" Chiedo certa che fosse quella.

"No, era Sweet Child O' Mine." Ridacchia. Bella figura di merda, Carteny. "Non pensavo ti piacessero i Guns." Sorride. E che sorriso... Non è poi così antipatico e stronzo senza cuore come pensavo. Non che io sia da meno...

"Non pensavo suonassi la chitarra." Sorrido a mia volte sedendomi accanto a lui sul letto del mio migliore amico. Amo il profumo di Ash. Deve avergli ceduto la camera visto che è di guardia mentre noi dormiamo.

"Touchè." Ride e sento ancora i suoi occhi rastrellare il mio corpo da cima a fondo. Inizio a sentirmi a disagio visto che sto indossando una maglietta praticamente trasparente perchè consumata e un paio di pantaloncini di stoffa blu molto corti che mettono in mostra le mie gambe. Spero solo che non inizi a fantasticare e a diventare malizioso. Non voglio essere... lasciamo stare.

Michael

Non è poi così brutta. Non lo è per niente. Se mai dovessi averlo pensato allora ritiro subito tutto. I capelli rossi un po' spettinati che le ricadono sulle spalle le stanno d'incanto. Nonostante abbia le gambe quasi del tutto scoperte e la maglietta che lascia intravedere le sue forme, che già conosco, e io non sia un bravo ragazzo la voglia di fare sesso con lei o di farle del male non ce l'ho. Non ora per adesso. E poi so bene cosa vuol dire essere svegliati senza motivo. Sembra quasi intimorita da me. Che razza di capo è? Non le farò sentire nulla, nè con la chitarra nè con la voce. Spero solo non mi abbia sentito cantare.

Okay, ma ora di che parliamo? Non possiamo rimanere qui a guardarci senza fare nulla.

"Da quanto suoni?" É lei a parlare.

"Ho iniziato quando avevo nove anni. I miei mi lasciavano sempre solo in casa per fare minchiate, le stesse che faccio io ora, e un giorno non sapevo che fare così sono sceso in cantina che stranamente avevano lasciato aperto e ho trovato questa." Indico la mia chitarra classica e lei sorride. "Allora l'ho presa e l'ho portata in camera. E lì è cominciato tutto. Sono andato su Youtube e ho cercato qualche video su come imparare a suonare la chitarra." Le sorrido a mia volta. Sembra quasi sorpresa dal mio racconto. Come se fosse una cosa scioccante. Non lo è per niente, ma preferisco non dirglielo.

"Wow, non credevo davvero suonassi la chitarra." Mi sorride ancora. Cosa sono tutti questi sorrisi? Non dovrebbe essere incazzata con me dato che l'ho svegliata? E' strana questa ragazza, davvero. Ma mi piace. Cioè non è che mi piace come ragazza, mi piace come carattere o... bellezza? Lo ripeto non è brutta e i capelli rossi le donano.

"Non hai sonno?" Le chiedo posando la mia chitarra a terra dietro il letto. Come risposta ricevo solo la sua testa che si scuote come un no e appoggia la testa sulle mie gambe chiudendo gli occhi. Cos'è tutto questo affetto per me? Magari vuole fare andare bene le cose tra di noi per il bene di tutti quelli vivono in questa casa. O magari vuole solo essere mia amica. Aggiunge il mio subconscio.

"Non ti do fastidio, vero?" Mi guarda negli occhi come se mi stesse pregando di lasciarla appoggiare la testa sulle mie gambe. Decido di lasciarla fare. Pero ora non sono incazzato col mondo e le sorrido per farle fare ciò che vuole fare. E' .. bella, credo. O qualcosa del genere. Le sue labbra sembrano così morbide che... no, non devo pensarci. Beh magari l'attrazione fisica può esserci, ma niente di più. Sicuramente. Non può esserci altro che quello.

I nostri occhi si fissano da ormai troppo tempo. Gli sguardi li so tenere anche abbastanza a lungo, ma non così tanto. Ma lei non vuole spostare lo sguardo da me. Dopo qualche istante si alza da me e poggia la testa sulla mia spalla guardandomi. I nostri volti sono a pochi centimetri di distanza, i nostri respiri sono così vicini, ma non voglio fare nulla di strano. Fortunatamente si allontana da me, forse con le stesse intenzioni, e si sdraia sul letto di Irwin chiudendo gli occhi. Deve aver sonno dato che l'ho svegliata. Quando mi sdraio accanto a lei è già nel mondo dei sogni e non posso far altro che seguirla nel sonno.

-SPAZIO AUTRICE-

Mi state odiando con tutto il cuore e lo so. Inoltre il capitolo fa abbastanza cagare. E mi starete odiando anche per questo. Ma mi dovete amare perchè l'ho pubblicato oggi, cioè abbastanza vicino da quando ho detto che lo scrivevo nel più breve tempo possibile. Poi tra allenamenti, ansia per i tabelloni e robe varie non ho aggiornato velocemente, ma comunque ho aggiornato, no?
Vi amo tantissimo, grazie mille per il sostegno davvero ❤

Buona notte a tutte

Bea, xx ❤


Then || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora